IFE Italia http://www.ifeitalia.eu/ it SPIP - www.spip.net IFE Italia http://www.ifeitalia.eu/IMG/siteon0.jpg http://www.ifeitalia.eu/ 144 144 Il virus è un prodotto del Capitalocene http://www.ifeitalia.eu/spip.php?article1551 http://www.ifeitalia.eu/spip.php?article1551 2020-09-07T16:18:02Z text/html it *Chiara Iacovone e Alberto Valz Gris, geograf*, sono dottorand* in Urban and Regional Development al Politecnico di Torino. Entrambi fanno parte del centro di ricerca Future Urban Legacy Lab. Fonte: https://jacobinitalia.it/il-virus-e... Immagine dal sito:https://www.pinterest.it/pin/512988... La crisi pandemica che tutto il mondo sta vivendo in questo momento solleva molte questioni. Prima fra tutte la condizione della sanità (pubblica o privata) nei vari paesi, le misure di (...) - <a href="http://www.ifeitalia.eu/spip.php?rubrique20" rel="directory">Ecologia </a> <img class='spip_logos' alt="" align="right" src="http://www.ifeitalia.eu/IMG/arton1551.jpg" width='150' height='133' style='height:133px;width:150px;' /> <div class='rss_chapo'><p>*Chiara Iacovone e Alberto Valz Gris, geograf*, sono dottorand* in Urban and Regional Development al Politecnico di Torino. Entrambi fanno parte del centro di ricerca Future Urban Legacy Lab.</p> <p>Fonte: <a href='https://jacobinitalia.it/il-virus-e-un-prodotto-del-capitalocene/?utm_source=mailpoet&utm_medium=email&utm_campaign=inquinamento-non-ha-prezzo' class='spip_out' rel='nofollow external'>https://jacobinitalia.it/il-virus-e...</a></p> <p>Immagine dal sito:<a href='https://www.pinterest.it/pin/512988213811440378/' class='spip_out' rel='nofollow external'>https://www.pinterest.it/pin/512988...</a></p></div> <div class='rss_texte'><p>La crisi pandemica che tutto il mondo sta vivendo in questo momento solleva molte questioni. Prima fra tutte la condizione della sanità (pubblica o privata) nei vari paesi, le misure di contenimento, il peso politico dello Stato sui cittadini e chiaramente le conseguenze economiche di questo lockdown globale. La lente con cui si sta analizzando questa crisi internazionale si concentra principalmente sulle condizioni presenti e quelle future, un'attenzione che rischia di tralasciare importanti riflessioni sull'origine di questa crisi.</p> <p>Le radici della propagazione del virus, seppur non ancora univocamente validate dalla comunità scientifica internazionale, vanno ricercate in un processo chiamato spillover, ossia il passaggio di agenti patogeni dagli animali all'uomo. L'ormai classico libro omonimo di David Quammen uscito nel 2012 racconta diversi episodi di zoonosi che hanno dato origine alle più gravi epidemie contemporanee: dall'Ebola trasmessa dagli scimpanzé in Congo alla Nipah passata da pipistrelli a maiali in Malesia. Nel caso del Sars-CoV2 il salto da specie animale a specie umana sembra essere avvenuto tramite pipistrelli, con molte probabilità al mercato alimentare di Wuhan. Uno studio della Zhejiang University di Hangzhou ha però individuato due ceppi dello stesso virus che potrebbero aver dato origine a diverse fonti del contagio, per cui tuttora non è possibile una chiara mappatura dei primi contatti.</p> <p>Uno degli ultimi report del Millennium Ecosystem Assessment ha dedicato una sezione al cambiamento degli ecosistemi in relazione alle malattie infettive. Descrive come le azioni antropiche abbiano facilitato i processi di spillover, correlando il Colera alla variabilità del cambiamento climatico, la Bse agli allevamenti intensivi, la Malaria alla deforestazione e ai progetti idrici e la Nipah alla distruzione di ecosistemi e all'agricoltura industrializzata. Queste significative trasformazioni ambientali e urbane hanno portato inevitabilmente a un cambiamento repentino degli habitat di molte specie animali e vegetali: ad esempio la deforestazione ha portato a migrazioni massicce e l'emergenza climatica ha sovvertito ecosistemi consolidati da secoli, modificandone il funzionamento e permettendo una maggiore connettività tra le specie. Un report del Wwf uscito pochi giorni fa mette in evidenza esattamente questo effetto boomerang nella distruzione degli ecosistemi, lanciando un appello volto alla salvaguardia dell'ambiente e rivendicando l'importanza delle foreste come antivirus naturale. Come afferma Kate Jones, cattedra di ecologia e biodiversità alla Ucl, gli ecosistemi più semplici causano un effetto di amplificazione: «Distruggi un paesaggio e le specie che rimarranno saranno quelle che infettano gli esseri umani.</p> <p>L'emergenza pandemica in cui ci troviamo ora dunque è da leggersi in maniera dialettica rispetto a decenni di trasformazioni antropiche volte allo sfruttamento e all'estrazione di valore dal territorio. I driver di questa crisi devono essere riconosciuti come conseguenza dei processi di urbanizzazione e industrializzazione, che soprattutto nelle regioni asiatiche sono stati più forti e repentini.</p> <p>Ci troviamo quindi a chiederci se epidemie come il Sars-CoV2 siano effettivamente dei fattori esogeni al modo di produzione capitalista o piuttosto una sua contraddizione endogena. Attraverso le lenti della geografia economica, questi fenomeni appaiono piuttosto come elementi strutturali della dimensione insediativa del capitalismo. Tra i vari quadri concettuali emersi in anni recenti per tentare di cogliere origini, dimensioni e dunque strategie da apporre alla presente crisi ecologica, quello di Capitalocene ci sembra particolarmente adatto per leggere la crisi epidemica che si sta svolgendo davanti ai nostri occhi.</p> <p>Questo termine nasce con l'obiettivo esplicito di opporsi alla nozione di Antropocene, mettendo in discussione la natura stessa della crisi climatica che stiamo attraversando e individuandone il centro non in un indifferenziato concetto di genere umano ma ancorandolo alla lunga storia dell'evoluzione del capitalismo. Le tracce antropiche più significative e dannose per il pianeta sono, secondo questo punto di vista, da rintracciarsi nei processi consolidati di sfruttamento delle risorse di stampo capitalistico.</p> <p>Per questo ci sembra oggi più che mai urgente mettere in luce questa prospettiva, in un momento in cui il discorso sull'emergenza climatica rischia di depoliticizzarsi mantenendo come riferimento centrale il concetto di Antropocene. Alla radice del crescente consenso sulle cause primarie dell'emergenza climatica troviamo infatti una generalizzata idea di azione antropica, che posiziona il genere umano in quanto insieme uniforme alla radice della degradazione ambientale del pianeta. Le soluzioni che naturalmente emergono da questa descrizione si concentrano su riforme migliorative di ambizione modesta, come ad esempio il carbon trading e la riduzione marginale delle emissioni di gas serra. Come rileva Andreas Malm in una delle prime trattazioni sull'argomento, la narrazione dell'Antropocene è ostile all'azione. Se da un lato questa descrizione naturalizza, oscurandole, le diseguaglianze, l'alienazione e la violenza, dall'altro impedisce di mettere in discussione la matrice fondamentale della crisi in atto, e cioè il modo di produzione capitalista.</p> <p>Come afferma Jason W. Moore nell'introduzione a Antropocene o capitalocene. Scenari di ecologia-mondo nell'era della crisi planetaria (Ombre Corte, 2017)</p> <p>l'Antropocene alla moda pone una serie di questioni importanti: qual è la natura della crisi ecologica nel XXI secolo?; quando comincia questa crisi?; quali forze l'hanno scatenata? […] L'Antropocene alla moda non è che l'ultimo di una lunga serie di concetti ambientali la cui funzione è quella di negare la disuguaglianza e la violenza multi-specie del capitalismo e di suggerire che dei problemi creati dal capitale sono in realtà responsabili tutti gli esseri umani. La politica dell'Antropocene […] s'impegna con risolutezza a cancellare il capitalismo e la capitalogenesi dalla crisi planetaria.</p> <p>Quali sono quindi le geografie materiali del capitalocene? In quali forme insediative dovremmo rintracciare la forza geologica del capitalismo? Un'altra grande narrazione dell'ultimo decennio è quella che racconta della cosiddetta «era urbana», una formula impiegata da svariate istituzioni internazionali per descrivere una nuova fase insediativa globale, per cui a partire dal 2008, più della metà della popolazione mondiale vivrebbe in città. A partire dalla critica a questa visione si è costruita all'interno degli studi urbani critici una ricca genealogia di studi che mira a ricostruire la dimensione urbana del pianeta al di là della città come matrice primaria dell'insediamento umano del ventunesimo secolo. Autori come Neil Brenner e Christian Schmid hanno sostenuto in una serie di pubblicazioni che la dimensione insediativa del capitalismo contemporaneo sia da ricercarsi non esclusivamente nelle grandi agglomerazioni urbane formatesi negli ultimi decenni ma piuttosto, come nell'ipotesi formulata da Henri Lefebvre alla fine degli anni Sessanta, in un tessuto urbano planetario che avvolge il globo nella sua interezza.</p> <p>La grammatica sociale e spaziale che emerge dagli studi che si inseriscono in questo solco non è, come vorrebbe la tesi dell'era urbana, un mondo fatto di città, ma bensì un insieme al tempo stesso unitario e schizofrenico fatto di infrastrutture connesse, di aeroporti, centri urbani, zone logistiche, monocolture agricole, miniere, foreste industriali, allevamenti intensivi e zone suburbane.</p> <p>Superare infatti la città come matrice e unità di misura di un pianeta urbano significa porre l'accento sulle relazioni metaboliche che esistono tra le diverse forme insediative: flussi che scambiano persone, informazioni, materie prime, merci. Come ha scritto Stefan Ouma, in un commento al bellissimo libro di Anna Tsing sulle geografie del fungo matsutake (The Mushroom at the End of the World, Princeton University Press, 2015): se le merci sono i globuli rossi del capitalismo globale, allora le filiere della produzione che ne garantiscono la circolazione sono le sue vene. Zone logistiche, monocolture agricole, miniere, foreste industriali e allevamenti intensivi sono gli elementi spaziali che tengono in vita le relazioni metaboliche proprie del modo di produzione capitalista, un sistema fondato sull'appropriazione tanto della natura non-umana quanto di quella umana.</p> <p>Le relazioni tra le geografie del capitale e la diffusione del Sars-CoV2 cominciano ad apparire attraverso le lenti del Capitalocene e delle infrastrutture globali. Se dunque lasciamo cadere la lente fallace dell'Antropocene, assumendo il capitale come agente fondamentale di trasformazione degli ecosistemi (umani e non-umani) e osservando le geografie che segnano la riproduzione del capitalismo, ci accorgiamo che patologie come il Covid-19 non sono affatto agenti esterni al sistema, ma contraddizioni endogene. Ci troviamo quindi in quello che potremmo chiamare, usando un termine impiegato da Timothy Morton in Dark Ecology (Columbia University Press, 2018), uno strange loop. La propagazione del Sars-CoV2 infatti ha portato a un progressivo blocco totale degli Stati colpiti in termini di chiusura dei confini, diminuzione delle libertà individuali e drastiche frenate in ambito economico. Il lockdown che via via si sta facendo globale ha portato a un arresto della macchina capitalistica e, strano loop, alla netta diminuzione degli agenti inquinanti in atmosfera. Un report della Bocconi ha infatti evidenziato una visibile riduzione di polveri sottili (PM10 e PM2.5) e ossidi di azoto (NOx) nelle aree urbane di Wuhan e Milano, e anche le immagini satellitari della Nasa mostrano lo stesso fenomeno nelle regioni dell'Hubei e della pianura padana, determinato da una pressoché totale riduzione del traffico veicolare, gran parte di quello aereo e talvolta dell'attività industriale.</p> <p>Il paradosso di questa condizione risiede precisamente in questo strange loop nel quale l'inquinamento atmosferico vede dopo anni un lieve miglioramento causato da una condizione di crisi indotta da un virus, figlio esso stesso di decenni di sfruttamento capitalistico delle risorse planetarie. Riconoscere l'endogeneità di sistema della situazione in cui ci troviamo, quindi, è un passaggio fondamentale che deve essere riconosciuto e legittimato politicamente per disporre degli strumenti interpretativi necessari ad affrontare l'altra crisi che verrà, quella economica. Il crollo delle borse in tutto il mondo porterà con molte probabilità allo scoppio di un'altra grande crisi di recessione. Siamo di fronte alla nascita di una nuova crisi endogena di sistema; lo scriveva Marx, le crisi sono insite al sistema e anzi il capitalismo si rigenera attraverso le sue stesse crisi, ampliando il proprio mercato attraverso la liberalizzazione di nuovi segmenti dell'economia tramite quel movimento di distruzione creativa popolarizzato da Joseph Schumpeter.</p> <p>Gabriele Crescente ha sostenuto sulle pagine di Internazionale che la recessione economica che seguirà al coronavirus «potrebbe non essere una buona notizia per il clima», secondo la tesi per cui si avrà una drastica contrazione dei finanziamenti alle tecnologie green, a oggi la strategia attraverso cui il sistema tenta una rapidissima riduzione delle emissioni di gas serra in atmosfera. Vero, in ogni fase post-crisi governi e imprese si sono storicamente affidati alle energie fossili: le più affidabili e a buon mercato, ma anche le più inquinanti. Oltre a ciò, in un recente video pubblicato da The Intercept, Naomi Klein ci mette in guardia sui possibili risvolti di nuove liberalizzazioni portate da una nuova crisi economica. Nel suo intervento suggerisce come la Shock Doctrine possa essere sovvertita e usata per puntare verso una radicale e consapevole trasformazione del sistema. Il rapido miglioramento dell'aria che respiriamo prodotto da una contrazione forzata dell'attività economica e i video che ritraggono i delfini nel porto di Cagliari ci offrono un'occasione imperdibile per ripensare i contenuti delle varie proposte di green deal, superando la centralità delle cosiddette tecnologie «pulite» e di un approccio tecnocratico all'emergenza climatica.</p> <p>Un passo fondamentale in questa direzione, però, è pretendere la piena legittimazione del carattere endogeno al sistema capitalistico della pandemia in corso. Il virus, diversamente da come molti hanno sostenuto nelle ultime settimane, non siamo noi.</p></div> "Guardiane della Terra - La salute delle donne è il futuro del pianeta" http://www.ifeitalia.eu/spip.php?article1162 http://www.ifeitalia.eu/spip.php?article1162 2017-05-02T14:21:05Z text/html it I manifesto-appello "denuncia l'emergenza ambientale nazionale, taciuta dai media e ignorata dalla politica, e i suoi gravi impatti sanitari sulla salute delle donne e dei bambini." Il link per leggere il testo. http://asud.net/wp-content/uploads/... - <a href="http://www.ifeitalia.eu/spip.php?rubrique20" rel="directory">Ecologia </a> <img class='spip_logos' alt="" align="right" src="http://www.ifeitalia.eu/IMG/arton1162.jpg" width='150' height='133' style='height:133px;width:150px;' /> <div class='rss_chapo'><p>I manifesto-appello "denuncia l'emergenza ambientale nazionale, taciuta dai media e ignorata dalla politica, e i suoi gravi impatti sanitari sulla salute delle donne e dei bambini."</p> <p>Il link per leggere il testo.</p></div> <div class='rss_texte'><p><a href='http://asud.net/wp-content/uploads/2016/09/appello-guardiane-della-terra-STAMPA-def.pdf' class='spip_out' rel='nofollow external'>http://asud.net/wp-content/uploads/...</a></p></div> Trivelle e pastorelle http://www.ifeitalia.eu/spip.php?article1011 http://www.ifeitalia.eu/spip.php?article1011 2016-04-15T11:32:07Z text/html it Pubblichiamo con il consenso dell'autrice, nostra preziosa compagna di strada. Alcune sere fa ho sentito Corrado Augias svicolare a una domanda un po' invasiva di Lilli Gruber sul suo voto al referendum del 17 aprile. Con aria garbatamente divertita Augias rispondeva che gli sembrava irrealistico tornare al tempo delle contadinelle con canestri di fiori tra le braccia, immerse nella serenità bucolica di una natura incontaminata. Una risposta analoga, da un personaggio che mai avrebbe scelto (...) - <a href="http://www.ifeitalia.eu/spip.php?rubrique20" rel="directory">Ecologia </a> <img class='spip_logos' alt="" align="right" src="http://www.ifeitalia.eu/IMG/arton1011.jpg" width='150' height='98' style='height:98px;width:150px;' /> <div class='rss_chapo'><p>Pubblichiamo con il consenso dell'autrice, nostra preziosa compagna di strada.</p></div> <div class='rss_texte'><p>Alcune sere fa ho sentito Corrado Augias svicolare a una domanda un po' invasiva di Lilli Gruber sul suo voto al referendum del 17 aprile. Con aria garbatamente divertita Augias rispondeva che gli sembrava irrealistico tornare al tempo delle contadinelle con canestri di fiori tra le braccia, immerse nella serenità bucolica di una natura incontaminata.</p> <p>Una risposta analoga, da un personaggio che mai avrebbe scelto di far coppia con Augias (e viceversa) fu quella di Irene Pivetti. Nel corso di una trasmissione di “La Gabbia”, con fare assai più perentorio, Pivetti liquidava mare pulito e ambiente disinquinato come una “bella favola”. Segno che entrambi probabilmente non voteranno Sì…</p> <p>Pare che realtà e fantasia si scontrino nel referendum del 17 aprile. La realtà è sotto gli occhi di tutti. Se si vuole proseguire nel solco tracciato dal secolo XIX a oggi non c'è che da continuare a percorrere quella via, che fu di riscatto per chi viveva in condizioni miserevoli, di arricchimento spropositato per coloro che nel progresso investirono e investono capitali, di trionfo delle leggi di un mercato spietato, tanto più oggi nella dimensione globale del nostro pianeta.</p> <p>È la via che sta percorrendo il governo Renzi, integrato nella dimensione europea e mondiale: la corsa ad accaparrarsi fette di mercato, per poter garantire la ripresa e posti di lavoro. Ma il suo Governo non doveva “cambiare verso”? E invece eccolo lì, il nostro presidente del Consiglio, proteso a sbloccare lavori pubblici e privati, incurante del loro impatto ambientale, dichiarando apertamente di voler garantire entrate per lo Stato e posti di lavoro. Il voto del 17 aprile può dargli ragione o torto.</p> <p>Qualcuno, anzi tanti e tante, si meravigliano per gli scandali intorno al petrolio. Ma è normale che ciò avvenga intorno a un bene di quella dimensione! Ricordate Enrico Mattei e le 7 sorelle? Scandaloso è, semmai, che Renzi e Boschi – tirati in ballo – a gran voce si siano dichiarati favorevoli all'introduzione in sordina di un emendamento, che a prescindere dal tanto o poco ricavo di petrolio nel nostro mare, segna una via di prosecuzione in una direzione “contrastiva” con quanto emerso nella Conferenza di Parigi sul Clima, ma soprattutto con quel “cambiamento di verso” annunciato.</p> <p>Ma non è questa la realtà in cui viviamo e vogliamo continuare a vivere? Si può dare una colpa a Renzi, quando noi per primi non vogliamo fare passi indietro nei consumi e nei comfort in cui siamo immersi?</p> <p>La settimana scorsa mi trovavo nell'immensa aula della Corte di Cassazione. Un caldo soffocante. Abbiamo dovuto aprire i finestroni! Le presentatrici dei Tg Rai sono spesso abbigliate in abiti da clima estivo. Segno che anche lì non si bada a sprechi nel riscaldamento… E il consumo dell'acqua nella doccia, della luce elettrica negli appartamenti?</p> <p>La ritrosia a dotarsi di energie rinnovabili nel riscaldamento/raffreddamento domestico, a ricorrere ad auto private “senza benzina”, è una caratteristica particolare dell'Italia. Siamo una popolazione incredula, diffidente, che crede che tutto questo sia fantasia, o che comunque non ci garantirebbe il benessere attuale, o troppo difficile procurarsi installazioni inconsuete benché il livello raggiunto dall'applicazione delle ricerche nel settore qualcosa già oggi consenta.</p> <p>Il voto del 17 aprile non è un referendum per un ritorno al passato o a semplice fantasia, né è un voto solo per un mare pulito, incontaminato, che piace a tutti.</p> <p>È il voto per una politica energetica che collabori con gli esiti della Conferenza di Parigi sul clima e indichi al nostro Governo gli impegni da prendere nella ratifica del Patto di Parigi che si terrà a New York il prossimo 22 aprile, “Giornata della Terra”.</p> <p>Non si tratta dunque di contrapporre fantasia a realtà, ma di opporre una realtà diversa alla realtà in cui siamo immersi. Le Trivelle e la nuova petroliopoli sono delle occasioni per rendere palpabili gli aspetti negativi e nocivi di un percorso energetico, che però per essere sconfitto richiede non solo un voto per indispettire Renzi, ma una scelta appassionata per il futuro di un'umanità libera dalla minaccia del surriscaldamento del pianeta e dalle armi nucleari, pur se ciò comporta scelte individuali, anche drastiche, nell' autoriduzione dei consumi, delle abitudini, dei ritmi di vita…</p> <p>Solo in questa prospettiva il Sì del 17 aprile acquisterà il suo pieno significato.</p> <p>Antonia Sani (13 aprile 2016)</p></div> ..E delle trivelle cosa sai? http://www.ifeitalia.eu/spip.php?article1004 http://www.ifeitalia.eu/spip.php?article1004 2016-04-03T03:52:28Z text/html it Riceviamo dalla rete e volentieri pubblichiamo. Ricordiamo che domenica 17 aprile 2016 si vota per il referendum sulle trivelle. Per saperne di più sulla questione oggetto della consultazione popolare ecco un utili link: http://espresso.repubblica.it/attua... Si sono incontrati a Maratea. Giulia è in vacanza con la famiglia. L'ultima tutti insieme, ha detto ai suoi prima di partire. Antonio fa la stagione come bagnino. Lei bionda naturale. Lui tutto scuro, capelli, occhi, carnagione, (...) - <a href="http://www.ifeitalia.eu/spip.php?rubrique20" rel="directory">Ecologia </a> <img class='spip_logos' alt="" align="right" src="http://www.ifeitalia.eu/IMG/arton1004.jpg" width='150' height='75' style='height:75px;width:150px;' /> <div class='rss_chapo'><p>Riceviamo dalla rete e volentieri pubblichiamo.</p> <p>Ricordiamo che domenica 17 aprile 2016 si vota per il referendum sulle trivelle.</p> <p>Per saperne di più sulla questione oggetto della consultazione popolare ecco un utili link: <a href='http://espresso.repubblica.it/attualita/2016/03/24/news/referendum-trivelle-10-cose-da-sapere-per-votare-informati-1.255743' class='spip_out' rel='nofollow external'>http://espresso.repubblica.it/attua...</a></p></div> <div class='rss_texte'><p>Si sono incontrati a Maratea.</p> <p>Giulia è in vacanza con la famiglia. L'ultima tutti insieme, ha detto ai suoi prima di partire. Antonio fa la stagione come bagnino. Lei bionda naturale. Lui tutto scuro, capelli, occhi, carnagione, come se da bambino si fosse rotolato nella fuliggine per sfuggire a Crudelia De Mon. Lei sempre truccata per coprire qualche brufolo impertinente che tarda a sparire dal viso. Lui in canottiera per sfoggiare il fisico muscoloso, modellato dal lavoro nei campi con il padre. Ogni sera Giulia aspetta che Antonio finisca di richiudere gli ombrelloni e le sdraio e poi si incamminano mano nella mano lungo la spiaggia, alla ricerca di un posto tranquillo da cui godersi il tramonto, tra un bacio e l'altro. Lui della Verona di lei sa poco o nulla. Che sia la città di Romeo e Giulietta sì, che la storia l'abbia scritta Shakespeare invece no. Giulia confessa ad Antonio che a scuola, quando la interrogavano di geografia, sperava sempre che non le chiedessero le province della Basilicata, perché proprio non riusciva a ricordarsele. E che solo dopo aver visto “Basilicata coast to coast” ha realizzato che è bagnata sia dal Tirreno che dallo Ionio. Che i Sassi di Matera non siano pietre, invece, quello l'ha sempre saputo.</p> <p>E delle trivelle sai qualcosa? Le domanda Antonio una notte in cui osservano il riflesso bianco della luna sulla superficie nera del mare. Giulia scuote appena la testa. E così viene a sapere del petrolio sotto le montagne, il più grande giacimento in terraferma d'Europa, e scopre i piani del governo per trasformare in gruviera il terreno di quella splendida regione. Pozzi di interesse strategico nazionale e di pubblica utilità. La possibilità concreta che si passi da un 35% di territorio interessato dalle attività petrolifere al 64%. Un regalino alle multinazionali da parte di un generoso primo ministro. Opere definite urgenti e indifferibili, in modo da zittire le voci contrarie e arginare le proteste della gente a difesa del proprio territorio e della propria salute. Il petrolio crea posti di lavoro, si sentono dire, pazienza se respirate un po' di idrogeno solforato. L'oro nero fa girare l'economia, non importa se per ottenerne 1 kg si producono 37 kg di rifiuti solidi e liquidi da smaltire. Non è il caso di fare un dramma se le acque della regione sono a rischio inquinamento, vi porteremo quella di altre regioni.</p> <p>Giulia ascolta, attenta. Stenta a riconoscere il ragazzo che ha conosciuto fino a quel momento, le sembra di avere di fianco un uomo. Antonio si scalda. Lottiamo per difendere la nostra terra e la nostra salute e ci accusano di essere contro il progresso. Ci hanno detto che vogliamo rimanere pecorai, come se fare il contadino o il pastore fosse un disonore. Ho sedici anni, una vita davanti. Voglio viverla tutta, fino in fondo, non voglio che qualcuno me la porti via.</p> <p>Arriva l'ultima sera della vacanza. A mezzanotte si immergono nudi nell'acqua tiepida, poi si amano sotto le stelle, leccandosi il sale sulla pelle. Il mattino dopo Giulia e Antonio si salutano, promettendosi di scriversi e telefonarsi, ma entrambi in fondo sanno che ognuno andrà per la sua strada, che la distanza che li separa farà diminuire poco a poco l'intensità di quell'amore estivo.</p> <p>Il viaggio in macchina fino a Verona è lungo. Giulia guarda fuori dal finestrino. Non ha voglia di tornare a casa. La mente corre ad Antonio e alle loro passeggiate in riva al mare. Quando si fermano all'autogrill per fare benzina, fissa il cartello con il cane a sei zampe che sputa fuoco e ripensa alle trivelle. Meno male che in Veneto non c'è il petrolio, sussurra a se stessa, sarebbero capaci di bucare l'Arena. Poi chiude gli occhi e si addormenta, ripetendo a mente le province della Basilicata.</p></div> Appello per la democrazia e il rispetto della legalità in Val di Susa http://www.ifeitalia.eu/spip.php?article201 http://www.ifeitalia.eu/spip.php?article201 2011-06-18T18:59:29Z text/html it <p>dal sito <a href='http://www.notavtorino.org/' class='spip_out' rel='nofollow external'>http://www.notavtorino.org/</a></p> - <a href="http://www.ifeitalia.eu/spip.php?rubrique20" rel="directory">Ecologia </a> <img class='spip_logos' alt="" align="right" src="http://www.ifeitalia.eu/IMG/arton201.jpg" width='150' height='113' style='height:113px;width:150px;' /> <div class='rss_texte'><p><strong>Premessa</strong></p> <p>In questi giorni la Val di Susa sta vivendo momenti di tensione che ricordano quelli dell'autunno 2005 quando fu usata la forza per imporre l'apertura di un cantiere in vista della realizzazione del TAV Torino-Lione. Da allora nessun cantiere è stato aperto ma le promesse di governi di diverso colore di aprire un dialogo e un confronto con le istituzioni locali si sono dimostrate un inganno e le amministrazioni democraticamente elette, critiche sulla realizzazione della grande opera, non sono state riconosciute dal governo quali interlocutori affidabili e sono state estromesse dai tavoli di confronto. Decine di migliaia di persone chiedono semplicemente di essere ascoltate, chiedono un confronto vero, pretendono che alle loro ragioni - scientificamente documentate - si risponda entrando nel merito. In cambio ricevono insulti e l'accusa di voler difendere il loro piccolo cortile, di volersi opporre al progresso, di non rispettare le regole: slogan e accuse infondate in risposta ad argomenti seri, a pratiche di protesta pacifica, all'utilizzo rigoroso di ogni spazio previsto da leggi e procedure. L'opposizione al TAV Torino-Lione è diventata in questi anni un esempio di partecipazione democratica dal basso, di democrazia vera, di resistenza all'illegalità ed al sopruso in difesa dei beni comuni: un'opposizione popolare che può contare sul sostegno della comunità montana e di ben 24 consigli comunali. Viceversa il governo e le potenti lobby che governano l'economia e la finanza, con l'appoggio di partiti di maggioranza e minoranza, non hanno esitato a stravolgere procedure, infrangere leggi e ingannare l'Unione Europea pur di assicurarsi un grande business da cui anche la grande criminalità organizzata e le mafie contano di trarre profitto. Hanno scatenato una grande campagna mediatica per nascondere le dimensioni e le ragioni dell'opposizione, per screditare il movimento notav presentandolo come covo di estremisti e sovversivi: la criminalizzazione del dissenso è un'arma micidiale a cui ricorre solo chi disprezza il confronto democratico e le regole condivise. Oggi, fallito ogni tentativo di comprare il consenso e la benevolenza di cittadini e sindaci, il governo sta preparando una nuova prova di forza: il Prefetto assicura che “sarà il Questore a decidere tempi e modi” per installare il primo cantiere. E mentre la campagna di disinformazione si intensifica rispuntano le intimidazioni mafiose e le provocazioni che si ripetono puntuali dal 2005 ad oggi, dagli incendi dolosi dei presidi notav alle buste con le pallottole. In nessun caso indagini serie hanno portato a individuare i responsabili, ogni volta il movimento notav ha denunciato la natura mafiosa di tali gesti, ha riaffermato e rivendicato con orgoglio il carattere pacifico della propria lotta, ha invitato a cercare esecutori e mandanti tra chi ha interesse ad avviare i cantieri. Se questo è il quadro non possiamo rimanere indifferenti, non possiamo rimanere in silenzio e ci rivolgiamo a singoli cittadini, associazioni, sindacati, movimenti, esponenti del mondo della cultura affinché si uniscano a noi in questo appello.</p> <p><strong>Appello per la democrazia e il rispetto della legalità in Val di Susa</strong></p> <p>Come singoli cittadini, associazioni, sindacati, movimenti, esponenti del mondo della cultura:</p> <p>rifiutiamo l'idea che la realizzazione di una grande opera possa ridursi ad un problema di ordine pubblico condanniamo senza riserve l'invito ad usare la forza e a militarizzare il territorio lanciato nei giorni scorsi da rappresentanti del popolo eletti in Parlamento, da alcuni partiti e da alcune associazioni di imprenditori denunciamo il disprezzo delle più elementari regole della democrazia e pretendiamo dal governo il rispetto della legalità, il rispetto dei diritti dei cittadini, il rispetto nei confronti della amministrazioni locali democraticamente elette respingiamo il ricatto e le strumentalizzazioni secondo cui chi si oppone al TAV non difende il lavoro: al contrario la realizzazione di questa grande opera inutile penalizzerebbe pesantemente le economie locali in cambio di pochi posti di lavorio precario e privo di tutele e di diritti, mentre un diverso utilizzo delle risorse pubbliche creerebbe numerose opportunità di nuova occupazione le ragioni di chi si oppone a questa grande opera inutile, devastante, che sottrarrebbe enormi risorse economiche ai servizi pubblici di tutto il paese sono le nostra ragioni: non ci rassegniamo all'idea che il nostro futuro possa essere deciso da quell'intreccio perverso tra politica, affari e criminalità organizzata che governa ampie aree del nostro paese e inquina la nostra società. Il nostro riferimento continua ad essere la Costituzione, quella Costituzione nata dalla Resistenza e oggi troppo spesso violentata. Per queste ragioni esprimiamo la nostra solidarietà alla resistenza notav e ci impegniamo a sostenerla concretamente.</p> <p>Torino, 7 Giugno 2011</p> <hr class="spip" /> <p>Primi firmatari (tra i promotori a Torino di "Presidiare la Democrazia"):</p> <ul class="spip"><li> Comitato notav Torino</li><li> Laboratorio per la Democrazia - Torino</li><li> Unione Culturale Franco Antonicelli - Torino</li><li> Federico Bellono, segretario generale FIOM Torino</li><li> Emergency Torino</li><li> Pro Natura Torino</li><li> Pro Natura Piemonte</li><li> Centro Sereno Regis</li><li> Giuseppe Sergi, docente storia medievale Univ. Torino</li><li> Alessandra Algostino, docente Diritto costituzionale comparato Univ. Torino</li><li> Caffè Basaglia - Centro di animazione sociale e culturale delle comunità</li><li> CUB Piemonte</li><li> Ass. L'Interezza non è il mio forte</li><li> Fabionews</li><li> Officine Corsare</li><li> Associazione La Fonte Acquariana</li><li> Comitato di cittadinanza attiva Rivalta Sostenibile</li><li> MAG4</li><li> IK Produzioni</li><li> Mani Tese Torino</li></ul></div> Il quesito referendario (3) http://www.ifeitalia.eu/spip.php?article192 http://www.ifeitalia.eu/spip.php?article192 2011-06-09T07:35:59Z text/html it Ecco il testo, riformulato dalla Cassazione. «Volete che siano abrogati i commi 1 e 8 dell'articolo 5 del decreto legge 31/03/2011 n. 34 convertito con modificazioni dalla legge 26/05/2011 n.75 ?». -* Finalità del quesito Il quesito si propone di cancellare ogni riferimento normativo che permetta l'avvio del piano nucleare proposto dall'attuale Governo. Nel mirino del quesito il comma 1 dell'articolo 5 del cosiddetto decreto omnibus che prevede una sorta di stop alla definizione e attuazione (...) - <a href="http://www.ifeitalia.eu/spip.php?rubrique20" rel="directory">Ecologia </a> <img class='spip_logos' alt="" align="right" src="http://www.ifeitalia.eu/IMG/arton192.jpg" width='150' height='94' style='height:94px;width:150px;' /> <div class='rss_chapo'><p>Ecco il testo, riformulato dalla Cassazione.</p></div> <div class='rss_texte'><p>«Volete che siano abrogati i commi 1 e 8 dell'articolo 5 del decreto legge 31/03/2011 n. 34 convertito con modificazioni dalla legge 26/05/2011 n.75 ?».</p> <p><strong>-* Finalità del quesito </strong> Il quesito si propone di cancellare ogni riferimento normativo che permetta l'avvio del piano nucleare proposto dall'attuale Governo. Nel mirino del quesito il comma 1 dell'articolo 5 del cosiddetto decreto omnibus che prevede una sorta di stop alla definizione e attuazione del programma di localizzazione, realizzazione ed esercizio nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia elettrica nucleare, e il comma 8 del medesimo articolo 5 che prevede entro un anno l'adozione della Strategia energetica nazionale.</p></div> I quesiti referendari (1 e 2) http://www.ifeitalia.eu/spip.php?article191 http://www.ifeitalia.eu/spip.php?article191 2011-06-09T07:28:24Z text/html it <p>Gaetano Azzariti (ordinario di diritto costituzionale Università di Roma La Sapienza)</p> <p>Gianni Ferrara (emerito di diritto costituzionale Università di Roma La Sapienza)</p> <p>Alberto Lucarelli (ordinario di diritto pubblico Università di Napoli Federico II)</p> <p>Ugo Mattei (ordinario di diritto civile Università di Torino)</p> <p>Luca Nivarra (ordinario di diritto civile Università di Palermo)</p> <p>Stefano Rodotà (emerito di diritto civile Università di Roma La Sapienza)</p> - <a href="http://www.ifeitalia.eu/spip.php?rubrique20" rel="directory">Ecologia </a> <img class='spip_logos' alt="" align="right" src="http://www.ifeitalia.eu/IMG/arton191.jpg" width='150' height='100' style='height:100px;width:150px;' /> <div class='rss_texte'><p>I quesiti referendari</p> <p>Primo quesito: <strong>Modalità di affidamento e gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica. Abrogazione</strong></p> <p>«Volete voi che sia abrogato l'art. 23 bis (Servizi pubblici locali di rilevanza economica) del decreto legge 25 giugno 2008 n.112 "Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria" convertito, con modificazioni, in legge 6 agosto 2008, n.133, come modificato dall'art.30, comma 26 della legge 23 luglio 2009, n.99 recante "Disposizioni per lo sviluppo e l'internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia" e dall'art.15 del decreto legge 25 settembre 2009, n.135, recante "Disposizioni urgenti per l'attuazione di obblighi comunitari e per l'esecuzione di sentenze della corte di giustizia della Comunità europea" convertito, con modificazioni, in legge 20 novembre 2009, n.166, nel testo risultante a seguito della sentenza n.325 del 2010 della Corte costituzionale?»</p> <p>Secondo quesito: <strong>Determinazione della tariffa del servizio idrico integrato in base all'adeguata remunerazione del capitale investito. Abrogazione parziale di norma</strong></p> <p>«Volete voi che sia abrogato il comma 1, dell'art. 154 (Tariffa del servizio idrico integrato) del Decreto Legislativo n. 152 del 3 aprile 2006 “Norme in materia ambientale”, limitatamente alla seguente parte: “dell'adeguatezza della remunerazione del capitale investito”?»</p> <ul class="spip"><li> <strong>FINALITA' DEL PRIMO QUESITO:</strong> fermare la privatizzazione dell'acqua Si propone l'abrogazione dell'art. 23 bis (dodici commi) della Legge n. 133/2008 , relativo alla privatizzazione dei servizi pubblici di rilevanza economica. È l'ultima normativa approvata dal Governo Berlusconi. Stabilisce come modalità ordinarie di gestione del servizio idrico l'affidamento a soggetti privati attraverso gara o l'affidamento a società a capitale misto pubblico-privato, all'interno delle quali il privato sia stato scelto attraverso gara e detenga almeno il 40%. Con questa norma, si vogliono mettere definitivamente sul mercato le gestioni dei 64 ATO (su 92) che o non hanno ancora proceduto ad affidamento, o hanno affidato la gestione del servizio idrico a società a totale capitale pubblico. Queste ultime infatti cesseranno improrogabilmente entro il dicembre 2011, o potranno continuare alla sola condizione di trasformarsi in società miste, con capitale privato al 40%. La norma inoltre disciplina le società miste collocate in Borsa, le quali, per poter mantenere l'affidamento del servizio, dovranno diminuire la quota di capitale pubblico al 40% entro giugno 2013 e al 30% entro il dicembre 2015. Abrogare questa norma significa contrastare l'accelerazione sulle privatizzazioni imposta dal Governo e la definitiva consegna al mercato dei servizi idrici in questo Paese.</li></ul> <ul class="spip"><li> <strong>FINALITA' DEL SECONDO QUESITO</strong>: fuori i profitti dall'acqua Si propone l'abrogazione dell''art. 154 del Decreto Legislativo n. 152/2006 (c.d. Codice dell'Ambiente), limitatamente a quella parte del comma 1 che dispone che la tariffa per il servizio idrico è determinata tenendo conto dell' “adeguatezza della remunerazione del capitale investito”. Poche parole, ma di grande rilevanza simbolica e di immediata concretezza. Perché la parte di normativa che si chiede di abrogare è quella che consente al gestore di ottenere profitti garantiti sulla tariffa, caricando sulla bolletta dei cittadini un 7% a remunerazione del capitale investito, senza alcun collegamento a qualsiasi logica di reinvestimento per il miglioramento qualitativo del servizio. Abrogando questa parte dell'articolo sulla norma tariffaria, si elimina il “cavallo di Troia” che ha aperto la strada ai privati nella gestione dei servizi idrici: si impedisce di fare profitti sull'acqua.</li></ul></div> Il disastro di Chernobyl (la storia) http://www.ifeitalia.eu/spip.php?article150 http://www.ifeitalia.eu/spip.php?article150 2011-04-21T11:26:12Z text/html it ifeitalia una puntata di "Gaia" del 2005 su You tube. No al nucleare, senza se e senza ma. http://www.youtube.com/watch?v=kKRv... http://youtu.be/kKRvWCruckI - <a href="http://www.ifeitalia.eu/spip.php?rubrique20" rel="directory">Ecologia </a> <img class='spip_logos' alt="" align="right" src="http://www.ifeitalia.eu/local/cache-vignettes/L100xH75/arton150-2f44a.gif" width='100' height='75' style='height:75px;width:100px;' /> <div class='rss_chapo'><p>una puntata di "Gaia" del 2005 su You tube. No al nucleare, senza se e senza ma.</p></div> <div class='rss_texte'><p><a href='http://www.youtube.com/watch?v=kKRvWCruckI' class='spip_out' rel='nofollow external'>http://www.youtube.com/watch?v=kKRv...</a> <a href='http://youtu.be/kKRvWCruckI' class='spip_out' rel='nofollow external'>http://youtu.be/kKRvWCruckI</a></p></div> I panni sporchi non si lavano più in famiglia http://www.ifeitalia.eu/spip.php?article130 http://www.ifeitalia.eu/spip.php?article130 2011-04-01T09:52:07Z text/html it ifeitalia <p><a href='http://www.fondfranceschi.it/cogito-ergo-sum' class='spip_out' rel='nofollow external'>www.fondfranceschi.it/cogito...</a></p> - <a href="http://www.ifeitalia.eu/spip.php?rubrique20" rel="directory">Ecologia </a> <img class='spip_logos' alt="" align="right" src="http://www.ifeitalia.eu/IMG/arton130.jpg" width='150' height='113' style='height:113px;width:150px;' /> <div class='rss_chapo'><p>Sull'acqua bene comune : l'originale punto di vista di una psicoanalista</p></div> <div class='rss_texte'><p>Si è proprio così che potrebbe succedere se l'acqua fosse privatizzata.</p> <p>Perché chi mai oserebbe far sapere all'azienda Tal dei Tali quanti litri di acqua sono andati nello scarico portando con sé i segreti?</p> <p>E se a qualcuno venisse voglia di andare a vederli, questi segreti? Che figura! No, no, meglio non pensarci</p> <p>E poi, perché l' acqua dovrebbe diventare di proprietà di qualcuno? Mica le Ninfe possono stare fuori dagli stagni o le Dee lavarsi nelle docce comunali!</p> <p>No, no, meglio non pensarci.</p> <p>E invece sì, pensiamoci.</p> <p>Ma come, l'acqua, l'acqua che tutto sistema, pulisce, calma, alimenta …. quest'acqua potrebbe non essere più MIA?</p> <p>Mi addormento dalla fatica di questi pensieri. E sogno.</p> <p>Mi appare Oceano, dio di tutte le acque, che pensieroso si accarezza la lunga barba. Mi fa segno di avvicinarmi e, quando gli sono accanto, mi chiede che cosa mai stia succedendo sulla Terra, (oddio, terra. in fondo, pure la terra formata da acqua, per più del 70%) perché lui e le sue figlie Oceanine si sentono un po' ribollire dentro.</p> <p>Gli dico che, sulla Terra, in questo periodo si sta discutendo di un fatto molto importante, ossia se dare la gestione dell'acqua pubblica in mano ad Aziende private.</p> <p>Mi annacqua, letteralmente, in segno di dissenso e, con cavalloni che sembrano voler inghiottire le stupidità mi chiede se per caso io e gli altri terrestri ci siamo dimenticati del valore dell'acqua per ognuno di noi. E' ad essa e con essa che possiamo pensare e riferirci per spegnere tutti i nostri intimi incendi di vita, tutti i bruciori che ci mettono nel rogo delle ingiustizie o delle passioni, giuste o non giuste. Dove passa l'acqua, tutto passa, simbolicamente e non.</p> <p>E mi annacqua di nuovo, per confortarmi dallo stupore della sua reazione, ed io provo che è bello, provo quello che solo l'acqua sgorgante può far provare.</p> <p>Mi sento libera, pulita, bella, dimagrita da ogni orpello. Niente più coltri pesanti a stancare le membra e, anzi, mi sento cullata da onde dolci e materne e dondolata da flussi potenti e paterni e mi sento mia, mia nella mia acqua.</p> <p>E allora ne bevo e avverto che divento grande di corpo e di pensieri. L'acqua mi nutre e mi solleva in alto, nel mondo degli uomini e delle cose.</p> <p>Quando mi sveglio, ho la sensazione di aver fatto un sogno importante.</p> <p>Sono un po' stordita come qualcuno che dopo aver ricevuto un colpo in testa e deve ricominciare daccapo a ragionare.</p> <p>Mi ricordo della questione dell'acqua e sento che è da là che devo riprendere a ragionare</p> <p>No, per carità non date via l'acqua a nessun tal dei tali, no per favore, non privatizzatela!</p> <p>Ci sentiremmo persi, orfani della nostra fantasia di avere un seno tutto nostro al quale attaccarci e suggere un latte che purifichi ogni sudore di vita.</p> <p>Perderemmo il nostro immaginario di liquido amniotico protettivo e difensivo da qualsiasi colpo maldestro; perderemmo la capacità di simbolizzare e metaforizzare ogni liquido come forma vitale.</p> <p>Ci mancherebbe la forza di trasformare, nei pensieri, ogni solido in liquido e viceversa: nulla ci sembrerebbe congeniale per la costruzione delle cose: non sapremmo più con cosa impastare i segreti nostri.</p> <p>L'acqua è il nostro tempio di pensieri e di atti nella fluidità: come potremmo pensare ad un nostro pozzo privatissimo a cui attingere se mai dovessimo andare al pozzo del signor tal dei tali?</p> <p>No, non possibile. Nessuno potrà mai costringerci a diventare cammelli e dromedari nell'umana protesta.</p> <p> da Psychologies</p></div> Peggiora la crisi nucleare in Giappone, gli effetti dipendono dal vento http://www.ifeitalia.eu/spip.php?article120 http://www.ifeitalia.eu/spip.php?article120 2011-03-16T11:11:19Z text/html it ifeitalia Livelli record di radioattività sono stati rinvenuti vicino l'impianto nucleare di Fukushima 1, a seguito delle esplosioni dell'unità 1, 2, 3 e 4. Un livello di radiazioni 9 volte superiore rispetto alla norma è stato calcolato vicino Tokyo. Un fattore critico è ora la direzione del vento. Cronologia degli ultimi eventi a Fukushima 1 (Daiichi): Domenica, pomeriggio - Esplosione presso l'unità 1, confermata dai funzionari giapponesi. Lunedì, tarda mattinata - Esplosione presso l'unità 3, (...) - <a href="http://www.ifeitalia.eu/spip.php?rubrique20" rel="directory">Ecologia </a> <img class='spip_logos' alt="" align="right" src="http://www.ifeitalia.eu/IMG/arton120.jpg" width='124' height='150' style='height:150px;width:124px;' /> <div class='rss_chapo'><p>Livelli record di radioattività sono stati rinvenuti vicino l'impianto nucleare di Fukushima 1, a seguito delle esplosioni dell'unità 1, 2, 3 e 4. Un livello di radiazioni 9 volte superiore rispetto alla norma è stato calcolato vicino Tokyo. Un fattore critico è ora la direzione del vento.</p></div> <div class='rss_texte'><p>Cronologia degli ultimi eventi a Fukushima 1 (Daiichi):</p> <p>Domenica, pomeriggio - Esplosione presso l'unità 1, confermata dai funzionari giapponesi.</p> <p>Lunedì, tarda mattinata - Esplosione presso l'unità 3, confermata dai funzionari giapponesi.</p> <p>Martedì, mattina - Esplosione presso l'unità 2. Il timore è che l'esplosione abbia generato la rottura di una parte del vaso di contenimento del reattore (fatto di calcestruzzo), chiamato wetwell (noto anche come piscina di soppressione). La fusione del combustibile continua. Secondo gli ultimi aggiornamenti, l'acqua di raffreddamento raggiunge un livello di due metri, il che significa che la metà superiore delle barre è esposta.</p> <p>Martedì, mattina – Nell'unità 4 si sprigionano le fiamme, seguite più tardi da un'esplosione. Il reattore 4, al manifestarsi del terremoto, era spento senza carico di combustibile, dunque la fonte dell'incendio è molto probabilmente la piscina del combustibile spento.</p> <p>Questo ha portato allo sprigionamento di idrogeno, esploso a contatto con l'ossigeno dell'aria (anche se ciò non è stato ancora totalmente appurato). Non si tratta comunque di esplosioni dovute a reazioni nucleari. Il rischio maggiore proviene dalle radiazioni provenienti dal nocciolo del reattore o da scorie nucleari conservate all'interno della centrale. Alcuni lavoratori sono stati feriti durante le esplosioni.</p> <p>Sicurezza e sanità</p> <p>• La maggior parte degli 800 lavoratori sono stati evacuati. I 50 che sono rimasti vanno inevitabilmente incontro a gravi rischi sanitari.</p> <p>• Nella mattinata di martedì, intorno a Daiichi, sono stati misurati livelli estremamente elevati di radiazioni. Vicino all'unità 4 sono stati segnalati 100-400 mSv/h, 30 mSv/h tra le unità 2 e 3. Il segretario del governo, Edano, ha apertamente confermato che la misurazione è avvenuta in milli-Sievert, non in micro, il che significa una minaccia immediata per la salute cento volte superiore rispetto a qualsiasi misurazione finora avvenuta.</p> <p>• Il governo ha raccomandato ai residenti entro un raggio di 20-30 km dalla centrale di restare in casa, di spegnere la ventilazione, di levare via la polvere da vestiti e scarpe e di lavarsi accuratamente qualora provenissero dall'esterno.</p> <p>• Livelli radioattivi nove volte superiori al normale sono stati misurati fino a Kanagawa, 250 km a sud-ovest rispetto a Fukushima, molto vicino a Tokyo. A Utsunomiya, 140 km a sud-ovest rispetto al sito, i livelli rilevati sono 33 volte superiore al normale. A Sendai, 100 km a Nord, i funzionari hanno esortato la popolazione a evitare la pioggia perché carica di contaminazioni radioattive. Il vento dovrebbe soffiare verso sud-est, cioè verso l'interno, potenzialmente in direzione di Tokyo.</p> <p>• La città di Minamisoma, compresa nel raggio di 20-30 km dalla centrale, conta 71.000 abitanti.</p> <p>• Secondo il segretario del governo giapponese, Edano, è l'unità 4 la fonte dei più alti livelli di radioattività, il che rende la situazione ancora più allarmante, infatti il combustibile esaurito ha molti più isotopi a lunga vita che il nocciolo caldo del reattore, il che significa un maggiore potenziale di contaminazione a lungo termine.</p> <p>Quali le prospettive?</p> <p>È molto difficile prevedere cosa succederà ora. La situazione nell'unità 2 e 4 non è ancora sotto controllo e la probabilità di grandi rilasci radioattivi è concreta. L'alto livello di radiazioni e i danni alla struttura rendono il lavoro estremamente difficile. Il nostro pensiero è rivolto a coloro che soffrono per le conseguenze del terremoto e dello tsunami e per la crisi nucleare in corso. Entra in azione Per fermare il ritorno del nucleare in Italia, c'è un'occasione che non possiamo sprecare: il Referendum. La petizione che abbiamo lanciato per chiedere al Ministro Maroni di accorpare amministrative e referendum ha superato le 60 mila firme. Continuate a firmare e diffondere l'invito in rete. Categorie</p></div>