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Com’e triste la vita se non senti gli odori

di L. Ferrua (da "La Stampa" - www.lastampa.it )
giovedì 1 settembre 2011

Vivere senza olfatto. Cancellare dall’esistenza il profumo del caffè, l’odore della pioggia o la puzza di gas. Così su due piedi sembra impossibile. Per capire davvero il trauma e poterlo raccontare bisogna essere andati e tornati dall’inferno.

Molly Birnbaum ha 29 anni e per cinque non ha potuto sentire odori. Ora è una blogger di successo con il sito «my madeleine» (mollysmadeleine.blogspot.com). Ama stare ai fornelli anche se non è riuscita a diventare una chef professionista: racconta la sua storia in «Season to Taste: How I Lost My Sense of Smell and Found My Way», che più o meno vuol dire «Il tempo di assaggiare: come ho perso il senso dell’olfatto e trovato la mia strada».

A mettere insieme storie di vita è più brava di molti sceneggiatori. E così quando Molly viene investita da un’auto mentre fa jogging - è il 2005 è lei ha 22 anni - ha da poco cominciato a frequentare il «Culinary Institute of America» e a collaborare con Tony May, uno dei padri della cucina Usa. Insomma, ha tutte le carte in regola per diventare una stella della cucina. Per fare dell’olfatto il suo strumento di lavoro. Con l’incidente sembra finire tutto. L’auto che la travolge le provoca la frattura del cranio e - dissero i medici il distacco dei nervi olfattivi. E Molly resta con quattro sensi.

Scopre cos’è l’esistenza priva di odori. Quel filo di sensazioni fondamentali già per un neonato, stimoli così forti e legati alle emozioni che lo rendono capace di sentire e distinguere l’odore della mamma o forse l’odore dell’amore. Senza olfatto la Birnbaum comincia un viaggio dentro se stessa e le sue paure in una vita diventata improvvisamente vuota. Cose indispensabili diventano difficilissime: «Il cibo aveva perso di interesse, non era più buono». Immaginate che cos’è mangiare se non c’è il profumo.

Ma non solo, senza odori - come racconta a «New Scientist» - perde i sogni e la voglia di guardare al futuro perché ha perso il profumo della vita. Senza odori vede affievolirsi la forza dei ricordi. Se non hai più l’olfatto ti sembra di non riuscire a estrarre dalla memoria il ricordo della stanza di quand’eri bambino o del giardino in cui sei cresciuto, il profumo della carta del libro che stai per leggere o la seduzione di un profumo che ti stupisce in un incontro.

Perdere la capacità di sentire aromi o puzze la fa sentire indifesa e non solo dalla cattiva cucina di un ristorante: «Ero vulnerabile, incapace di rendermi conto se la mia casa stava prendendo fuoco, se i miei abiti erano puliti, se ero gradevole o sgradevole per gli altri». Non è un caso se l’olfatto è legato al chakra del bacino, il senso dell’istinto, della sopravvivenza.

Senza la vita cambia forma e con il passare dei giorni nell’esistenza di Molly arriva un odore che non esiste, che non può esistere, mai sentito prima che riempie la vita a lei che non può più sentire profumo: «Pensavo fosse l’odore del mio cervello».

Guarire dall’anosmia (la perdita dell’olfatto) è possibile e proprio la presenza di quell’odore fantasma ha aiutato Molly a non perdere le speranze. Poi un giorno alle sue narici arriva il profumo di un rametto di rosmarino che la madre stava usando per cucinare. La luce si riaccende, anche se è solo l’inizio della rinascita.

Riannodato il filo dell’odore. Il naso di Molly viene rieducato con l’aiuto di neurologi e maestri profumieri. Chi ha perso qualcosa di importante moltiplica le energie se solo vede un barlume di speranza di poterlo recuperare e la Birnbaum vive la sua rinascita con forza straordinaria. Riscopre una a una le essenze, quelle che aveva registrato nel cervello e quelle nuove, i profumi della cucina, le spezie, gli odori buoni e cattivi e i gusti della vita.

Poi l’amore per il fidanzato Matt riaccende tutto: spinta dai sentimenti la via verso la guarigione diventa più facile, Molly torna ai fornelli, ricomincia a sorridere e la sua storia si trasforma in favola.


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12 luglio 201709:21, di muneer
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