IFE Italia

Maternità

di Antonia Sani
sabato 5 marzo 2016

Pubblichiamo volentieri un altro interessante contributo sul complesso tema della "maternità surrogata"

Grazie ad Antonia Sani, amica di penna e di lotta femminista, per aver dato il consenso alla pubblicazione.

Il dibattito non si arresta. E’ giusto che sia così. Il tema sta venendo allo scoperto nelle sue linee caratterizzanti.

Punto primo: la maternità non è un diritto. Non tutte le aspirazioni si trasformano automaticamente in diritti. Il diritto delle donne sta nell’autodeterminazione, faccia fondamentale del principio di libertà.

Il diritto riguarda la tutela e l’assistenza pubblica alle donne e ai figli nel momento in cui la maternità si realizza.

Una donna sterile può:

- tentare ogni cura per potere riuscire a procreare rispondendo a un suo desiderio ( non è un diritto).Il servizio sanitario nazinale ha il dovere di aiutarla per i danni psicofisici che questa aspirazione non risolta può provocare alla sua salute;

- decidere di adottare un bambino o una bambina ( perché da noi solo una "coppia" e " eterosessuale" può accedere all’adozione?)

- decidere di rivolgersi ad altre forme di intervento, una delle quali è quella della "maternità surrogata". ( In Italia è vietata, ma dovrebbe esserne vietato lo sfruttamento e il mercimonio, non l’accordo intercorrente tra i soggetti interessati nel quale la legge non può interferire). Si è parlato di "dono" di vari organi del corpo umano (il più comune è il dono del rene,del sangue..). Pensiamo anche all’allattamento al seno. Quando ero piccola vedevo le balie friulane e abruzzesi nei loro tradizionali costumi allattare i bambini e le bambine di mamme benestanti che non potevano allattare. Esse lasciavano nei loro casolari la prole appena partorita per guadagnarsi da vivere offrendo una parte del loro corpo , e ciò era considerato "normale". I loro figli e figlie venivano allattati da puerpere amiche che offrivano la loro solidarietà.

Con queste diverse modalità una donna può risolvere la sua aspirazione alla maternità che la natura ha negato al suo corpo.

Oggi l’avanzare del concetto di’"economia del dono" apre la strada a rapporti intercorrenti tra gli esser umani che non sono quelli dello sfruttamento e del mercato come un’ottica miope e faziosa della destra vuol a tutti i costi far apparire. ( lo stesso vale per il tema della prostituzione sessuale, che se atto liberamente scelto non deve essere più identificato con questo marchio indistinto e infamante).

Veniamo al punto caldo di questi giorni: la maternità delle coppie omosessuali.

Qui il problema è diverso per l’omosessualità maschile e femminile.

La natura ha reso più semplice la soluzione nel caso si tratti dell’unione di due donne. E’ rara la situazione che entrambe le donne siano sterili; quindi una delle due può felicemente essere la madre biologica, e l’adozione della prole da parte della compagna pare possa essere possibile.(?). Il seme del donatore rimane ignoto.

Nel caso di due uomini la situazione è sicuramente più complessa.

Il desiderio di paternità-maternità si esprime nel seme di uno dei due, colui che di comune accordo sarà il padre biologico.

La ricerca di una donna che sia la madre biologica dovrebbe essere possibile anche in Italia, una volta sanzionato lo sfruttamento e il mercimonio, qualora se ne venisse pubblicamente a conoscenza... L’espressione "utero in affitto" deve essere bandita. Anche "maternità aurrogata" non è gran ché. Io preferirei "maternità biologica".

La convivenza di due esseri umani di sesso maschile può essere coronata dalla presenza di un figlio/figlia che porti nel DNA il segno ereditario di uno dei due compagni. Non è un diritto, ma il soddisfacimento di un’aspirazione che arricchisce l’umanità. Perché impedirlo, facendo sì che solo le persone più facoltose possano permettersi i famosi viaggi in cliniche estere?

Concludo con un’ultima considerazione: nel caso di due donne conviventi entrambe sterili, nessun segno fisico del loro DNA verrà trasmesso nel nascituro/a. Madre biologica e padre biologico sarebbero altro da loro. Ma, allora, sarà davvero più conveniente per loro adottare uno dei tanti bimbi e bimbe rimasti privi dei genitori. Siamo tutt’occhi e tutt’orecchi in attesa della promessa legge sulle adozioni.....


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