IFE Italia http://www.ifeitalia.eu/ it SPIP - www.spip.net IFE Italia http://www.ifeitalia.eu/IMG/siteon0.jpg http://www.ifeitalia.eu/ 144 144 Il lavoro non è un gioco http://www.ifeitalia.eu/spip.php?article1846 http://www.ifeitalia.eu/spip.php?article1846 2024-01-14T15:48:13Z text/html it "L'Inail ha riconosciuto la malattia da stress da lavoro correlato a una commessa di Mondo Convenienza, dove tutto viene fatto per misurare meriti e carenze. E i diritti diventano i premi della gara interna a chi produce di più." (...) https://jacobinitalia.it/il-lavoro-... - <a href="http://www.ifeitalia.eu/spip.php?rubrique17" rel="directory">7.2 Eguaglianza,economia, diritti,welfare</a> <img class='spip_logos' alt="" align="right" src="http://www.ifeitalia.eu/IMG/arton1846.jpg" width='150' height='102' style='height:102px;width:150px;' /> <div class='rss_chapo'><p>"L'Inail ha riconosciuto la malattia da stress da lavoro correlato a una commessa di Mondo Convenienza, dove tutto viene fatto per misurare meriti e carenze. E i diritti diventano i premi della gara interna a chi produce di più." (...)</p></div> <div class='rss_texte'><p><a href='https://jacobinitalia.it/il-lavoro-non-e-un-gioco/' class='spip_out' rel='nofollow external'>https://jacobinitalia.it/il-lavoro-...</a></p></div> Corpo, tempo e piattaforme http://www.ifeitalia.eu/spip.php?article1844 http://www.ifeitalia.eu/spip.php?article1844 2024-01-03T18:43:30Z text/html it Il link per leggere il corposo articolo di Rota che stimola riflessioni importanti sul senso del lavoro, oggi. immagine. dal film "Tempi moderni" du Charlie Chaplin. https://comune-info.net/corpo-tempo... - <a href="http://www.ifeitalia.eu/spip.php?rubrique17" rel="directory">7.2 Eguaglianza,economia, diritti,welfare</a> <img class='spip_logos' alt="" align="right" src="http://www.ifeitalia.eu/IMG/arton1844.jpg" width='150' height='85' style='height:85px;width:150px;' /> <div class='rss_chapo'><p>Il link per leggere il corposo articolo di Rota che stimola riflessioni importanti sul senso del lavoro, oggi.</p> <p>immagine. dal film "Tempi moderni" du Charlie Chaplin.</p></div> <div class='rss_texte'><p><a href='https://comune-info.net/corpo-tempo-e-piattaforme/?utm_source=mailpoet&utm_medium=email&utm_campaign=Da+trent%27anni+c%27%C3%A8+un+mondo+nuovo' class='spip_out' rel='nofollow external'>https://comune-info.net/corpo-tempo...</a></p></div> Questo non è un mondo per bambini http://www.ifeitalia.eu/spip.php?article1830 http://www.ifeitalia.eu/spip.php?article1830 2023-11-10T10:47:06Z text/html it "Il rispetto della personalità del bimbo e della sua originalità, sosteneva Maria Montessori, medica e pedagogista, può migliorare la società umana e “conquistare alla pace e alla tolleranza l'umanità intera”. I bambini hanno un forte senso di dignità personale e una profonda sensibilità che dovrebbero obbligare a trattarli con rispetto. Gli adulti che lo circondano dovrebbero dar loro ascolto, riconoscendo come degni di considerazione i loro sentimenti e le loro idee e, perché no, i loro sogni." (...) - <a href="http://www.ifeitalia.eu/spip.php?rubrique17" rel="directory">7.2 Eguaglianza,economia, diritti,welfare</a> <img class='spip_logos' alt="" align="right" src="http://www.ifeitalia.eu/IMG/arton1830.jpg" width='127' height='150' style='height:150px;width:127px;' /> <div class='rss_chapo'><p>"Il rispetto della personalità del bimbo e della sua originalità, sosteneva Maria Montessori, medica e pedagogista, può migliorare la società umana e “conquistare alla pace e alla tolleranza l'umanità intera”. I bambini hanno un forte senso di dignità personale e una profonda sensibilità che dovrebbero obbligare a trattarli con rispetto. Gli adulti che lo circondano dovrebbero dar loro ascolto, riconoscendo come degni di considerazione i loro sentimenti e le loro idee e, perché no, i loro sogni."</p> <p>Immagine: da Pinterest</p></div> <div class='rss_texte'><p>Ha ragione il mio amico Paolo Limonta che in un post sulla sua pagina di FB scrive che si deve “stare in silenzio quando i bambini dormono non quando muoiono…”. Ecco proprio per questo non voglio stare zitta anche perché oltre ai tanti, troppi bambini che muoiono nelle guerre che ancora insanguinano il pianeta o nella ricerca di luoghi di vita più sicuri, ce ne sono tanti, troppi, che hanno paura di morire, che conoscono da vicino la violenza, che attraversano il mare su barconi fatiscenti, che vengono derubati di diritti e di infanzia. Perché il morire ha tante dimensioni differenti, non solo quella fisica.</p> <p>Trovo stucchevole la retorica di cui l'infanzia è fatta oggetto quando c'è bisogno di far commuovere per influenzare l'opinione pubblica. Giudico intollerabile che, benché sulla terra vivano 8 miliardi di esseri umani (il numero più alto mai registrato finora) in occidente ci si preoccupi del calo delle nascite: sul Sole 24 Ore dello scorso 30 gennaio, campeggiava sulla prima pagina la scritta “190.000 nascite in meno in tutta l'Unione Europea” secondo la previsione che Eurostat fa per il 2030 in rapporto al 2020. Al contrario molto meno ci si preoccupa della condizioni di vita delle bambine e dei bambini che sono già venuti al mondo.</p> <p>Alcuni dati aiutano a capire meglio quanto sia drammatica la situazione.</p> <p>Guerre Tra il 2005 e il 2022, Unicef ha valutato che almeno 120 mila bambini siano rimasti uccisi o mutilati nelle guerre in Africa, Asia, Medio Oriente e America Latina. Le Nazioni Unite hanno accertato ben 315.000 gravi violazioni contro i minori nei diversi conflitti. In Ucraina, nella guerra seguita all'invasione russa, sono morti 503 bambini mentre 1.161 risultano dispersi secondo i dati emersi dalla ricerca dell'Universities Network for Children in Armed Conflict UNECHT AC e registrati nel corso delle indagini svolte sul campo.</p> <p>Come scrive Maria Di Pietro nell'articolo La strage degli innocenti ad oggi sono 3.595 i bambini uccisi nella striscia di Gaza da due settimane, nel corso di un genocidio senza fine (perpetrato dal governo israeliano in feroce e spropositata risposta all'attentato di Hamas dello scorso 7 ottobre nel quale vennero uccisi 40 bambini, ndr). Sempre a Gaza sono “più di mille i bimbi ancora sotto le macerie, le madri scrivono i loro nomi sulle braccia per identificarli in caso di bombardamento”.</p> <p>Migrazioni Un articolo su L'Unità dello scorso 8 aprile sottolineava che, da gennaio 2023 ad oggi, sono ben 280 i bambini morti o scomparsi solo quest'anno, cercando di attraversare la rotta migratoria del Mediterraneo centrale, dal Nord Africa all'Europa. Aggiungo che per i bambini e le bambine che riescono a sbarcare con uno o entrambi i genitori non è previsto, se non in rari casi, uno specifico sostegno psicologico vista la non facile esperienza vissuta nel viaggio. Me ne sono accorta in prima persona quando ho aperto uno spazio per il gioco dei bambini all'interno del “campo profughi” di Como. I loro disegni più delle loro parole esprimevano un disagio interiore che avrebbe dovuto essere accolto, nominato, spiegato per poter essere elaborato. I bambini non sono un'appendice dei genitori, sin da piccolissimi hanno capacità, attitudini, emozioni, sentimenti propri che vanno riconosciuti, compresi, sperimentati per consentire loro di crescere in modo appropriato.</p> <p>Diritti I dati di Save the Children evidenziano che, nel mondo, per 1 bambino su 3 l'infanzia è un diritto negato. Sono ancora troppi i minori che muoiono per malattie curabili, non hanno cibo, non possono andare a scuola o sono costretti a lavorare precocemente. A livello globale, sono 160 milioni i bambini tra i 5 e i 17 anni, nelle maglie dello sfruttamento lavorativo, di cui quasi la metà, 79 milioni, costretti a svolgere lavori duri e pericolosi, che possono danneggiare la loro salute ed il loro sviluppo psico-fisico.</p> <p>Per quanto riguarda l'Italia dall'indagine di sul lavoro minorile “Non è un gioco” condotta da Save the Children insieme alla Fondazione Di Vittorio, emerge che “336 mila minorenni di età compresa tra 7 e 15 anni hanno avuto esperienze di lavoro, praticamente il 6,8% della popolazione di quell'età, mentre è del 20% la percentuale dei 14-15enni che hanno lavorato prima dell'età legale consentita: 1 minore su 5”.</p> <p>Secondo lo studio di Oms-Unicef-Lancet, “A Future for the World's Children?”, pubblicato nel febbraio 2020, nessuna nazione del pianeta sta attualmente proteggendo in modo adeguato le nuove generazioni dalle molteplici minacce quali conflitti, forti disuguaglianze sociali, pratiche commerciali predatorie, effetti dei cambiamenti climatici (una delle principali minacce per le nuove generazioni) e degrado della qualità ambientale. A 5 anni di distanza dalla definizione dei Sustainable Development Goals (Sdgs) non si registrano grandi progressi soprattutto per la salute delle nuove generazioni. L'inquinamento ambientale, stili di vita nocivi, alimentazione carente o non salubre rappresentano per milioni di bambini e adolescenti la normalità di vita e non solo nei Paesi a basso reddito. Nei paesi industrializzati, infatti, il precoce abuso di alcool e il cosiddetto “cibo spazzatura” proposto da campagne pubblicitarie ossessive ed accattivanti, sono fattori di rischio che creano i presupposti per malnutrizione e degrado.</p> <p>Tratta, sfruttamento sessuale</p> <p>In Italia le nuove vittime di tratta e sfruttamento identificate nel 2021 sono state 757: nel 35% dei casi, cioè uno su tre si tratta di minori, 96 dei quali bambini e 168 bambine. È quanto emerge dal rapporto “Piccoli schiavi invisibili” prodotto da Save the Children e diffuso nel luglio scorso in vista della “Giornata internazionale contro la tratta di esseri umani”. Tra le forme di sfruttamento prevale quello sessuale (38%) seguito da quello lavorativo (27,3%). La maggior parte delle vittime di tratta e sfruttamento sono invisibili: quelle identificate, nel mondo, nel periodo 2017-2020 si aggirano intorno ai 190.000 casi, un numero che è solo la piccola punta di un gigantesco iceberg. Chi ha sofferto di più per mano dei trafficanti, secondo gli ultimi dati, sono state le donne (42%) e i minori (35%), mentre le principali forme di sfruttamento sono state di tipo lavorativo o sessuale, in proporzioni praticamente identiche, rispettivamente 38,8% e 38,7%.</p> <p>Dentro un quadro così fosco, conforta un poco il dato di Unicef secondo il quale dal 2000 il numero di bambini a cui è stata “rubata” l'infanzia è sceso da 970 milioni a 690. Qualche passo avanti è stato fatto, in quasi tutti i paesi del mondo, ma il lavoro da fare resta ancora molto.</p> <p>Un lavoro che, credo, dovrebbe fondarsi su due livelli, egualmente importanti.</p> <p>Il primo è quello che riguarda i diritti. Il 20 novembre 1989 l'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha approvato a New York la “Convenzione sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza” (Crc – Convention on the Rights of the Child). Il 27 maggio 1991 il trattato è stato ratificato dall'Italia con la legge n. 176. Grazie alla “Convenzione” bambini e ragazzi minorenni non dovrebbero più essere considerati come oggetti passivi di tutela e protezione, ma soggetti titolari di diritti propri.</p> <p>Si è assistito, contemporaneamente, ad un positivo cambiamento nel diritto di famiglia italiano: un tempo si parlava di patria potestà, poi di potestà genitoriale ed infine dopo la ratifica della Convenzione si è parlato positivamente di responsabilità genitoriale. I diritti indicati nella Convenzione sono, però, come i dati di cui sopra dimostrano, ancora troppo spesso disattesi. Sarebbe bene che la politica in generale e non solo chi si occupa di infanzia si assumesse la responsabilità di renderli, finalmente, esigibili.</p> <p>L'altro livello è quello che riguarda l'idea di società e delle modalità dello stare al mondo. Come scrivevo poco sopra le bambine e i bambini non sono appendici dei genitori. Sin da piccolissimi hanno capacità, attitudini, emozioni, sentimenti propri che vanno riconosciuti, compresi, valorizzati per consentire loro di crescere in modo armonico. I loro diritti invece sono troppo spesso sottaciuti o rimossi.</p> <p>Faccio un esempio concreto: l'asilo nido pubblico è senza dubbio un servizio sociale nel senso che consente ai genitori, in particolare alle donne su cui ricade ancora un carico pesante nell'accudimento dei figli, di conciliare casa e lavoro. Ma esso deve essere considerato, in primis, un servizio educativo ineludibile perché risponde al diritto dei bambini di crescere sperimentando tutte le proprie competenze, specie quelle sociali (imparando, per esempio, sin da piccoli a gestire i conflitti senza che vi siano né vinti né vincitori…). Invece l'asilo nido, nel nostro Paese, nonostante le novità introdotte dalla legge su “Buona scuola” (n. 107/2015) e dal Dlgs 65/2017 che ha regolato il sistema di educazione da zero a sei anni, non è stato ancora escluso dai servizi a domanda individuale, cioè da quelli (come le piscine comunali!) che non sono poste in essere per obbligo istituzionale e che vengono utilizzate a richiesta dell'utente (in questo caso le famiglie).</p> <p>Il rispetto della personalità del bimbo e della sua originalità, sosteneva Maria Montessori, medica e pedagogista, può migliorare la società umana e “conquistare alla pace e alla tolleranza l'umanità intera”. I bambini hanno un forte senso di dignità personale e una profonda sensibilità che dovrebbero obbligare a trattarli con rispetto. Gli adulti che lo circondano dovrebbero dar loro ascolto, riconoscendo come degni di considerazione i loro sentimenti e le loro idee e, perché no, i loro sogni. Una società che accoglie e si prende cura, collettivamente, dell'infanzia sarebbe un bel passo avanti nella costruzione di un altro mondo possibile.</p></div> Le spogliarelliste di Los Angeles hanno ottenuto un sindacato. Ma la danza non è finita. http://www.ifeitalia.eu/spip.php?article1826 http://www.ifeitalia.eu/spip.php?article1826 2023-10-18T15:50:04Z text/html it “È incredibile ciò che queste ballerine sono riusciti a fare. Sindacalizzare qualsiasi luogo è difficile. Sindacalizzare uno strip club è molto più difficile”, dice Frankie Butler, un membro della Writers Guild of America. (...) Il link per leggere l'articolo https://transform-italia.it/le-spog... - <a href="http://www.ifeitalia.eu/spip.php?rubrique17" rel="directory">7.2 Eguaglianza,economia, diritti,welfare</a> <img class='spip_logos' alt="" align="right" src="http://www.ifeitalia.eu/IMG/arton1826.jpg" width='150' height='113' style='height:113px;width:150px;' /> <div class='rss_chapo'><p>“È incredibile ciò che queste ballerine sono riusciti a fare. Sindacalizzare qualsiasi luogo è difficile. Sindacalizzare uno strip club è molto più difficile”, dice Frankie Butler, un membro della Writers Guild of America. (...)</p> <p>Il link per leggere l'articolo</p></div> <div class='rss_texte'><p><a href='https://transform-italia.it/le-spogliarelliste-di-los-angeles-hanno-ottenuto-un-sindacato-ma-la-danza-non-e-finita/' class='spip_out' rel='nofollow external'>https://transform-italia.it/le-spog...</a></p></div> La Natura della crisi http://www.ifeitalia.eu/spip.php?article1817 http://www.ifeitalia.eu/spip.php?article1817 2023-09-14T13:58:34Z text/html it Nella rubrica "Intersezioni femministe" della rivista settimanale di Transform!Italia si parla si ecofemminismo con un testo di Françoise d'Eaubonne, scrittrice e attivista femminista. "Il pensiero di D'Eaubonne risiede nella focalizzazione antipatriarcale dell'ecofemminismo: nella sua visione del mondo dove l'oppressione delle donne viene connessa allo sfruttamento dell'ambiente. Il capitalismo, con la sua devastazione estrattivista finalizzata al profitto, è un fenomeno patriarcale. Come (...) - <a href="http://www.ifeitalia.eu/spip.php?rubrique17" rel="directory">7.2 Eguaglianza,economia, diritti,welfare</a> <img class='spip_logos' alt="" align="right" src="http://www.ifeitalia.eu/IMG/arton1817.jpg" width='150' height='145' style='height:145px;width:150px;' /> <div class='rss_chapo'><p>Nella rubrica "Intersezioni femministe" della rivista settimanale di Transform!Italia si parla si ecofemminismo con un testo di Françoise d'Eaubonne, scrittrice e attivista femminista.</p> <p>"Il pensiero di D'Eaubonne risiede nella focalizzazione antipatriarcale dell'ecofemminismo: nella sua visione del mondo dove l'oppressione delle donne viene connessa allo sfruttamento dell'ambiente. Il capitalismo, con la sua devastazione estrattivista finalizzata al profitto, è un fenomeno patriarcale. Come scrivono Myriam Bahaffou e Julie Gorecki nella prefazione alla riedizione francese di Le féminisme ou la mort: “La teoria femminista di D'Eaubonne non è dunque una semplice giustapposizione di femminismo ed ecologia, ma piuttosto un'analisi del “sistema mondo”a partire da una prospettiva che pone al centro gli esseri sfruttati. In Il femminismo o la morte ci mostra non solo che la minaccia ecologica che incombe su tutte le forme di vita rappresenta una priorità, ma anche che quest'ultima è inscindibile dalle altre lotte.”</p> <p>Volentieri pubblichiamo.</p></div> <div class='rss_texte'><p><a href='https://transform-italia.it/la-natura-della-crisi/' class='spip_out' rel='nofollow external'>https://transform-italia.it/la-natu...</a></p></div> Sono passato oltre vent'anni da Genova 2001. Conversazione con Vittorio Agnoletto http://www.ifeitalia.eu/spip.php?article1811 http://www.ifeitalia.eu/spip.php?article1811 2023-07-24T17:02:37Z text/html it " Le nostre idee non moriranno mai..." https://transform-italia.it/sono-pa... - <a href="http://www.ifeitalia.eu/spip.php?rubrique17" rel="directory">7.2 Eguaglianza,economia, diritti,welfare</a> <img class='spip_logos' alt="" align="right" src="http://www.ifeitalia.eu/IMG/arton1811.jpg" width='150' height='82' style='height:82px;width:150px;' /> <div class='rss_chapo'><p>" Le nostre idee non moriranno mai..."</p></div> <div class='rss_texte'><p><a href='https://transform-italia.it/sono-passati-oltre-ventanni-da-genova-2001-conversazione-con-vittorio-agnoletto/' class='spip_out' rel='nofollow external'>https://transform-italia.it/sono-pa...</a></p></div> Francia: la lotta non va in pensione http://www.ifeitalia.eu/spip.php?article1805 http://www.ifeitalia.eu/spip.php?article1805 2023-06-16T14:10:10Z text/html it Sulla bella manifestazione parigina contro la riforma delle pensioni “En retrait mais pas en retraite” (Per le pensioni ma non in ritirata). Comincio a parlare delle manifestazioni francesi che contestano la riforma sulle pensioni che innalza l'età pensionabile, voluta da Macron e dal suo governo, con uno slogan. Uno slogan azzeccato, coniato da France Insoumise, che esprime bene l'atteggiamento di chi sta lottando: sebbene la riforma sia diventata legge, la lotta non si ferma. E infatti è (...) - <a href="http://www.ifeitalia.eu/spip.php?rubrique17" rel="directory">7.2 Eguaglianza,economia, diritti,welfare</a> <img class='spip_logos' alt="" align="right" src="http://www.ifeitalia.eu/IMG/arton1805.jpg" width='150' height='101' style='height:101px;width:150px;' /> <div class='rss_chapo'><p>Sulla bella manifestazione parigina contro la riforma delle pensioni</p></div> <div class='rss_texte'><p>“En retrait mais pas en retraite” (Per le pensioni ma non in ritirata).</p> <p>Comincio a parlare delle manifestazioni francesi che contestano la riforma sulle pensioni che innalza l'età pensionabile, voluta da Macron e dal suo governo, con uno slogan. Uno slogan azzeccato, coniato da France Insoumise, che esprime bene l'atteggiamento di chi sta lottando: sebbene la riforma sia diventata legge, la lotta non si ferma. E infatti è ancora molto alto in Francia il malcontento sociale per la controversa riforma delle pensioni, ben quattordici le mobilitazioni indette dall'intersindacale dal 1° marzo di quest'anno, l'ultima delle quali si è svolta lo scorso 6 giugno.</p> <p>Trovandomi a Parigi, ospite di una cara amica e compagna femminista, ho potuto partecipare al corteo che partendo dalla spianata des Invalides si è snodato fino a Place d'Italie passando per Montparnasse. I cortei si sono tenuti anche in altre 14 grandi città francesi, a conferma che rimane forte lo spirito combattivo delle lavoratrici e dei lavoratori e la volontà di agire il conflitto sociale. La CGT (Confederation General du Travail) stima che, nel Paese, siano scese/i in piazza oltre un milione di francesi, a Parigi circa 300.000, benché le forze di polizia abbiano parlato di 30.000 manifestanti. Un numero, quello dichiarato dalla Polizia, che mi pare davvero sottostimato: il corteo affollato fin dall'inizio si è continuamente ingrandito nel passaggio fra i diversi quartieri.</p> <p>Tante le sigle di sindacati, partiti, collettivi, associazioni, movimenti… La riuscita delle manifestazioni non era scontata perché, fra gli organizzatori, era forte la paura che, dopo l'approvazione della legge sulla riforma pensionistica, ci sarebbe potuto essere un riflusso. Ed invece un riflusso non c'è stato, benché, come hanno scritto alcuni giornali, la partecipazione sia stata più bassa di quelle precedenti.</p> <p>Forse ha stimolato la partecipazione il fatto che giovedì 8 giugno in Parlamento era previsto un altro voto, quello per abrogare la legge di riforma pensionistica, come richiesto da alcune forze politiche, e quindi aveva un senso fare pressione sui parlamentari.</p> <p>Il voto, invece, non c'è stato a riprova che la democrazia non funziona più tanto bene in nessuna parte del vecchio continente…</p> <p>Tornando al corteo devo dire che alcuni aspetti mi hanno davvero impressionato. Prima di tutto la compattezza, non di facciata, del fronte per il no alla riforma pensionistica.</p> <p>Sia l'intersindacale, che raccoglie sindacati di diversa natura (la Confederati on Generale du Travail, Force Ouvriere, la Confedferation Françaises Democratique du Travail, che pure non sarebbe contraria ad un confronto con il governo, l'Union Syndicale Solidaires, la Confederation Paysanne, solo per citarne alcuni), sia le forze politiche di sinistra, “moderata” o “radicale” che sia (fra le tante ricordo France Insoumise, Parti Comuniste Français, Parti Socialiste, benché spaccato al proprio interno, Nouvel Parti Anticapitaliste, Lutte Ouvriere, Europe-Ecologie Les Verts) hanno saputo mantenersi uniti pur nelle differenze politiche, di posizionamento e di contenuto, che li attraversano. Al termine della manifestazione e dopo il non voto in Parlamento tutti hanno dichiarato che la lotta continuerà perché i motivi che la rendono necessaria non sono legati esclusivamente alla legge sulle pensioni ma a tutte le politiche sociali del governo Macron.</p> <p>In particolare Jean-Luc Mélenchon, leader di France Insoumise, in una delle tante interviste, ha avuto modo di dire che “la lotta non finirà. Il diritto alla pensione è un dibattito che dura fin da 1905 […] È necessario cogliere anche la virtù pedagogica delle mobilitazioni odierne. Abbiamo saputo vincere sul piano delle idee: la maggioranza del popolo francese è convinta che la pensione a 60 anni è cosa buona. È come sull'altalena: la nostra ora arriverà!”.</p> <p>Questa settimana è previsto un incontro dell'intersindacale, vedremo cosa ne sortirà. Ma le premesse per continuare a lottare ci sono tutte.</p> <p>L'altro aspetto che voglio sottolineare riguarda la forte presenza di giovani, in particolare studenti (da licei, università, collettivi), cosa non scontata visto il tema al centro della mobilitazione. In Francia, come ovunque, la precarizzazione del lavoro e della vita fa sì che la pensione resti quasi un miraggio per le nuove generazioni. Per questo alcuni collettivi hanno spiegato che la loro presenza era determinata dal fatto che “questa lotta va al di là della riforma pensionistica, essa è l'espressione di un forte disagio verso le politiche di Macron. Ci sono tantissimi motivi per lottare, prima di tutto per l'ambiente”.</p> <p>A riprova che il disagio travalica la lotta per l'età pensionabile, alcuni sindacati di studenti hanno annunciato mobilitazioni specifiche, dopo l'estate, in particolare su un aspetto delicatissimo, quello delle residenze studentesche: il ministro dello Sport ha infatti dichiarato che in previsione dei giochi Olimpici di Parigi, nell'estate 2024, verranno requisite oltre 3.200 camere in diversi alloggi studenteschi per ospitare forze di polizia, assistenti, agenti di sicurezza privata, conduttori di autobus, soccorritori… Il conflitto sarà inevitabile.</p> <p>Posso, dunque, dire che la mobilitazione del 6 giugno è stata partecipata, determinata, conflittuale e soprattutto non disposta a fermarsi.</p> <p>Voglio sottolineare, in chiusura, un ultimo aspetto che mi ha visto direttamente coinvolta. Ho voluto partecipare al corteo con un cartello appeso al collo sul quale avevo scritto “Sono italiana. La vostra lotta mi regala speranza. Grazie”.</p> <p>La cosa non è passata inosservata: molte le foto, le strette di mano, gli applausi, i commenti positivi e pure un'intervista, una buona parte della quale è comparsa sul Nouvel Observateur. E molte anche le persone che mi hanno posto domande sulla situazione italiana e quelle con le quali abbiamo commentato la situazione generale. Mi sembra utile sottolineare due dei commenti più comuni:</p> <p>lo sconcerto per l'ascesa della “destra destra” al governo del nostro Paese, dove ci sono stati una formidabile Resistenza al nazi-fascismo dalla quale ebbe origine una fra le più belle Costituzioni del mondo, un fortissimo movimento operaio e il più grande Partito Comunista di tutta l'Europa occidentale, insieme all'incredulità per la mancanza, almeno per il momento, di una forte risposta di popolo a quanto sta accadendo (ho ricordato loro che ci sono manifestazioni, grazie in particolare al movimento femminista, transfemminista e lgbqt+ o quelle per la difesa del posto di lavoro e per il diritto alla salute, ma che, ad oggi, non sono sufficienti a modificare i rapporti di forza…); la consapevolezza che stiamo vivendo una fase di transizione storica (economica, sociale e politica) dagli esiti incerti: la constatazione che, in Francia come altrove, queste lotte non portano, almeno per il momento, al raggiungimento di qualche obiettivo produce, anche in seno a chi lotta e vuole continuare a farlo, incertezza, sconforto, abbandono ma al contempo, la convinzione che gli scioperi in Francia, come pure in Germania o in Spagna, permettono di nutrire qualche speranza di cambiamento. Auguriamoci che queste lotte non siano che un inizio.</p></div> "Prima che sia tardi" http://www.ifeitalia.eu/spip.php?article1801 http://www.ifeitalia.eu/spip.php?article1801 2023-05-25T13:13:15Z text/html it Silvia Cortesi commenta il libro "Prima che sia tardi" di Alessia Sacchetti e ragiona sul diritto all'interruzione volontaria della gravidanza che oggi in Italia è messo fortemente in discussione, benchè esista una legge che dovrebbe renderlo esigibile. "Prima che sia tardi"è il titolo del libro di esordio di Alessia Sacchetti. Questa è la storia di un aborto. Ma è anche la storia di Marco, architetto milanese sposato con Rossana, giornalista con la sindrome di Tourette, incapace di (...) - <a href="http://www.ifeitalia.eu/spip.php?rubrique17" rel="directory">7.2 Eguaglianza,economia, diritti,welfare</a> <img class='spip_logos' alt="" align="right" src="http://www.ifeitalia.eu/IMG/arton1801.jpg" width='150' height='85' style='height:85px;width:150px;' /> <div class='rss_chapo'><p>Silvia Cortesi commenta il libro "Prima che sia tardi" di Alessia Sacchetti e ragiona sul diritto all'interruzione volontaria della gravidanza che oggi in Italia è messo fortemente in discussione, benchè esista una legge che dovrebbe renderlo esigibile.</p></div> <div class='rss_texte'><p>"Prima che sia tardi"è il titolo del libro di esordio di Alessia Sacchetti. Questa è la storia di un aborto. Ma è anche la storia di Marco, architetto milanese sposato con Rossana, giornalista con la sindrome di Tourette, incapace di trattenere versi, urla, movimenti inconsulti e persino bestemmie. La loro vita quotidiana sembra interrompersi con l'arrivo di una gravidanza inaspettata. I mesi che separano la coppia dal giorno dell'intervento di interruzione vengono raccontati da un punto di vista inusuale, quello maschile: è la voce di Marco ad accompagnare il lettore, la lettrice, verso le difficoltà che la scelta comporta, il peso della responsabilità, l'ansia e i dubbi.</p> <p>La disumanità dei burocrati si esprime nel tempo che viene fatto passare, di forza, per tormentarvi quel tanto che basta a farvi cambiare idea o, quantomeno, a punirvi. Non dategli soddisfazione, non fatevi prendere dall'ansia. “Avevamo chiesto esplicitamente che, nel caso, avremmo voluto procedere senza fare l'intervento!”. “Posso farvi il certificato per l'interruzione di gravidanza ma difficilmente riuscirete a convincere un ospedale a farvi dare la pillola abortiva”. In realtà molti degli ospedali contattati non rispondono o non si occupano più di aborti. Tutto deve essere fatto per bene e in fretta. Il resto può attendere. Viene da chiedersi se tu sarai ancora quello di prima, quando finirà, oppure resterai interrotto. E' un libro che racconta questa realtà, che aiuta a riflettere e serve, serve a capire. E' un'esplosione di sentimenti. Il libro è scritto come un diario e ripercorre le esperienze di vita dei due protagonisti, dalla loro infanzia fino al quotidiano che stanno vivendo, che condividono ciascuno con le proprie sfumature, con l'analisi del proprio vissuto. Il sentimento principale che li accomuna è il forte bisogno di vivere in una società diversa, migliore dal punto di vista umano e sociale.</p> <p>Il 6 maggio ad Ancona una nuova generazione di femministe e femministi è scesa in piazza per chiedere libertà, autodeterminazione e il riconoscimento dei propri diritti. Il corteo nazionale chiamato da Non una di meno, ha attraversato le strade di Ancona: “Non è solo una manifestazione per l'aborto, ma una manifestazione per avere accesso alla salute per tutti e per tutte”. L'Italia è vittima di una politica che non solo vuole decidere sui nostri corpi, ma anche su quello che respiriamo. Chiediamo un'altra sanità che non sia privata e che non sia legata a convenzioni. La manifestazione che si è svolta ad Ancona è importante per tutta l'Italia: “Vogliamo modifiche alla legge e chiediamo che la RU486 venga distribuita in tutti gli ospedali e consultori, oltre a una narrazione diversa sulla scelta di abortire.</p> <p><strong>"Occorre un cambiamento culturale”.</strong></p> <p>Oggi negli ospedali e nei consultori, durante le visite pre-Ivg le persone vengono frequentemente costrette ad ascoltare, senza consenso, il battito del feto. Similmente, vengono diffuse immagini manipolatorie di feti raffigurati come bambini interamente formati. Al di là della scientificità irrisoria di questi approcci, a essere completamente declassato è il libero arbitrio della persona che decide di praticare l'interruzione di gravidanza, mentre dovrebbe essere suo diritto poter accedere alla pratica medica adatta, senza vergogna né giudizio, con la libertà di decidere sul corpo, che è suo.  L'aborto è un diritto. Fa parte dei servizi di cura della salute riproduttiva cui devono avere accesso tutte e tutti. La scelta se abortire o meno, se dare il neonato in adozione o meno, appartiene unicamente alla persona che si trova nella situazione di scoprire di essere incinta. Non occorre alcuna motivazione, né giustificazione. Ogni persona vive l'Interruzione di gravidanza in maniera personale.  L'accesso all'aborto in Italia rimane quindi molto difficile – se non impossibile- per le persone che vivono nelle regioni dove il tasso di obiettori di coscienza è più alto, ed è ulteriormente penalizzato dalla mancanza di informazioni chiare e tempestive. A questi problemi si aggiunge poi lo stigma: nonostante sia un diritto, l'aborto viene sistematicamente considerato e raccontato come una fonte di dolore, sofferenza e trauma per chi lo sceglie. Ma questa narrazione rispecchia fino in fondo la realtà? L'obbligo dello Stato di garantire il diritto a interrompere una gravidanza rende legittima e proporzionata la scelta di non assumere ostetriche e ostetrici obiettori di coscienza rispetto all'obbligo di tutelare il diritto alla salute. E' quanto emerge dalla decisione con cui la Corte europea dei diritto dell'uomo (CEDU) ha dichiarato irricevibile il ricorso con cui una donna svedese aveva lamentato un trattamento discriminatorio da parte di tre diversi ospedali e la violazione della propria libertà di coscienza e religione (Grimmark c. Svezia). Per applicare la legge 194/1978 alla lettera, i bandi concorsuali per il personale sanitario dei reparti di ginecologia e ostetricia dovrebbero garantire parità di accesso, e parità di assunti, tra obiettori di coscienza e non obiettori.</p> <p>In questo modo, la salute di ogni donna intenzionata o obbligata a interrompere una gravidanza riceverebbe adeguata tutela sul territorio nazionale, nel rispetto della legge 194 e del diritto dei lavoratori impegnati nelle strutture sanitarie pubbliche.</p> <p><strong>La coscienza del diritto (di aborto)</strong></p> <p><a href='https://www.associazionelucacoscioni.it/notizie/blog/coscienza-del-diritto-di-' class='spip_out' rel='nofollow external'>https://www.associazionelucacoscion...</a> aborto. Bisogna ripartire da qui, dalla legge 194, per riconquistare i diritti e l'autodeterminazione delle donne, ogni messi pericolosamente in discussione.</p></div> Piazza, bella piazza... http://www.ifeitalia.eu/spip.php?article1797 http://www.ifeitalia.eu/spip.php?article1797 2023-05-10T14:06:42Z text/html it "Le strade e le piazze di Ancona, lo scorso sabato 6 maggio scorso, si sono riempite di un corteo colorato e rumoroso voluto ed organizzato dal movimento femminista e transfemminista di Non Una Di Meno (NUDM) che ha invitato a manifestare per il diritto all'aborto libero, gratuito e sicuro, per la salute riproduttiva e l'autodeterminazione sul proprio corpo (...)" Le strade e le piazze di Ancona, lo scorso sabato 6 maggio scorso, si sono riempite di un corteo colorato e rumoroso voluto ed (...) - <a href="http://www.ifeitalia.eu/spip.php?rubrique17" rel="directory">7.2 Eguaglianza,economia, diritti,welfare</a> <img class='spip_logos' alt="" align="right" src="http://www.ifeitalia.eu/IMG/arton1797.jpg" width='68' height='150' style='height:150px;width:68px;' /> <div class='rss_chapo'><p>"Le strade e le piazze di Ancona, lo scorso sabato 6 maggio scorso, si sono riempite di un corteo colorato e rumoroso voluto ed organizzato dal movimento femminista e transfemminista di Non Una Di Meno (NUDM) che ha invitato a manifestare per il diritto all'aborto libero, gratuito e sicuro, per la salute riproduttiva e l'autodeterminazione sul proprio corpo (...)"</p></div> <div class='rss_texte'><p>Le strade e le piazze di Ancona, lo scorso sabato 6 maggio scorso, si sono riempite di un corteo colorato e rumoroso voluto ed organizzato dal movimento femminista e transfemminista di Non Una Di Meno (NUDM) che ha invitato a manifestare per il diritto all'aborto libero, gratuito e sicuro, per la salute riproduttiva e l'autodeterminazione sul proprio corpo.</p> <p>“Interruzione volontaria di patriarcato” questo il titolo che si è voluto dare alla manifestazione, proprio per questo nell'appello che la tematizzava è scritto: “Scendiamo in piazza contro il patriarcato conservatore familista e ultracattolico, che incarna la società che stiamo cercando di superare. Quel patriarcato che ci vuole madri a tutti i costi, ostacolando l'aborto senza darci nessuna tutela sanitaria o sul lavoro , lo stesso che respinge le persone migranti provocando continue stragi in mare e che giustifica e riproduce il razzismo istituzionale, lo stesso patriarcato che crea gerarchie tra le famiglie e considera il sessismo e l'omolesbobitransfobia, (…) come questioni funzionali alle retoriche punitive e giustizialiste.”</p> <p>La manifestazione è stata partecipata benché in misura minore rispetto ad altre occasioni, piena di rabbia creativa e gioiosa, ricca di slogan, canzoni, musica, vita. Sempre di più il movimento femminista e transfemminista di NUDM dimostra la propria forza di mobilitazione (uno dei pochi movimenti ancora capace di farlo) e si connota come luogo e spazio di formazione politica, intesa come capacità di pensare ed agire collettivamente.</p> <p>La scelta di tenere una manifestazione nazionale ad Ancona non è stata casuale. Le Marche sono infatti la regione, governata da Fratelli d'Italia, dove da tempo si tenta di mettere in discussione il diritto ad abortire utilizzando alcuni articoli della legge 194, in particolare il 9 e il 2 che consentono l'obiezione di coscienza di struttura e l'ingresso di associazioni anti-abortiste nei consultori pubblici e nelle strutture ospedaliere. Ingressi spesso addirittura finanziati dal pubblico!</p> <p>È bene ricordare che la legge 194 sull'interruzione volontaria di gravidanza fu approvata nel 1978, grazie alle lotte dei movimenti femministi, e non solo, di quei gloriosi anni. Fu certamente una legge di mediazione con alcune contraddizioni interne ma al contempo ha saputo essere uno strumento per evitare di finire in carcere dopo un aborto clandestino o peggio di morire sotto i ferri di apprendisti stregoni. È bene anche ricordare che la 194 consente l'obiezione di coscienza ma al contempo sottolinea che ” gli enti ospedalieri e le case di cura autorizzate sono tenuti in ogni caso ad assicurare l'espletamento delle procedure previste”. Purtroppo questo obbligo, spesso volutamente, non è mai stato fatto rispettare e l'obiezione di coscienza ha raggiunto livelli insopportabili che svuotano di fatto il diritto di abortire e rischiano di favorire il ritorno agli aborti clandestini. A causa di ciò molte donne sono costrette a spostarsi dal luogo di residenza per poter abortire. Nelle Marche, per esempio, chi prova a prenotare un'interruzione volontaria di gravidanza si sente rispondere che farebbe bene ad andare altrove. In Molise l'obiezione di coscienza raggiunge il 99%, in Abruzzo la percentuale di obiezione supera il 90%, in Campania si pratica l'IVG in meno di un quarto dei reparti di ginecologia, in Calabria si può abortire in meno del 50% degli ospedali. Anche al nord la situazione non è migliore, basta ricordare che nella tanto declamata (spesso a vanvera) eccellenza sanitaria lombarda l'obiezione di coscienza supera il 60%!</p> <p>La manifestazione voluta da NUDM è stata dunque opportuna e necessaria. Così come opportune sono state le richieste avanzate, durante il corteo, dal movimento femminista e transfemminista di NUDM. Proposte che si fondano su alcuni principi ritenuti ineludibili che sintetizzo così:</p> <p>un aborto libero, sicuro, gratuito, garantito, in tutta Italia, nessuna regione e/o persona esclusa, in base alle proprie esigenze di vita; il riconoscimento del benessere sessuale nell'autodeterminazione di genere e nella sessualità come pratica consensuale, sicura, positiva e piacevole, senza alcuno stigma; una maternità intesa come un'esperienza di autodeterminazione per tuttə le persone che la scelgono. Per conoscere nel dettaglio le proposte di NUDM si veda il MANIFESTO PER LA SALUTE SESSUALE E RIPRODUTTIVA CHE VOGLIAMO – Non Una Di Meno (wordpress.com).</p> <p>Proposte assolutamente condivisibili che mostrano quanto il movimento femminista sia consapevole dei propri diritti e determinato nell'affermarli.</p> <p>Proprio per questo sarebbe stato, a mio avviso, opportuno spendere qualche parola sulla difesa della 194 che va migliorata certo ma non dimenticata né gettata alle ortiche: perché se la 194 viene cancellata non ci sarà un aborto libero ma il carcere per chi abortisce. Così come mi parrebbe altrettanto opportuno, visto che le proposte avanzate rispondono a bisogni concreti che necessitano di essere conosciuti e riconosciuti, cercare un'interlocuzione con le istituzioni pubbliche, a livello statale e regionale, per portare le rivendicazioni laddove si legifera e si decide sulla materialità della vita di ciascuna e ciascuno, aprendo un conflitto sociale qualora non ci siano ascolto e risposte adeguate. Ma tant'è, al di là di quel che io riterrei opportuno ed invece non è, resta il fatto che grazie a NUDM generazioni e generi differenti hanno potuto scendere in piazza e gridare al mondo il loro diritto di scelta sul proprio corpo e la voglia di vivere in una società più giusta e più libera.</p> <p>In questi tempi, avari di futuro nei quali la guerra pare essere tornata il paradigma delle relazioni umane, è già tanta roba.</p></div> Gravidanza per altri. Qualche riflessione e un po' di domande http://www.ifeitalia.eu/spip.php?article1789 http://www.ifeitalia.eu/spip.php?article1789 2023-04-12T15:05:12Z text/html it Fonte: https://transform-italia.it/gravida... Da qualche settimana si sta parlando molto del riconoscimento dei bambini di coppie omosessuali e della Gravidanza per altri (GPA) a partire da due provvedimenti assunti dal governo: una circolare del Ministero dell'Interno che chiede ai prefetti di invitare i sindaci a non trascrivere più i certificati di nascita ottenuti all'estero nei quali, oltre al genitore biologico, venga riconosciuto anche il genitore non biologico, e la risoluzione della (...) - <a href="http://www.ifeitalia.eu/spip.php?rubrique17" rel="directory">7.2 Eguaglianza,economia, diritti,welfare</a> <img class='spip_logos' alt="" align="right" src="http://www.ifeitalia.eu/IMG/arton1789.jpg" width='141' height='150' style='height:150px;width:141px;' /> <div class='rss_chapo'><p>Fonte: <a href='https://transform-italia.it/gravidanza-per-altri-qualche-riflessione-e-un-po-di-domande/' class='spip_out' rel='nofollow external'>https://transform-italia.it/gravida...</a></p></div> <div class='rss_texte'><p>Da qualche settimana si sta parlando molto del riconoscimento dei bambini di coppie omosessuali e della Gravidanza per altri (GPA) a partire da due provvedimenti assunti dal governo: una circolare del Ministero dell'Interno che chiede ai prefetti di invitare i sindaci a non trascrivere più i certificati di nascita ottenuti all'estero nei quali, oltre al genitore biologico, venga riconosciuto anche il genitore non biologico, e la risoluzione della Commissione Politiche europee del Senato che ha bocciato una proposta di regolamento europeo che chiede di uniformare le procedure di riconoscimento dei figli.</p> <p>Un dibattito molto condizionato dal fatto che si sono mischiate, intenzionalmente e con intenti malsani, due questioni che non necessariamente stanno insieme: un conto sono le procedure per riconoscimento all'anagrafe dei figli di coppie omosessuali, un altro le scelte politiche sulla Gravidanza o Gestazione per altri (GPA), o “utero in affitto” come molti esponenti del governo (e non solo) preferiscono chiamare questa pratica.</p> <p>I due provvedimenti infatti colpiscono i bambini già nati e non le pratiche attraverso cui essi sono venuti al mondo. Bambini che, come ha spiegato la sociologa Chiara Saraceno in un'intervista rilasciata a MicroMega, “di fronte alla legge italiana oggi sono di fatto orfani di un genitore. Anzi, peggio, perché gli orfani di un genitore hanno comunque ancora tutta la relativa parentela (nonni, zii, cugini ecc.) mentre questi bambini per i quali l'altro genitore non è mai esistito davanti alla legge sono orfani di una intera parentela. E questo significa che, per esempio, se la coppia si separa il genitore legalmente riconosciuto ha tutti i diritti sul figlio, può quindi impedire all'altro genitore (che tale è di fatto, anche se la legge non lo ha riconosciuto) di continuare a vedere il bambino. Viceversa, il genitore non riconosciuto può sparire nel nulla, senza prendersi carico del mantenimento del figlio, dato che per la legge non ha nessun diritto ma neanche nessun dovere nei suoi confronti. Se il genitore riconosciuto muore, il bambino è automaticamente orfano e non solo il genitore non riconosciuto ma anche l'intera parentela (nonni, zii) sono per la legge inesistenti. E questo vale anche per quel che riguarda cose come l'eredità ecc. Queste sono le conseguenze più pesanti, poi ci sono quelle più “banali” ma che rendono complicata la vita di tutti i giorni: andare a prendere i bambini a scuola, dal medico, assisterli in ospedale, viaggiare con loro ecc.”.</p> <p>Lasciare questi bambini senza tutele, oltre ad essere crudele in sé, fa tornare in auge l'idea di “figlio illegittimo” che, come ricorda Saraceno, riporta ad un passato remoto che speravamo superato.</p> <p>Il fatto che il governo voglia intervenire su temi così sensibili, proprio per questo spesso lasciati alla libertà di coscienza, fa venire il forte sospetto che l'intento delle destre che governano il Paese sia squisitamente ideologico, parte costituente di quella restaurazione autoritaria e fondamentalista che esse auspicano. Si vuole riproporre un modello di famiglia rigorosamente eterosessuale nella quale il padre è maschio e la madre è femmina senza prendere minimamente in considerazione ciò che si è ampiamente dimostrato, in scienza e in coscienza se posso dire così, e cioè che l'essere padre o madre non ha nulla di prestabilito biologicamente o sessualmente ma si costruisce, giorno dopo giorno, nella relazione affettiva ed educativa, che tutto è fuorché deterministica. Ed inoltre si vuole rimettere in circolo l'idea che possano esistere “figli o figlie illegittime” per negare che il legame di filiazione deriva dal riconoscimento legale e sociale dei bambini indipendentemente da chi li ha generati cioè dai legami di sangue.</p> <p>Bene stanno facendo molti sindaci a “disobbedire” continuando a registrare i certificati di nascita. Bene fa l'Europa a richiamare il governo italiano al rispetto delle norme. Bene si fa a scendere in piazza per provare a far sì che il governo si rimangi quanto deciso.</p> <p>Per quanto riguarda il tema della GPA anche qui il governo entra a gamba tesa non consentendo che su un tema così complesso si possa discutere con cognizione di causa e a ragion veduta. Proprio per questo giova ricordare alcune “cosucce”:</p> <p>le pratiche di GPA in Italia sono già vietate dalla legge 40 del 2004, che nel comma 6 dell'articolo 12 così recita “Chiunque, in qualsiasi forma, realizza, organizza o pubblicizza la commercializzazione di gameti o di embrioni o la surrogazione di maternità è punito con la reclusione da tre mesi a due anni e con la multa da 600 mila a un milione di euro”. Poiché la GPA è perseguibile solo se è fatta in Italia un disegno di legge di Fratelli d'Italia ripresentato nel febbraio 2023 vorrebbe renderla un reato universale (sic!), in accordo con la Lega; ad oggi, secondo i dati disponibili, i casi di GPA di coppie italiane all'estero sarebbero poche centinaia; non sono le coppie omosessuali quelle che vi fanno maggiormente ricorso ma le coppie eterosessuali (specie negli USA). In ogni caso, per quanto riguarda le coppie dello stesso sesso, sono quelle maschili che, in linea di massima, ricorrono alla GPA perché perché le coppie lesbiche, sempre in linea di massima, non ne hanno bisogno; benché nella maggior parte dei Paesi le pratiche di GPA siano vietate ve ne sono alcuni in cui è possibile anche se con modalità molto diversificate fra loro. In Grecia è previsto un permesso speciale rilasciato dal Tribunale, i cittadini stranieri interessati devono una residenza temporanea, mentre le coppie omosessuali o i maschi single sono esclusi. In Belgio è consentito ricorrere alla gestazione per altri in forma gratuita, anche nel Regno Unito ma solo per i cittadini britannici, così pure in Repubblica Ceca e in Canada. In Portogallo possono ricorrervi solo per coppie etero che non possono avere figli. La GPA a pagamento e con contratto è possibile in otto Stati degli Usa, anche per le coppie dello stesso sesso, e in Russia. Possibile anche in Israele, in Messico, in Guatemala, in Thailandia, in Nepal, in India e in Australia. Fa riflettere il dato che in dall'India le donne che entrano, a titolo volontario, nel circuito legale delle cliniche per la maternità surrogata guadagnano tra gli 8.000 e i 9.000 dollari a gestazione, il corrispondente di dieci anni di lavoro di un operaio non specializzato. La GPA è consentita anche in Ucraina. In particolare quest'ultimo paese è uno snodo internazionale per la maternità surrogata (sembrerebbe che nelle grandi clinica della fertilità del Paese siano forse 2500 all'anno i bambini che vengono al mondo attraverso questa pratica). L'Ucraina è anche uno dei pochi Paesi a permettere agli stranieri di stipulare contratti con le donne del posto. Dopo l'invasione russa del Paese, e la guerra che ne è seguita, la situazione per le gestanti si è, comprensibilmente, molto complicata, mentre i viaggi delle coppie si sono fermati. Ne parla Alison Motluk in un articolo su L'internazionale, Il dilemma delle gestanti per altri nella guerra ucraina, a riprova del fatto che la guerra invade ogni ambito della vita delle persone; i dati disponibili dicono dunque che la GPA riguarda in modo particolare le coppie eterosessuali, che vi sono Paesi in cui è permessa benché con normative differenti, che le cliniche della fertilità sono diffuse in molti paesi e che le gestanti sono volontarie; come per tutti i fenomeni complessi e contraddittori, le pratiche di GPA, anche per l'ampiezza delle richieste, generano il cosiddetto “turismo della surrogazione” dentro il quale le violazioni dei diritti umani sono diffuse come documentato da varie inchieste giornalistiche in particolare nei paesi asiatici come l'India, la Thailandia o il Nepa. Violazioni dei diritti che mettono in dubbio la reale volontarietà delle gestanti. Per quanto mi riguarda confesso di non avere una posizione definita sulla GPA. E pertanto continuo a pormi delle domande.</p> <p>Si può fermare il vento con le mani? Al di là di quanti sognano un ritorno al passato, la famiglia eterosessuale non è più l'unico modello possibile di famiglia. Così come la maternità non è più un destino ma sempre più spesso una scelta. Così come la scienza ci ha messo di fronte alla possibilità che ovuli e sperma vengano trapiantati tanto che, come scrive Giancarla Codrignani, su il manifesto del 25 marzo 2023 , non si può che ammettere che ciò che si riteneva “naturale” in realtà era solo tradizionale. La pratica della GPA esiste, viene utilizzata e continuerà ad esserlo, ci piaccia o meno, proibirla a partire dai propri convincimenti etici o morali, non la fermerà. Forse varrebbe la pena discuterne ampiamente senza anatemi e preconcetti ideologici, cosa molto difficile se si dà il via a crociate fondamentaliste.</p> <p>Schiavitù o libertà di scelta e autodeterminazione?</p> <p>Le donne che partoriscono per altri non sono tutte schiave. L'immagine della donna vittima o innocente a prescindere è un'immagine astratta che fa comodo al patriarcato. Forse le donne che danno il loro consenso sono consapevoli di darlo. Al contempo, se il movente della scelta di prestare il proprio corpo per una GPA è puramente economico, risulta difficile parlare di scelta libera. Forse però libertà e autodeterminazione non possono che essere in relazione alle possibilità che il momento storico offre.</p> <p>L'utero è sacro?</p> <p>È tutto un vociare sull'utero che andrebbe gelosamente custodito e non affittato. Lidia Cirillo curatrice del bel libro Utero in affitto o gravidanza per altri? Voci a confronto preferisce credere, ed io con lei, che l'utero non abbia uno statuto speciale rispetto ad altre parti del corpo perché in realtà in ogni azione è coinvolta tutta la persona anche se apparentemente la si compie con le sole braccia o con il cervello. Forse sarebbe bene evitare di “sacralizzare l'utero” perché questo concetto ci porta dritto verso l'apoteosi della maternità rendendo oscene le scelte non riproduttive e un crimine l'aborto.</p> <p>È bene o no che esista un senso del limite?</p> <p>Non sono certa che una società nella quale tutto sia possibile ed ogni desiderio venga appagato aiuti le persone ad essere equilibrate, consapevoli di sé e felici. Forse imparare a gestire le frustrazioni, pensarsi come parte e non come centro del mondo aiuterebbe a riconoscere i confini del proprio agire. Forse.</p> <p>I soggetti coinvolti in questa pratica sono solo gli adulti?</p> <p>Parafrasando Silvia Vegetti Finzi psicologa che tanto ha aiutato il mia percorso formativo e professionale, il bambino o la bambina della notte, cioè colei o colui che all'inizio vive nei sogni di chi lo desidera, una volta generato diventerà parte di un percorso che non ha scelto ma che è un suo diritto conoscere. Forse nel riflettere e nel discutere sulla GPA bisognerebbe tenerne conto.</p> <p>E la paternità?</p> <p>Questa domanda me l'ha suggerita la lettura dell'articolo di Codrignani. In effetti anche a proposito di GPA pare che il generare abbia a che vedere solo con la maternità, in questo caso surrogata. Non sarebbe tempo di interrogarsi anche sulla paternità? Per fortuna alcuni padri lo stanno facendo ma ancora restano un'eccezione. Molti maschi invece si scagliano contro “l'utero in affitto” come cavalieri senza macchia né paura. Ma costoro si sono mai chiesti che padri sono stati o perché non lo sono o non hanno voluto esserlo? O ancora, come scrive Codrignani, su cosa vuol dire per un maschio volere un figlio senza avere una donna? I reazionari fanno presto: proibizionismo a go-go e chiusa lì. E i maschi “illuminati” cosa dicono? Sarebbe interessante scoprirlo.</p> <p>Come si vede ho qualche certezza, alcuni dubbi e idee confuse quanto basta.</p> <p>Quanto sarebbe necessario discuterne in dimensione collettiva e laicamente.</p></div>