IFE Italia

La condizione delle e dei bambini in Italia

tratto dai dati diffusi da "Unicef" e "Save The Children"
martedì 27 gennaio 2015

Il 20 novembre scorso in occasione dei 25 anni della "Convenzione ONU per i diritti dell’infanzia" l’UNICEF e SAVE THE CHILDRIN hanno diffusi una serie di dati sulla condizione dell’infanzia in Italia e nel mondo.

Ne pubblichiamo un ampio stralcio.

Immagine: dipinto di Mary Cassat

Fonte : http://www.repubblica.it/solidariet...

(...) In Italia molte le nuove leggi a tutela dei bambini - dice Save The Children - ma resta il fatto che i minori sono appena il 16,7% della popolazione, il 13,8% dei bambini vive in povertà assoluta e la dispersione scolastica è al 17%. E comunque ci sono 50mila nuovi nati in meno rispetto a 25 anni fa

I bambini nel mondo.

Nel mondo, un milione di bambini vive in aree in conflitto e più di 1 miliardo e mezzo sperimenta qualche forma di violenza; 650 milioni sono in povertà estrema; 57 milioni non frequentano la scuola primaria e 250 milioni sono fuori da un percorso di istruzione e apprendimento.

Grazie all’adozione nel 1989 della Convenzione Onu sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, ratificata dall’Italia nel 1991, nel nostro paese sono state approvate nuove e importanti leggi che hanno sancito una nuova visione dei bambini, portatori di diritti e non più destinatari passivi di assistenza.

Manca un’agenda chiara di interventi.

Tuttavia questi leggi stentano a tradursi in una agenda chiara e definita di interventi e politiche per l’infanzia e il risultato è un’allarmante crescita del disagio e impoverimento fra i minori, sia a livello sociale che educativo: il 13,8% - pari a oltre 1,4 milioni - vive in povertà assoluta e la dispersione scolastica è al 17%, 7 punti percentuali sopra l’obiettivo europeo. Sullo sfondo, i grandi cambiamenti che ha conosciuto l’infanzia in questi ultimi 25 anni: il più impattante, la forte diminuzione della popolazione infantile - dal 22% al 16,7% della popolazione totale - mitigata solo in parte da una crescente presenza di bambini di origine straniera, pari al 10% dei minori; l’avvento delle nuove tecnologie ha visto nascere le prime generazioni 2.0, con l’85% di under 18 che possiede uno smartphone e che dunque ha la possibilità di connettersi in qualsiasi momento e in ogni luogo.

La lotta per i diritti.

Intanto fuori dai confini dell’Italia milioni di bambini lottano per vedere assicurati diritti fondamentali: 1 milione vive in aree in conflitto e più di 1 miliardo e mezzo sperimenta qualche forma di violenza; 650 milioni vivono in povertà estrema; 57 milioni non frequentano la scuola primaria e 250 milioni sono fuori da un percorso di istruzione e apprendimento; 230 milioni di bambini non sono registrati alla nascita; 3 bambini su 4 sperimentano una violenta disciplina a casa. In occasione della Giornata Mondiale dell’Infanzia (il 20 novembre) Save the Children ha lanciato la Campagna "Illuminiamo il Futuro" per il contrasto della povertà educativa in Italia, traccia un bilancio sulla situazione dell’infanzia nel nostro Paese e nel mondo.

Come è cambiata l’infanzia in 25 anni in Italia.

Sempre meno bambini e il 10% sono di origine straniera

L’aumento dei bambini figli di genitori stranieri, parallelamente a una costante diminuzione dei minori nel nostro paese, è uno dei cambiamenti più eclatanti degli ultimi 25 anni. I minori in Italia nel 1989 costituivano il 22% della popolazione, nel 2014 sono scesi al 16,7% L’indice di vecchiaia, il rapporto tra anziani di 65 anni o più e i ragazzi sotto i 15 anni, è tra i più elevati al mondo, 154, mentre nel 1989 era 90. Vi è una perdita secca nel numero dei nuovi nati: nel 1989 sono nati 576.268 bambini, a fronte dei 514.308 nati nel 2013. Il 10% dei minori è di origine straniera. E pensare che, nel 1993, la percentuale di bambini con genitori stranieri nati in Italia era dell’1,2% sul totale dei nati in quell’anno, mentre nel 2012 ( ultimi dati Istat) era del 15% dei nuovi nati. La contrazione della natalità è solo in parte compensata dalla presenza dei bambini di origine straniera che 25 anni fa era assolutamente residuale. Educazione e scuola.

Il 98,4% dei bambini va alla scuola dell’infanzia, ma il 17% poi si "disperde". Negli ultimi anni, è indubbiamente cresciuta la consapevolezza di quanto sia rilevante sviluppare nei bambini le capacità cognitive e socio emotive insieme alle competenze scolastiche, per garantire a tutti migliori opportunità di crescita personale. Nell’ultimo decennio, si è anche affermata l’idea di quanto sia necessario intervenire nella primissima infanzia per colmare le distanze tra individui avvantaggiati e individui che nascono in contesti svantaggiati e culturalmente deprivati. In generale, negli anni, è decisamente cresciuto il tasso di scolarità nella fascia 14-18, passato dal 66 al 93%, anche grazie all’innalzamento dell’obbligo scolastico fino ai 16 anni. Tuttavia, molti di questi ragazzi e, in misura inferiore, ragazze, che si iscrivono alla scuola secondaria di secondo grado o a corsi professionali non completano gli studi.

La povertà assoluta.

Il 13,8% dei bambini italiani - oltre 1,4 milioni - vive in povertà assoluta ma gli investimenti per infanzia e famiglia rappresentano appena il 4,8% della spesa sociale. "La povertà minorile è una emergenza assoluta. Per contrastarla, è cruciale prevedere misure specifiche, quali il supporto alle famiglie, il rafforzamento dei servizi di welfare, la diffusione e la stabilizzazione di misure specifiche di sostegno alle famiglie in povertà estrema con bambini con la nuova social card2. Inoltre l’Italia deve assolutamente dotarsi di uno strumento universale di lotta alla povertà, di cui è priva", sottolinea Raffaela Milano, presidente di Save The Children.

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