IFE Italia

Ucraina: donne che prendono posizione e dicono no.

Appello internazionale
venerdì 9 maggio 2014 par Nicoletta

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appelukraine@gmail.com

Appello internazionale

UCRAINA: donne che prendono posizione e dicono no.

La Storia ci ha insegnato, a più riprese, che le crisi persistenti e non risolte producono guerra, come se quest’ultima fosse il solo modo di risolvere i conflitti generati dai cambiamenti di rapporti di forza finalizzati a disegnare un nuovo ordine mondiale. Noi ci opponiamo alla volontà degli Stati Uniti, e a rimorchio dell’Unione Europea , di esportare la crisi, non potendola risolvere al loro interno, in tutto il pianeta imponendo la loro egemonia e provocando guerre che distruggono paesi interi. Dopo l’Afghanistan, il Pakistan, l’Irak, la Libia, la Siria questa è la volta dell’Ucraina.

Vogliamo sottolineare il fatto che installando un focolaio di guerra in Ucraina si tenta di fomentare un guerra civile nel centro dell’Europa, una vera e propria minaccia per tutta l’Europa, alimentando artificialmente un odio fra l’Unione Europea e la Russia ed all’interno della stessa Ucraina fra cittadine/i di origine russa e non. Un conflitto funzionale alle lobby delle armi ed al controllo degli approvigionamenti di gas e petrolio che ha come obiettivo quello di creare un nuovo equilibrio politico a tutto vantaggio delle forze di destra e fasciste, tanto da favorire l’inserimento di nazisti nel governo provvisorio dell’Ucraina. Va detto che la politica ultraliberista dell’Unione Europa ha preparato il terreno ad una situazione del genere.

Accusiamo i media di sostenere e suscitare, senza alcuna vergogna, sentimenti bellicisti, di disinformare sistematicamente l’opinione pubblica sulle vere responsabilità di quanto sta avvenendo e sul processo reale che ha generato la destabilizzazione in Ucraina. La Russia non è affatto l’istigatrice ma quella che si vuole far passare per tale. Il ruolo dei media è diventato determinante per addomesticare le coscienze e condizionare il libero pensiero delle e dei cittadini per questo ci interroghiamo sul silenzio assordante di larga parte della sinistra. Si ha paura di essere definite/i come la vecchia guardia dello stalinismo? Di disturbare la campagna elettorale ? Oppure, ancor peggio, ci si sta preparando alla supina accettazione e messa in opera del Trattato Transatlantico (TTIP) fra USA E Unione Europea ? In ogni un caso un simile silenzio si spiega solo con la subalternità all’ideologia dominante. Una subalternità che crea complicità. Denunciamo inoltre l’arruolamento dei governi sotto la bandiera degli USA e della NATO.

La nostra presa di posizione non vuole affatto dire che noi approviamo la politica della Russia nè quanto sta avvenendo in quel Paese per ciò che riguarda il non rispetto dei diritti umani , la mancanza di diritti civili e gli abusi di potere che sostengono lo sviluppo del modello capitalista. Ma la nostra critica non ci fa chiudere gli occhi sulla partita che si sta giocando in Ucraina.

Auspichiamo che donne e uomini vogliano informarsi in prima persona utilizzando tutte le fonti possibili e prendano posizione contro la guerra, contro l’egemonia omicida degli Stati Uniti e la politica suicida dell’Unione Europea.

Invitiamo le donne, e gli uomini, ad affermare il diritto dei popoli a decidere del proprio destino senza sentirsi minacciati o condizionati e a sostenere il dialogo fra i popoli e fra le cittadine e i cittadini di uno stesso paese.

Per sottoscrivere: www.change.org appelukraine@gmail.com

Prime firmatarie:

Beatrice Aliverti, dipendente pubblica, Direttivo FP CGIL ( Como-Italia )

Naïla Al Wardi traductrice, artiste peintre, militante féministe (Tunisie)

Danila Baldo, docente ( Lodi-Italia )

Imma Barbarossa IFE Italia/FAE ( Bari-Italia )

Giuliana Beltrame ( Padova-Italia )

Fausta Bicchierai portavoce nodo di ALBA (Como –Italia)

Luisa Carminati, pensionata per età e partigiana per ideali ( Bergamo-Italia )

Silvana Cesani ( Lodi-Italia )

Solange Cidreira, militante féministe FAE – Féministes pour une autre Europe (France)

Cinzia Colombo, dipendente comunale ( Gallarate-Italia )

Ylenia Da Valle, ricercatrice precaria ( Lucca-Italia )

Nicole Duval, retraitée (Paris- France)

Silvia Dradi, coordinatrice Comunità di minori, femminista di IFE Italia/FAE ( Bergamo-Italia )

Bernadette Ebode Ondobo militante associative PARITE ( France )

Eleonora Forenza , ricercatrice ( Bari-Italia )

Emanuela Garibaldi ( Lodi-Italia )

Gabriella Gemmo Duse , donna , madre, insegnante, femminista attivista per la pace , il dialogo, il rispettodei dritti di tutte e tutti e della terra che ci ospita ( Bergamo-Italia )

Nicoletta Gini, associata IFE Italia/FAE ( Capannori-Italia )

Chiara Giunti, bibliotecaria, portavoce ALBA ( Firenze-Italia )

Anita Giuriato, assessora, vice- présidente IFE Italia /FAE ( Carnate-Italia )

Monika Karbowska, historienne, féministe FAE et EFI Polska ( France- Pologne )

Isabel Korolitski, psychanalyste, ( Paris-France ) Roberta Morosini ( Lodi- Italia )

Maria José Malheiros, fonctionnaire (Paris – France)

Graziella Mascia, presidente AltraMente (Roma-Italia)

Judit Morva, économiste, FAE Hongrie (Budapest- Hongrie )

Roberta Morosini (Lodi – Italia) )

Anna Picciolini, (Firenze-Italia )

Nicoletta Pirotta, pubblico impiego, présidente IFE Italia/FAE ( Como- Italia )

Josette Rome Chastanet, biologiste, féministe FAE, représentante de la Fédération Mondiale

des Travailleurs Scientifiques à l’Unesco. (Paris- France )

Nina Sankari, présidente de EFI Polska , ( Varsovie- Polska )

Patrizia Sentinelli, associazione Altra Mente ( Roma – Italia )

Anita Sonego Presidente Commissione Pari Opportunitá Comune di Milano (Milano- Italia)

Peggy-Inès Sultan, professeur d’anglais, cofondatrice du journal féministe et marxiste « Elles voient rouge » (Paris- France )

Céline Tesson-Yahioune, enseignante, féministe et militante au MRAP (France )

Nicole-Edith Thévenin, philosophe, psychanalyste, cofondatrice du journal féministe et marxiste « Elles voient rouge » , (France )

Marie-Hélène Tissot, militante féministe, (Paris- France)

Maria Pia ( Mapi) Trevisani, tesoriera IFE Italia/FAE (Bergamo-Italia)

Monique Vézinet, militante associative (Paris – France)

adesioni via e-mail :

Teresa Masciopinto (Bari/ Italia)

Ada Donno (Lecce/Italia)

Antonella Rosetti , dipendente pubblica, ALBA Ravenna

Fiorella Bomé

Rosa Riboldi, coordinamento Pace (Cinisello Balsamo/MI)

Milena Fiore , videomarker AAMOD( Archivio audiovisivi Movimento Operaio e Democratico)

Annamaria Medri, (Lucca)

Dalila Novelli, ASSOLEI/ Sportello Donna Onlus)

Adriana Minnati , Direzione Nazionale PRC/SE

Lucio Gentile, Forum Italiano Acqua/ Stop TTIP (Roma-Italia)

Matteo Mazza, Centro Antiviolenza e antistolking La Nereide Onlus (Siracusa)

Efthya Fotaki

Jean Claude Villame, Physicien, Prcf, France

Laura Quagliolo CISDA ( Ccordinamento Italiano Sostegno Donne Afghane) socia Casa delle Donne di Milano

Marie Amans

Danielw Barbieri

Yvon Journet, Professeur Agrege de Maths

Francesco Cecchini

Giuseppe Tadolini, medico ospedaliero (Ravenna, Italia)

J. Hennequin Bollara Clown France

Cros Jacques

Sandra Cangemi, giornalista, Coordinamento Nord-Sud (Milano, Italia)

Prof. Bruno Antonio Belluate. Università Roma 3 (Roma, Italia)

Renzoni Roberto

Lillo Polla

Versione in francese ed in inglese:

​UKRAINE : DES FEMMES EN COLERE PRENNENT PARTI

L’expérience historique a prouvé á maintes reprises que les crises persistantes et non résolues aboutissent à la guerre, comme si c’était le seul moyen de résoudre les conflits déclenchés par le changement des rapports de forces pour installer un nouvel ordre international. Nous nous opposons á ce que les Etats-Unis, et l’UE derrière et en association avec eux, exportent leur crise dans l’incapacité de la résoudre chez eux et veuillent imposer leur hégémonie impérialiste sur toute la planète en provoquant des guerres et en détruisant des pays entiers.. Après L’Afghanistan, le Pakistan, l’Irak, la Libye et la Syrie, cette fois-ci c’est le tour de l’ Ukraine.

Nous attirons l’attention sur le fait qu’en implantant un foyer de guerre en Ukraine, c’est une longue guerre civile que les Etats-Unis tentent d’installer au centre géographique de l’Europe, menaçant par là, tous les peuples européens, et créant une opposition et une haine artificielles entre la Russie et l’UE, mais aussi entre les russophones d’Ukraine et les autres ukrainiens. Ce conflit est parfaitement bénéfique pour le lobby des armes, il relance une guerre pour le contrôle des approvisionnements en gaz et pétrole et tente de créer un nouvel équilibre géopolitique au profit des droites les plus dures, des fascistes, allant jusqu’à l’acceptation de nazis dans le gouvernement provisoire ukrainien. La politique ultralibérale de l’Union européenne a préparé cette situation.

Nous accusons les medias de soutenir et d’attiser sans aucune honte le bellicisme, de désinformer systématiquement sur les véritables responsables de cette situation et sur le processus réel qui a engendré la déstabilisation de l’Ukraine. La Russie n’en n’est pas l’instigatrice mais c’est elle qui est visée par une campagne russophobe sans précédent et que l’on essaie d’acculer. Le rôle des medias est devenu déterminant dans la volonté de paralyser la capacité de penser des populations et nous nous interrogeons sur le silence assourdissant d’une partie de la gauche. A-t-on peur d’être accusé de vieille garde stalinienne? De troubler les élections européennes ? Mais plus grave, cela devrait-il nous préparer à la mise en œuvre du Traité Transatlantique ( TAFTA) par les Etats-Unis et l’Union européenne ? En tous les cas un tel silence nous place sous le diktat de l’idéologie dominante et nous fait ses complices. Nous dénonçons enfin l’enrôlement des gouvernements sous la bannière des USA et de l’OTAN.

Notre prise de position ne veut pas dire que nous approuvons ce qui peut se passer en Russie en ce qui concerne tout aussi bien les abus de pouvoir que la voie choisie d’un développement du capitalisme. Mais notre critique ne saurait nous fermer les yeux sur les véritables enjeux de ce qui se passe en Ukraine.

Nous appelons les femmes et les hommes à faire un travail d’information par eux-mêmes en puisant à toutes les sources, à prendre parti contre la guerre, contre l’impérialisme meurtrier des Etats-Unis et la politique dévastatrice de l’UE, pour la possibilité et pour le droit des peuples à décider de leur sort sans être menacés ou acculés, et à soutenir le dialogue des populations entre elles.

UKRAINE: ANGRY WOMEN TAKE PART

Historical experience has very often proved that the crisis that are persistent and non resolved lead to war, as if it were the only means of getting through the conflicts which are launched by a change in the battle of wills, in order to settle a new international order. We are strictly opposed to the fact that the United States with the European Union behind export their own crisis, incapable as they are of overcoming it at home and thus imposing their imperialistic hegemony over the whole planet, provoking wars and destroying entire countries. After Afghanistan Pakistan, Iraq, Libya and Syria, this time it is the turn of Ukraine.

By establishing a seat of war in Ukraine, it is a long civil war that the US are trying to install in the geographic centre of Europe, threatening all the people of Europe and creating an artificial opposition between Russia and the UE and hate between the Russians of Ukraine and the other Ukrainians. This conflict is undoubtedly beneficial to the arms lobbies. It starts once more the war for the control over the gas and oil supplies and strives to create a new geopolitical balance in favor of the hardest right wing parties, fascists, going so far as accepting Nazis in the temporary government of Ukraine. The unilateral policy of the European Union has prepared for this situation.

We accuse the media of shamelessly supporting and stirring up such hostility and systematic disinformation when dealing both with the real representatives responsible for such a situation and the true process which caused such destabilization of Ukraine. Russia is in no way the instigator but is actually the target of a campaign of Russia-phobia without precedent, or other choice for Russia. The role of the media has become decisive when it comes down to paralyzing the capacity of thinking of the populations and from here in France, we have come to question the stunning silence of most of the left wing parties. Are we afraid of being accused of belonging to the Stalinist old guard or of disturbing the European elections? But even more important is the possibility of an implementation of a Transatlantic Treaty (TAFTA) by the United States and the European Union? In all ways such silence places us under the dictatorship of the dominant ideology and makes us its accomplices. We definitely denounce the enrolment of the nations under the banner of the US and NATO.

Our stance does not mean that we approve of what could be happening in Russia concerning both the abuse of power and the choice of capitalism as a way out. Our criticism will not prevent us from being aware of what is really at stake in Ukraine.

We encourage all women and men to keep themselves informed beyond the usual media and draw on all kinds of sources, take sides against war, against the murderous imperialism of the United States and the devastating policy of the European Union, for the possibility and the rights of the people to decide on their fate and lives without being menaced or forced upon, while a genuine and widespread dialogue between the different populations should be more largely supported.


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