IFE Italia

"Dipende"

di Lidia Cirillo
domenica 6 marzo 2016

Ecco ora l’intervento di Lidia Cirillo, che ringraziamo per averci dato il consenso alla pubblicazione.

Il testo riprende quanto scritto da Imma Barbarossa ed Antonia Sani ed aggiunge altri sostanzioni spunti di riflessione sul tema.

1) Condivido in modo particolare l’intervento di ANTONIA, ma non ripeterò i suoi argomenti. Un primo problema mi pare sia quello del rapporto tra femminismo e maternità. Al tempo della famigerata legge 40 sulla "procreazione assistita" non ci fu verso di ottenere un minimo di protesta da parte di settori importanti del femminismo che preferirono prendersela con il desiderio di essere madri " a ogni costo" e anche allora invocarono le adozioni come alternativa. Oggi le adozioni di bambine e bambini migranti, allora l’ adozione dei bambini e delle bambine che marcivano negli istituti religiosi. Ora, mi si dovrebbe spiegare prima di tutto perché il desiderio di una prole con il proprio DNA dovrebbe essere politicamente scorretto. E’ vero che la riduzione della donna a madre è stata giustamente uno dei bersagli del femminismo radicale, ma non si possono mescolare così piani diversi dal simbolico, al politico, all’effettivo ecc. Il desiderio di maternità non ha a che fare solo con l’identità femminile costruita dagli stereotipi patriarcali o con la gioia di spupazzare un bebé. C’entrano molte altre cose tra le quali il fantasma della nostra mortalità e il bisogno di pensare che continueremo a vivere in qualche modo oltre noi stessi-e. Se l’insieme dei desideri che fanno spesso preferire la genitorialità biologica può essere appagato senza ledere condizioni di esistenza altrui, in base a quali considerazioni etiche e politiche non bisognerebbe farlo?

2) Mi dispiace di dover adoperare una parola chiave di Concita De Gregorio con cui non sono stata finora mai d’accordo su nulla. La parola è "DIPENDE". Mettere tutto sotto il titolo UTERO IN AFFITTO serve a creare un’ immediata repulsione. Anche MATERNITA’ SURROGATA non è una gran cosa, ma per ora non c’è sul mercato altra formula capace di rendere sinteticamente l’idea. La differenza non è nella GRATUITA’ o nella RETRIBUZIONE. Si tratta del fenomeno ben più complesso per cui il capitale tende a sussumere quasi l’intera vita degli esseri umani nella sua ricerca di attività e di corpi in cui deporre le proprie uova. Se gay ricchi del nord del mondo colonizzano a pagamento l’utero di donne povere del sud, la colpa non è della pratica in sé ma nella logica dello sviluppo capitalistico. Questo non vuol dire che la pratica in sé sia sempre innocente. Appunto "DIPENDE".

3)Vediamo alcuni casi concreti di maternità surrogata. Per esempio, ho visto un servizio in televisione in cui si raccontava di due lesbiche una delle quali ha ospitato l’ovulo fecondato della compagna. Si è trattato evidentemente di un modo per avere un-a figlio-a che fosse di entrambe. Un atto di solidarietà e di amore. Per esempio, so di una giovane che ha prestato il proprio utero all’ovulo fecondato della sorella che non avrebbe sopportato la fatica della gravidanza e del parto per una malformazione cardiaca. Per esempio, nella comunità LGBT vige la pratica del mutuo soccorso per cui ci si scambiano ovuli e sperma e si creano poi grandi e numerose famiglie. C’è in queste pratiche qualcosa che lede gli interessi delle bambine e dei bambini? C’è il pregiudizio certo, ma il problema è ancora e sempre quello.

4) La lettera di Imma al Manifesto è divertente e intelligente, ma vorrei farle notare che la storia di Agar parla di un rapporto SCHIAVA- PADRONA in un contesto di patriarcato assoluto. Da allora qualcosa è cambiato o no? Il rapporto tra due donne libere entrambe e magari anche innamorate mediato da un anonimo schizzo di sperma è tutt’altra cosa o no? Inoltre la critica giustissima dell’oblatività femminile ha poco a che fare con il fatto che si può talvolta anche fare un dono a una persona di sesso maschile. Scagli la prima pietra la femminista a 40 carati che non ha mai fatto un dono (nel senso più alto e lato del termine) a un marito, a un figlio, a un amico. TUTTO BENE QUINDI NELLA MATERNITA’ SURROGATA. NEMMENO PER SOGNO..... "DIPENDE"


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