IFE Italia

Il progetto di Educazione Popolare Femminista di IFE

I contenuti condivisi nel gruppo di lavoro europeo ("Altradimora"- Caranzano 27,28,29 agosto 2010)
mercoledì 22 settembre 2010

Benchè oggi in nessuna legislazione nazionale od europea si possa rintracciare la nozione di ineguaglianza dei sessi su base “naturale” o “divina”, i Paese d’Europa sono ben lontani dal promuovere l’eguaglianza sostanziale fra donne ed uomini.

Introduzione Benchè oggi in nessuna legislazione nazionale od europea si possa rintracciare la nozione di ineguaglianza dei sessi su base “naturale” o “divina”, i Paese d’Europa sono ben lontani dal promuovere l’eguaglianza sostanziale fra donne ed uomini. Le lotte delle donne hanno consentito di ottenere diritti importanti che hanno favorito l’autodeterminazione femminile ( il voto, i sistemi pubblici di protezione sociale, i codici di famiglia, l’interruzione volontaria della gravidanza, …) ma resta ancora moltissimo da fare sia sul piano materiale che su quello simbolico (cioè sulla conoscenza e sulla consapevolezza delle cause che determinano l’ineguaglianza fra donne e uomini).Inoltre, l’applicazione delle ricette neoliberiste degli ultimi trent’anni, il prepotente riaffacciarsi di fondamentalismi religiosi e la crisi economica, ambientale e sociale che sta investendo il mondo intero mette in discussione molti dei diritti ottenuti. Rispetto al passato oggi noi possediamo strumenti migliori di analisi della situazione. Le conoscenze teoriche e pratiche si sono sviluppate. Alcuni principi e valori affermati dai movimenti femministi hanno saputo contaminare organizzazioni politiche, sindacali, culturali e associative. A livello di affermazioni ufficiali non ci sono alcuna contrarietà o opposizione a quei principi e valori. Eppure, in realtà, non vi è stato un cambiamento reale perché esistono sottili meccanismi di “resistenza all’eguaglianza” (che agiscono anche all’interno di noi stesse) che impediscono una trasformazione vera. Anche a livello politico assistiamo a questa dicotomia fra retorica e pratica: pur se l’obiettivo dell’eguaglianza fra i sessi (nel lavoro, nella società e nella politica) è sbandierato a ogni piè sospinto e, in qualche Paese (Svezia, Spagna, Francia), diventa addirittura “legge”, la Politica aggredisce raramente i fondamenti dell’ineguaglianza fingendo di ignorare la natura sessista della nostra società strutturata sul sistema di potere patriarcale. Un sistema nel quale agisce uno schema: le donne, sia nella vita sociale sia in quella privata, hanno meno diritti e meno opportunità degli uomini, perché ritenute “Secondo sesso”, Simone de Beauvoir (come efficacemente l’ha definito una femminista del secolo scorso ma sempre attuale.) Vi sono studi, ricerche e analisi importanti di ricercatrici femministe che analizzano i sistemi di potere esistenti, ne mettono in luce le “sinergie” ed evidenziano le ricadute sulla vita concreta delle donne e sull’immagine femminile nella società. Sono, però, studi, ricerche e analisi che spesso restano confinate in ambienti o circoli ristretti. Per modificare la situazione esistente, le leggi sono necessarie ma da sole non bastano. Anche la più ambiziosa legge sulla parità non sarà in grado di ridurre il divario esistente, a parità di prestazione professionale, fra i salari delle donne e degli uomini né di ridistribuire in modo più equo fra i sessi i lavori gratuiti di riproduzione sociale. Così come non basta avere più donne nelle sedi decisionali se le opinioni delle donne continuano a essere considerate meno importanti di quelle degli uomini. Servono strumenti capaci di agire sul processo di costruzione sociale dell’“identità “ femminile e maschile, affrontare l’ineguaglianza di potere fra donne e uomini in particolare nella sfera economica e sociale, svelare le discriminazioni di genere, nel campo della costruzioni di stereotipi femminili, omofobia, pornografia, prostituzione, violenza contro le donne . I cambiamenti che sarebbero necessari per rafforzare l’autonomia delle donne , rimettono in discussione le strutture nascoste. Si tratta di dar loro luce, di svelarle e di discuterne apertamente per mettere in evidenza che essere una donna o un uomo condiziona in modo differente la vita quotidiana . Per una reale trasformazione della società (oggi ne abbiamo davanti agli occhi tutta l’evidenza) è dunque necessaria una presa di coscienza personale e collettiva delle strutture di potere che agiscono in essa e delle conseguenze concrete sulle nostre vite quotidiane. Per queste ragioni l’Iniziativa Femminista Europa (IFE) considera necessario promuovere un progetto di Educazione Popolare Femminista (EPF). Il Progetto di EPF di IFE Parliamo di progetto educativo e non di Scuola perché per noi l’unica Scuola possibile è quella Pubblica cioè di tutte/i e per tutte/i ( e mai come oggi è necessario riaffermare questo principio ) e perché non siamo interessate a trasmettere un sapere ma a costruire, circolarmente, consapevolezza e coscienza personale e politica. Durante le Assemblee europee di IFE del 2006 a Liegi e del 2007 a Colonia abbiamo cominciato a pensare all’EPF come ad un possibile strumento per il lavoro politico di IFE. Da allora l’idea di un progetto di EPF è divenuto un desiderio costante per IFE. Finalmente, quest’estate a Caranzano nella gradevolissima “Altradimora” della rivista “Marea” abbiamo finalmente “messo i piedi nel piatto”. Affrontare la questione non è stato facile perché non vi sono, in campo femminista, esperienze con queste caratteristiche cui potersi riferire. Eppure nell’epoca delle “passioni tristi” che alcune/i studiose/i ritengono possa ricordare la caduta dell’Impero romano e l’arrivo dei “barbari” ci è parso necessario, come suggerisce anche Silvia Vegetti Finzi, immaginare luoghi accoglienti dove ritrovare energia positiva , condividere pensiero, promuovere trasmissione, comunicazione e dialogo e , forse, essere in grado di divenire collettivamente quel “cambiamento che vogliamo rappresentare”. A fine agosto un gruppo di lavoro di IFE ( una dozzina di donne provenienti dalla Germania, dalla Francia e dall’Italia) ha iniziato a lavorare sul progetto cominciando a evidenziarne alcune caratteristiche:
-  approfondire e analizzare contenuti specifici
-  diffondere ricerche, studi, analisi di genere
-  curare e trasmettere la memoria sui contenuti, azioni, conquiste, sconfitte dei movimenti femministi
-  cercare incontri e relazioni con donne , native e migranti, di tutti gli ambienti possibili
-  dare forma ad un progetto concreto Attraverso la metodologia del “breanstorming” il gruppo ha lavorato sulla condivisione dei principi/valori, contenuti, metodologia , definendo altresì i possibili partners, gli strumenti e il reperimento risorse. In sintesi, il progetto di EPF di IFE dovrebbe essere : · fondato su principi e valori non negoziabili (la laicità , l’intreccio fra eguaglianza e differenza, l’universalità dei diritti delle donne, il superamento e la trasformazione dei sistemi di potere dominanti, la pace e la sicurezza….) · centrato su contenuti chiari e specifici legati alla condizione, materiale e simbolica delle donne ( “il privato è politico” per dare un corpo alla nostra storia; lavoro/welfare/diritti; laicità;stereotipi culturali e costruzione sociale dell’”identità”; incontro di culture/relativismo culturale; economia della riproduzione sociale versus economia della produzione; ambiente/salute/ alimentazione;…) · caratterizzato da una metodologia che privilegi orizzontalità e circolarità di trasmissione, comprensione, accessibilità e gratuità, semplicità e complessità, costanza, condivisione e apprendimento , non nozionismo; · in grado di utilizzare tutti gli strumenti possibili messi a disposizione dall’esperienza e dalle nuove tecnologie ( seminari,conferenze,giornate di studi,gruppi di lavoro, articoli,testi,atti, materiali ludici, cd, video, kit su temi specifici, percorsi formativi veri e propri,…) e a seconda del contesto e delle persone in cui e con cui si opera ; · capace di individuare i possibili canali di finanziamento pubblici e privati ; · efficace nella scelta dei possibili partners che possono essere suddivisi in co-organizzatori (per es. altre reti femministe), collaboratori ( per es. istituzioni pubbliche o organizzazioni politiche o sociali) o finanziatori ( per es. fondazioni,banche etiche, fondi comunitari) Il gruppo di lavoro di IFE presenterà la proposta elaborata al coordinamento europeo di Ife e incontrerà le responsabili degli altri gruppi di lavoro per elaborare, entro fine anno, il progetto vero e proprio da sperimentare nelle differente realtà in cui Ife è presente. Nicoletta Pirotta IFE Italia


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