IFE Italia

"Per cambiare l’ordine delle cose"

Il seminario del decennale di IFE Italia
giovedì 24 maggio 2018

Introduzione al Seminario.

I “primi” dieci anni di IFE Italia Introduzione al seminario del decennale “Per cambiare l’ordine delle cose. Femminismo 4.0: intersezioni fra genere,classe, razzismo, ordine, disordine” Lucca, 25-26-27 maggio 2018

A) Come e quando nasciamo

Ife Italia nasce nel 2008 grazie allo stimolo della rete europea che dal 2012 si chiama FAE (Feminists for Another Europe).

IFE Italia unisce femministe che fanno convivere la scelta di far parte di un’associazione femminista con altre appartenenze (partiti, sindacati, collettivi,… nel campo della sinistra politica e sociale)

La sigla IFE racchiude già in sé alcune caratteristiche della nostra natura e della nostra funzione: • Iniziativa : perché siamo interessate ad agire nella società in modo fattivo ed in dimensione politica manifestando il nostro desiderio di trasformazione della realtà ; • Femminista : vogliamo definirci « femministe ». Il femminismo di IFE Italia vuole svelare i meccanismi, materiali e simbolici, dei due sistemi di potere che strutturano la realtà (patriarcato e capitalismo) e ne vuole considerare le connessioni e le contraddizioni ( eguaglianza/differenza, emancipazione/liberazione, genere/classe/orientamento sessuale/ “razza”); • Europea : la dimensione del nostro comune lavoro non può che essere europea ed internazionale. In collaborazione con altre associazioni, gruppi, collettivi e in rete con FAE.

B) Piccoli passi ma costanti

Il percorso collettivo di questi 10 anni si è articolato su due livelli:
- da una parte la ricerca/l’approfondimento/la riflessione/l’analisi teorica , attraverso seminari annuali ed incontri dedicati, per meglio definire il femminismo nel quale ci riconosciamo. Un percorso di autoeducazione e autoformazione permanenti che ci ha consentito di condividere un manifesto femminista, che raccoglie le “parole ed i desideri” che guidano la nostra azione politica. Ricordare alcune di queste parole aiuta a meglio comprendere il “chi siamo”. • URGENZA: non rassegnarsi alla marginalità e subalternità delle donne nella sfera economica, sociale e politica.

CONTINUITA’: sentirsi parte di una storia lunga e collettiva di donne, sentirsi parte di ogni protagonismo femminile che produce conquiste e passi avanti , sentirsi parte di una dimensione internazionale.

ROTTURA: provare e riprovare ad agire il conflitto come positivo strumento di emancipazione/liberazione collettiva ed individuale.

CONFLITTO: contrastare stereotipi, dogmi, analizzare/comprendere/svelare sistemi di poteri e costruzioni simboliche escludenti, promuovere azioni per riaffermare ed ampliare i diritti delle donne e quindi di tutti;

- e dall’altra l’iniziativa concreta in rete con associazioni/gruppi/collettivi/ realtà femministe/i con i quali si sono condivisi e si condividono in larga misura l’analisi della realtà e gli orizzonti di senso. E’ bene ricordare le iniziative che, a livello nazionale, ci hanno consentito di dare vita ad importanti percorsi collettivi femministi:

1. la costruzione della rete “Donne nella crisi” che ha dato vita alla campagna di solidarietà con le donne greche per il diritto alla salute. Una rete che sarebbe utile riattivare…;

2. la partecipazione alla rete “No muri no recinti” per affrontare in forma collettiva i temi legati ai fenomeni migratori e, dentro questi, alla condizione delle donne;

3. la costruzione del gruppo di lavoro che ha dato vita al partecipato e possente convegno internazionale “La libertà delle donne nel XXI secolo. Oltre i fondamentalismi” tenutosi a Roma presso la Casa Internazionale delle donne nell’ottobre del 2017. Un gruppo di lavoro che ancora continua a ragionare collettivamente per dare vita ad una nuova iniziativa internazionale sui temi del lavoro oggi, fra produzione e riproduzione (biologica-domestica e sociale). E’ bene ricordare che in questi giorni la Casa Internazionale delle donne rischia di essere sfrattata a causa della miopia ed ignoranza politica della Sindaca e della Giunta capitolina che non riescono a comprendere l’importanza del progetto femminista di cui la Casa è espressione;

4. l’internità al movimento femminista “NONUNADIMENO” con la partecipazione fattiva ad incontri nazionali e locali ed alle manifestazioni contro la violenza di genere e per i diritti di cittadinanza.

Così come è bene ricordare le attività a livello europeo ed internazionale:
- la partecipazione ai Forum Sociali Mondiali con iniziative specifiche;

- la relazione con altre realtà femministe internazionali, ricordiamo in particolare il recente incontro a Parigi con il Movimento delle donne Kurde;

- gli incontri in differenti paesi europei (Capannoni, Budapest, Varsavia, Parigi,…)

- la riflessione, in dimensione internazionale, su alcune questioni teoriche ( la laicità e il potere in particolare)

C) Femministe per cambiare l’ordine delle cose.

Come abbiamo scritto nel nostro “Manifesto femminista” ( sul sito www.ifeitalia.eu) “ l’ambizione che ci guida (…) è quella di ridare corpo ad un femminismo che ambisce a darsi soggettività e progettualità politiche per cambiare alla radice lo stato di cose esistente.

Dentro l’attuale , complessa , fase di transizione chi si ostina a credere possibile il superamento del sistema capitalista non può accontentarsi di rispolverare parole e pratiche del bel tempo che fu a meno che non ci si accontenti di un triste solipsismo. E’ talmente potente la propaganda del sistema e l’imbarbarimento di massa ( il neoliberismo ha modificato anche l’essere umano non solo il sistema...) che quello di cui ci sarebbe bisogno non sono "solo" soggettività collettive ed organizzate capaci di offrire orizzonti di senso in dimensione politica ma altresì di un paziente lavoro di “educazione popolare” in grado di "formare" umanità nuova. Conforta un poco osservare che seppur in forma frammentata e frammentaria, in ogni parte dell’Europa oltre a movimenti capaci di creare partecipazione (pensiamo alla Spagna, al Portogallo, alla Grecia) si stanno consolidando esperienze significative fondate su prospettive differenti rispetto al sistema dominante. Pensiamo alle esperienze di neo-mutualismo e di auto-organizzazione che provano a contrastare nella concretezza la distruzione dei sistema pubblici di protezione sociale o a quelle di autogestione che provano a sperimentare in campo agricolo ed anche industriale processi riproduttivi ( e non produttivistici) fondati non sullo sviluppo divoratore finalizzato all’accumulazione di profitto ma sull’affermazione di un’attività umana sottratta all’alienazione e pertanto capace di produrre ben-essere e ben-vivere. Esperienze utili perché consentono di tenere sveglie o risvegliare le coscienze, promuovere attivismo, dare respiro ad una causa, sperimentare forse nuove forme di solidarietà. Tutto ciò non basta certo ma almeno aiuta. In un simile quadro , Il femminismo ( o perlomeno quella parte di femminismo che ha pensa di dover contrastare tutte le forme dell’oppressione e tutti i sistemi di potere) in una prospettiva che non può che essere "rivoluzionaria" avrebbe delle carte da giocare attingendo ad una ricchissima produzione teorica capace di tenere insieme la condizione materiale e quella simbolica , cioè tutti gli aspetti dell’esperienza umana. Per fare però avremmo bisogno di ricostruire con la pazienza necessaria, a partire da noi stesse ed in dimensione politica un pensiero critico capace di farsi intendere e comprendere. Un pensiero critico che dovrebbe tener conto di alcune questioni di fondo:
- il nesso EMANCIPAZIONE/ LIBERAZIONE per rivendicare i diritti della donna, sul piano economico , giuridico e politico. per svelare la natura sessista della nostra società e la struttura dei sistemi di potere patriarcale e capitalista, oggi più che mai intrecciati; per non separa la dominazione sessuale da tutte le altre forme di dominazione; per riaffermare diritto all’autoderminazione; -
- il principio di LAICITA’, intesa come necessaria distinzione fra Stato e strutture religiose, come contrasto a tutte le forme di sessismo e di svalorizzazione dell’immagine della donna che spesso si ritrovano all’interno delle ideologie religiose di natura fondamentalista, come rifiuto di ogni dogmatismo , di natura non solo religiosa, che enfatizzi e gerarchizzi le differenze costruendo un immaginario collettivo fondato sull’esclusione o la subordinazione del diverso da sé;
- il POTERE per mettere in discussione potere del sacro, potere patriarcale, potere della forza, potere di classe, potere del genere maschile, potere sessuale, potere della violenza e provare a recuperare/ricostruire il significato di potere come voce verbale. Potere di… e non Potere su…
- l’importanza delle relazioni interpersonali per “cambiare l’ordine delle cose” anche in noi stesse nella consapevolezza che non esiste nessuna trasformazione sociale e nessuna vera “rivoluzione” se non vi è la capacità di mettere in discussione quelle strutture soggettive che spesso riproducono le medesime dinamiche di subalternità ed alienazione che si vorrebbero contrastare. Questo lavoro teorico deve essere però con azioni coerenti ed in rete con tutte quelle che condividono un comune orizzonte di senso. Per questa ragione ci sentiamo in sintonia con il movimento femminista internazionale “Non una di meno” che ha saputo rioccupare la scena politica in diversi paesi del mondo e porre, in un’ottica femminista, una serie di questioni nuove ed originale: l’esplosione di sessualità disubbidienti, la messa in discussione di soggettività immutabili ed identitarie e, soprattutto, la tendenza alla frammentazione che in questi ultimi anni ha fortemente segnato il campo femminista indebolendone l’efficacia. Ecco di tutto ciò vorremmo riflettere in questo seminario del decennale con l’ambizione di continuare il nostro percorso aumentando di volta in volta e passo dopo passo la consapevolezza su di noi e sul mondo.

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