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Vittoria delle donne spagnole: ritirata la legge che impediva il diritto di scelta sul proprio corpo in materia di aborto

giovedì 2 ottobre 2014

Lo scorso inverno europeo si è distinto per aver riportato in piazza migliaia di donne, che hanno protestato contro disegni di legge che miravano a limitare il loro diritto di scelta riguardo al tema dell’aborto.

A dare il via, la Spagna, dove nel dicembre 2013, il ministro della giustizia, Alberto Ruiz- Gallardon, ha redatto una riforma di legge, che mirava a reintrodurre le regole del 1985. La riforma, approvata dal Consiglio dei Ministri spagnolo, avrebbe dovuto modificare la legislazione precedente, adottata dal passato governo socialista presieduto fino al dicembre 2011 da José Luis Rodriguez Zapatero. La riforma Gallardon limitava il diritto delle donne a abortire, solo in caso di violenze sessuali (se denunciate non oltre le 12 settimane dal concepimento) e quando era accertato il “pericolo grave per la salute fisica e psichica della madre del nascituro”.

Il progetto, che esautorava completamente la figura della donna dei poteri sul proprio corpo, aveva incontrato l’entusiasmo della chiesa spagnola, scatenando, nello stesso tempo, le ire delle associazioni in difesa dei diritti delle donne, quelle dei medici e dell’opposizione. Il segnale di allarme, dalla Spagna, si è propagato in tutta Europa, dando il via ad una serie di iniziative e manifestazioni, che hanno sfilato nelle maggiori città europee, Parigi, Londra, Berlino, Roma. Il 1 febbraio è stata addirittura indetta la giornata europea in sostegno con le donne spagnole, intitolata Porque Yo decido (dal nome dello slogan scelto dalle donne spagnole per affermare la loro autodeterminazione), per ribadire che quello di dare o meno alla luce un figlio è un diritto inalienabile della donna.

Contemporaneamente, lo scorso marzo, dal Consiglio d’Europa è arrivata una segnalazione all’Italia, sul tema aborto, denunciando la violazione dei diritti delle donne, che si registra nel nostro paese. La legge 104 del ‘78, infatti, che garantisce tale diritto, porta con sé delle falle strutturali, lasciando piena libertà di astenersi o meno, in base ai propri orientamenti marzo, a intervenire chirurgicamente era rimasto un solo ospedale) che, nelle strutture pubbliche, si rifiuta di prestare servizio.

Ad oggi, nessun passo avanti è stato compiuto nel nostro paese, mentre in Spagna, si è registrato un netto indebolimento dell’ala a favore della riforma di Gallardon. È notizia di queste ore che il premier Rajoy abbia deciso di lasciare la legge spagnola così com’era ai tempi di Zapatero, ritirando la riforma proposta per ‘mancanza di sufficiente consenso’. (..) L’esecutivo si limiterà a riformare l’attuale normativa, che fissa i termini legali per l’interruzione volontaria di gravidanza, introducendo, per le minori di 16 anni, l’obbligo di autorizzazione da parte di uno dei due genitori.religiosi, al personale medico. E così, concedendo questa grande autonomia ai medici e paramedici italiani, si è arrivati al 2014 con un tasso del 69,3% di obiettori di coscienza (percentuale più alta al sud, come a Bari, dove a metà

Con buona grazia del ministro Gallardon, che ha dato le dimissioni, le donne spagnole hanno vinto.

Tratto da : http://iljournal.today/



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