Documenti,articoli,testi elaborati e/o scelti da IFE Italia su argomenti specifici
"(...) noi riteniamo che essere scese in piazza sabato 21 giugno sia stata cosa buona e giusta: abbiamo ridato visibilità e corpo ad un popolo che non vuole rassegnarsi e continua a lottare per un mondo migliore."
Fonte: https://transform-italia.it/manifes...
Immagine: la manifestazione della rete Stop ReArm Europe / Roma-Porta San Paolo, 21giugno 2025
“L’economia femminista non è un’altra branca dell’economia politica, ma è un modo radicalmente diverso di intendere il mondo.”
Segnaliamo che è da poco uscito il libro "Economia femminista" edito da Alegre, curato e tradotto da Marcella Corsi.
"In questo articolo viene esposta una critica radicale alla dicotomia, data da molti per acquisita, abile versus disabile, che nasce dai processi capitalistici di definizione dei soggetti in quanto forza-lavoro e li alimenta. Si tratta di una messa in discussione potente della creazione stessa della “disabilità” in termini di disfunzionalità rispetto agli assetti in cui si definiscono il mondo di produzione e riproduzione."
"Si è svolta a Roma sabato 24 maggio l’assemblea nazionale di transform!Italia. “Europa chi?” è stato il tema affrontato dalla nostra associazione, nata per far crescere anche nel nostro paese la dimensione politica e sociale della UE. Dimensione peraltro non sviluppata secondo una prospettiva lineare di estensione di uguaglianza e diritti, nel tempo, e ora vieppiù pericolante. Sono stati affrontati i temi del contrasto al riarmo ed alla guerra, di sostegno alla Palestina, di ricerca di una identità europea democratica e sociale. Anche il femminismo intersezionale ha presentato due relazioni, tramite noi curatrici di questa rubrica. Abbiamo seguito una linea coerente con la nostra etica femminista, che è anche quella di sovvertire le linee teorico-politiche consuete, ed espresso due punti di vista politici articolati nel senso di un’analisi decoloniale e psicoanalitica. Presentiamo qui le nostre relazioni."
"Abbiamo pensato che possa essere utile dare qualche informazione sulle condizioni di vita nella Russia di Putin. E’ nostra convinzione che attraverso la conoscenza della realtà si possono evitare sia la tendenza a considerare la Russia un nemico sia quella che non vuole vedere la repressione di chi si oppone alla guerra e rivendica il diritto di esprimere liberamente le proprie opinioni in Russia. Per questo condividiamo il link di un articolo che Raffaella Chiodo Karpinsky, conoscitrice di questa realtà, ha scritto per il quotidiano “Avvenire”. L’articolo di oggi riguarda il coraggio delle donne che manifestano per la pace."
"(...) Ai paradossi crudeli della guerra “giusta” e “umanitaria” ora si aggiunge quello della guerra “necessaria alla difesa” come sostenuto da tutto il mainstream comunicativo, rigorosamente embedded. Ma si va addirittura oltre, tragicamente. Nella democratica piazza dello scorso 15 marzo fra lo sventolio delle bandiere blu della UE, qualcuno è addirittura tornato a esaltare la grandezza della cultura e quindi della civiltà occidentale. Una civiltà da difendere a prescindere. Affermazioni che, consapevolmente o meno, rischiano di portare acqua al mulino della narrazione colonialista, razzista e rigorosamente bianca delle destre attualmente in ascesa. (...)"
"(...) Combattere la violenza contro le donne significa prima di tutto riconoscere il radicamento del sistema di dominio patriarcale che attraverso simboli e atti annienta tanto le donne quanto tutt* coloro che si discostano dal binarismo di genere e dall’eteronormatività."
"(...) Da parte nostra saremo in questa piazza da femministe intersezionali, non in funzione ancellare, materna, infermieristica stile Grande Guerra o di eterne subordinate da seconda fila, ma per esprimere una soggettività matura e collettiva che indica una via precisa: una politica economica non dissennatamente estrattiva ed espansiva, un’occupazione non fondata sul riarmo e l’industria bellica, un lavoro liberato da profitto e sfruttamento, che colga il nesso inscindibile fra produzione e riproduzione, una cultura capace di decolonizzare le menti e rigettare l’ondata omofoba e transfobica, un pensiero che ritrovi l’utopia necessaria a dare un senso alla pratica. Lo saremo con gli occhi ben aperti, consapevoli che non basta invocare il cambiamento se non si è in grado di cambiare se stesse e se stessi. (..)"
fonte: https://transform-italia.it/ci-sono...
Immagine: dal film "Niente di nuovo sul fronte occidentale" (remake del 2022)
Heidi Meinzolt è un’attivista femminista e pacifista tedesca. E’ stata membra del Comitato Esecutivo del Partito Verde Europeo dal 1992 al 1998. Ha lasciato il partito nel 2000. Dagli anni ‘80 fa parte del Women’s International League for Peace and Freedom (WILPF).
"La fase che si è aperta dopo la lunga turbolenza seguita alla crisi del 2008 e alla pandemia, è segnata dal predominio del capitale finanziario che lascia il campo a un nuovo scontro interimperiale, alta inflazione ed emergenza climatica. (...) "
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