IFE Italia

SOLIDARITÉ AVEC LES UNIVERSITAIRES ET CHERCHEURES DE L’UNIVERSITÉ DE LA MANOUBA EN TUNISIE

Solidarietà alle universitarie ed alle ricercatrici dell’Università di Tunisi
giovedì 29 dicembre 2011

Un gruppo di salafiti, in Tunisia, ha aggredito il preside della facoltà di lettere di La Manuba (Tunisi), perché il consiglio di facoltà ha deciso, nei giorni scorsi, di vietare il niqab cioè il velo integrale, nell’ateneo. Habib Kazdaghli , il preside, ha reso noto di essere stato aggredito oda un gruppo di manifestanti nei pressi dell’Università. Secondo l’agenzia di stampa tunisina Tap, l’accademico è stato strattonato, spintonato e fatto cadere a terra mentre tentava di spiegare a un gruppo di estremisti islamici i motivi che h lo avevano portato a sospendere le lezioni dopo le proteste per il divieto imposto alle studentesse di indossare il velo integrale. Già martedì infatti, gruppi di islamisti radicali avevano bloccato l’accesso alla facoltà di lettere, impedendo lo svolgimento delle lezioni e degli esami per protestare contro la decisione del Consiglio di facoltà e pretendendo una sala di preghiera all’interno della facoltà, corsi separati tra maschi e femmine, così come le docenze, maschili per gli studenti uomini , femminili per le studenti donne. Nel frattempo il neo Presidente tunisino liquida la "faccenda" con un laconico "ci son cose più importanti di cui occuparsi"....

Appel rediffusé par le M’PEP (Mouvement pour l’education populaire)

Le 27 décembre 2011.

La Faculté des lettres de l’université de La Manouba, près de Tunis (8 000 étudiants), est actuellement visée par des actions violentes de salafistes qui veulent imposer aux étudiantes le port du niqab dans les cours, et qui ont même agressé le doyen, l’historien Habib Khazdagli. Ils occupent l’étage de son bureau où il ne peut plus mettre les pieds. Le Conseil scientifique de l’université a décidé la fermeture de l’établissement.

Moncef Marzouki, avant son accession à la présidence de la République tunisienne, avait qualifié les salafistes de "hordes sauvages" dans une communication téléphonique avec le doyen Khazdaghli. Mais, après sa prise de fonctions - changement de ton -, il a déclaré, dans un entretien accordé au Journal du dimanche du 18 décembre 2011 au sujet de ces événements : "Cette histoire de niqab relève de la liberté individuelle de chacune. Qu’on en finisse et qu’on parle de sujets importants. Celui-ci est tout à fait marginal".

Les universitaires et chercheurs tunisiens comptent sur la solidarité de leurs collègues étrangers, et en premier lieu français, pour contribuer à arrêter cette lame salafiste qui veut régenter le pays. Cette solidarité peut se manifester par la signature du message ci-dessus à adresser à :

francoise.valensi@noos.fr ou marc.fellous@inserm.fr

Le M’PEP appelle à signer cet appel.


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