IFE Italia

GESTIONE DELLE CASE PER DONNE MALTRATTATE DA PARTE DEL GOVERNO AFGHANO: OLTRE AL DANNO LA BEFFA.

di Horia Mosadiq
giovedì 17 febbraio 2011 par ifeitalia

La recente mossa da parte del Ministero Afghano degli Affari Femminili (MoWA) di prendere direttamente in gestione gli shelters (case per donne maltrattate) è decisamente preoccupante. Le operatrici delle ONG che attualmente gestiscono queste case-rifugio sono indignate per questa nuova legislazione.

La recente mossa da parte del Ministero Afghano degli Affari Femminili (MoWA) di prendere direttamente in gestione gli shelters (case per donne maltrattate) è decisamente preoccupante. Le operatrici delle ONG che attualmente gestiscono queste case-rifugio sono indignate per questa nuova legislazione. Negli ultimi cinque anni ho potuto vedere personalmente il lavoro che è stato fatto in cinque di questi shelters sui 14 sorti in tutto il paese dopo la caduta dei talebani. Gli shelters ospitano centinaia di donne e ragazze afghane le cui vite sono a rischio per via di matrimoni forzati, matrimoni infantili e altre forme di violenza.

Amnesty International esorta il governo afghano a riconsiderare questa terribile legislazione e, al contrario, ad impegnarsi nel proteggere le donne afghane e tutti i coraggiosi difensori dei diritti umani, fra cui molte donne, che stanno cercando di contrastare anni di discriminazioni e violenze sessuali contro le donne in Afghanistan. Come donna afghana, sono estremamente orgogliosa del lavoro fatto dai colleghi e dalle colleghe in questi shelters, nonostante la mancanza di risorse, i pregiudizi culturali e le intimidazioni. Intimidazioni che provengono dai membri delle stesse famiglie di quelle donne che cercano rifugio, dal governo, da figure politiche alleate con il governo, dai talebani e da altri gruppi anti-governativi.

Infatti, nel 2008, la fondatrice di una di queste ONG venne trattenuta per un giorno intero presso gli uffici generali della procura solo perché stava cercando di risolvere un caso di violenza domestica che coinvolgeva la famiglia di un funzionario governativo. Invece di sostenere gli sforzi di queste coraggiose donne afghane, la legislazione del MoWA cerca di controllare direttamente la gestione degli shelters e decide chi ha diritto alla protezione attraverso una commissione formata da otto persone, rappresentanti di vari ministeri. La legislazione prevede anche una “perizia medica”, se richiesta dalla commissione. Si tratta di un esame a cui le donne vengono di solito sottoposte se accusate di adulterio, considerato un crimine in Afghanistan. Questo test evidenzia un’eventuale attività sessuale, non allo scopo di proteggere le donne in caso di abusi sessuali o di accusare chi fa loro violenza, ma piuttosto per valutare se sono moralmente colpevoli e, di conseguenza, soggette a procedimento giudiziario! Le operatrici che gestiscono gli shelters considerano questa legislazione del MoWA un vero insulto, che renderà le donne ulteriormente vittime. Inoltre, questo potrebbe addirittura aprire la strada ai potenti per mettere più facilmente le donne “dietro le sbarre”.

Questa commissione non solo complicherà il percorso di accesso agli shelters e negherà la protezione a molte donne e ragazze che ne avrebbero bisogno, ma metterà ulteriormente a rischio quelle donne che hanno subito violenza da coloro che hanno legami con il governo e che, per punizione, potrebbero essere sottoposte ad abusi ancora maggiori. La commissione sarà composta da rappresentanti del Ministero degli Affari Femminili, della Commissione Indipendente Afghana per i Diritti Umani, della Corte Suprema, dell’Ufficio Generale della Procura, del Ministero degli Interni, del Ministero del Lavoro e Affari Sociali, del Ministero della Salute Pubblica e del Ministero della Giustizia. Un rappresentante della società civile nominato dal MoWA prenderà la decisione finale. E’ evidente che lo scopo di questa legislazione non è certo quello di garantire il benessere e la protezione delle donne. Non solo le insulta e aumenta l’intrusione del controllo governativo nelle loro vite, ma non menziona nemmeno eventuali garanzie, monitoraggi o protezione per quelle donne e ragazze che vengono prese in carico da altri membri della famiglia o che vengono congedate dagli shelters. Il governo afghano e il MoWA dovrebbero abrogare questa legislazione e lasciare che le ONG, che sanno meglio di chiunque altro come prendersi cura e sostenere le donne a rischio, facciano il loro lavoro. Se il governo afghano vuole davvero sostenere maggiormente le donne, dovrebbe aumentare i finanziamenti agli shelters invece di mettere restrizioni alla loro funzione.

Articolo di Horia Mosadiq, ricercatrice di Amnesty International, sull’attuale situazione degli shelters (case-rifugio per donne maltrattate). da www.osservatoriosfghanistan.org


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