Scritti di amiche e compagne di viaggio
Lettera aperta ai maschi italiani
La violenza sessuale è considerata una caratteristica costitutiva della guerra nella Repubblica Democratica del Congo (RDC).Lo stupro collettivo e massivo di donne e ragazze è stato documentato anche in Sierra leone, Ruanda, Liberia, Uganda Sudan e nei Balcani. Ma nella RDC lo stupro collettivo viene utilizzato in modo sistematico come un’arma di guerra da tutti gli attori armati.
Lo spot, che dura circa tre minuti, inizia con l’inno nazionale, e sullo schermo della tv passano gli articoli della Costituzione dove si ricorda che tutti gli esseri umani hanno diritto a libertà, integrità del corpo, uguaglianza e pari opportunità.
Non siamo in Islanda, dove esiste un partito politico di sole donne dichiaratamente femminista, né il Ruanda, dove le elette sono il 50%. In Italia non ci sono pericolose attiviste che vogliono prendere il potere, e di femministe dichiarate ne sono state elette, da quando esiste il suffragio universale, una decina dal 1946, a volere essere di manica larga.
E’ proprio vero che gli italiani sono gente brava. La prova risiede, ormai è notizia planetaria, nel grande, immenso cuore del loro leader: un uomo che aiuta chi è in difficoltà.
Ci sono tante ragioni per essere contro il ritorno al nucleare di ordine economico , ambientale e sociale, che proverò a illustrare. Ma prima di tutto la mia convinta contrarietà al nucleare è per così dire di modello sociale.
il testo è tratto dall’intervento di B.Romagnoli al Seminario di Marea (Caranzano, 4/5 settembre 2010)
Siamo di nuovo di fronte alla morte di una donna, e al grave ferimento di un’altra per mano di un familiare. Siamo di nuovo di fronte al femminicidio e alla violenza in nome e per conto del senso di possesso maschile delle vite femminili.
Cose da uomini (di Stato) ha scritto Monica Lanfranco, commentando indignata l’esibizione di Gheddafi con il suo pari Berlusconi davanti ad un pubblico femminile prezzolato.
Monica Lanfranco, femminista,direttrice di "Marea" commenta ciò che sta avvenendo a Roma all’ambasciata libica nell’assordante silenzio del governo italiano
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