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"Non si nasce donna. Percorsi, testi e contesti del femminismo materialista in Francia, a cura di Sara Garbagnoli e Vincenza Perilli, Alegre, 2013 –
Un quaderno di sintesi su un fenomeno consistente e relativamente poco conosciuto in Italia: il femminismo materialista francese, che va alle radici del celebre assunto di De Beauvoir (“non si nasce donna”) per dirci che “la donnità è una costruzione storica e sociale” (p. 6), mettendo in questione “le evidenze, questa forma sacralizzata dell’ideologia” (p. 8)."
"Il rispetto della personalità del bimbo e della sua originalità, sosteneva Maria Montessori, medica e pedagogista, può migliorare la società umana e “conquistare alla pace e alla tolleranza l’umanità intera”. I bambini hanno un forte senso di dignità personale e una profonda sensibilità che dovrebbero obbligare a trattarli con rispetto. Gli adulti che lo circondano dovrebbero dar loro ascolto, riconoscendo come degni di considerazione i loro sentimenti e le loro idee e, perché no, i loro sogni."
Immagine: da Pinterest
Un buon articolo, una proposta di buon senso.
"(...) Forse, una soluzione alternativa potrebbe ancora essere esperita. A queste condizioni: dimissioni di Netanyahu e del suo Governo razzista; liberazione di Marwan Barghouti (il Nelson Mandela palestinese in carcere dal 2002); piano per una confederazione israelo-palestinese sui generis; risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’ONU per dispiegare i “caschi blu” nei Territori. Utopie? Probabilmente. Ma gran parte degli israeliani e dei palestinesi non vuole più versare sangue: aspira solo alla requie, alla pace. Nel poema epico dei Maya c’è un brano che potrebbe ispirarli: «Ogni luna, ogni anno, ogni giorno, ogni vento arriva e passa. Anche tutto il sangue giunge al luogo del suo riposo (Toda sangre también llega al lugar de su quietud)».
Gli attacchi, via terra-mare-cielo, del governo israeliano su Gaza, come feroce ritorsione a quanto commesso, da Hamas il 7 ottobre scorso, non sembra una guerra ma un genocidio. Quello del popolo palestinese.
Con il popolo palestinese. Free Palestine.
Un’ottima riflessione di Alessandra Mecozzi, profonda conoscitrice della Palestina e cara compagna di strada.
“È incredibile ciò che queste ballerine sono riusciti a fare. Sindacalizzare qualsiasi luogo è difficile. Sindacalizzare uno strip club è molto più difficile”, dice Frankie Butler, un membro della Writers Guild of America. (...)
Il link per leggere l’articolo
Conoscere o ricordare la storia consente di capire meglio il presente.
Gideon Levy è editorialista di Ha’aretz e saggista israeliano.
"Le fake news, le teorie del complotto, le esagerazioni, il linguaggio millenarista o espresso in toni apocalittici hanno guadagnato spazio nella politica contemporanea, spinti come sono dall’emergere delle nuove estreme destre. Le loro espressioni, potenziate dal panico morale, si adattano bene alle questioni di genere e sessuali, spazi particolarmente sensibili capaci di risvegliare perfino le coscienze più dormienti, di arruolare guerrieri del mouse per le battaglie social più sanguinose.(...)"
Nuria Alabao è una gionalista, ricercatrice, antropologa e femminista spagnola.
Il link per leggere l’interessante articolo.
Pubblichiamo il link con un intervento di Lidia Cirillo, nostra maestra di pensiero e compagna di strada, su clesse e femminismo.
"(..)Come la storia dimostra, l’incontro tra marxismo e femminismo non si realizza una volta per tutte. In questa fase della vicenda politica l’esigenza di un nuovo incontro si verifica in un contesto assai diverso da quello della prima e della seconda ondata. Il marxismo conosce infatti una crisi profonda, non tanto dal punto di vista dell’elaborazione teorica quanto da quello della presenza nella lotta di classe, delle sue forme organizzative e di una discussione legata a un’esperienza di pratiche. Mentre questa crisi si consumava, le donne hanno conosciuto un’ascesa legata a esigenze economiche del capitalismo stesso e a elementi di natura culturale e politica. Idee che un tempo erano esclusive del femminismo si sono diffuse. Sono cresciute la presenza e la credibilità del movimento LGBTQ+. Questa dinamica inversa non poteva durare oltre un certo limite: una lotta di classe in larga misura unilaterale (cioè di parte padronale) ha innescato un ciclo politico globale di destra e con questo il rischio di un arretramento complessivo. Si può ipotizzare che in questo contesto tocchi alle donne femministe e marxiste il compito di prendere l’iniziativa di ricostruire una classe nel senso che Marx attribuisce al termine, a partire questa volta dalla sua componente femminile (...).
Il testo è tratto dalla rubrica "Intersezioni femministe" di Transform!Italia
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