· Le donne sono il 60% dei laureati, ma solo il 46% di chi lavora. · Sono il 42% dei magistrati, il 32% dei medici, il 42% degli avvocati, il 30% degli imprenditori ma guadagnano, in media, il 20% in meno degli uomini a parità di lavoro. · Lavorano più degli uomini tra professione e lavoro di cura ma i loro contratti sono a part-time e a tempo determinato più di quelli degli uomini, e più di loro sono precarie. In Italia (tra gli ultimi paesi d’Europa) solo il 21% dei deputati e il 19% dei senatori è donna. Nel governo ci sono solo 5 ministre, di cui 3 senza portafoglio · Nei consigli d’amministrazione delle società quotate in borsa la presenza femminile è solo del 3% (in Norvegia è pari al 42%). · Il 68% delle donne tra i 20 e i 49 anni ha un’occupazione se non ha figli, il 60% se ha un figlio, il 54% se ha due figli. · In Italia, la spesa per le politiche sociali e familiari rappresenta l’1.3% del PIL, meno della metà della media europea, un terzo della Francia · Le donne fanno il 77% del lavoro familiare · Solo il 10% dei bambini da zero a due anni frequenta un nido. Il welfare per i piccoli è rappresentato dai nonni (chi li ha) · Alle richieste di part time e orari flessibili spesso le aziende rispondono negativamente (mobbing strategico) · Il 40% delle donne sotto i 40 anni (e il 55% di quelle sotto i 30 anni) non può fruire delle tutele sulla maternità previste dalla legge perchè non ha un lavoro a tempo indeterminato
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