"Dalla Bibbia al Corano, passando per i bestseller editoriali e le canzoni pop, il ruolo della donna è sempre lo stesso: subordinato all’uomo. Oggi che il femminismo sembra essere alla portata di tutte – e di tutti – , le cose sono destinate a cambiare? Non è semplice, perché violenza dell’uomo e sottomissione della donna si fondano spesso su un’idea perversa delle relazioni."
Sulla militarizzazione delle scuole. Un articolo che ne dimostra l’avanzata.
" (...) Femminismo intersezionale e antirazzismo questi i due aspetti centrali del pensiero e delle pratiche di lotta di Angela Davis. Con una consapevolezza di fondo: è il capitalismo, in quanto sistema economico che trae la sua forza dallo sfruttamento di forza-lavoro ampiamente sottopagata, a determinare disuguaglianza ed oppressione. Scrive in La libertà è una lotta costante (Ponte alle Grazie, Milano, 2018:) «Non bastava rivendicare i diritti legali nella società per come si presentava, ma occorreva esigere diritti sostanziali – lavoro, case, assistenza sanitaria, istruzione, eccetera – e contestare la struttura stessa della società». «Il femminismo implica molto di più che non la sola uguaglianza di genere. […] Deve implicare una coscienza riguardo al capitalismo, al razzismo, al colonialismo, ai postcolonialismi e all’abilità, e una quantità di generi più grande di quanto possiamo immaginare, e così tanti nomi per la sessualità che mai avremmo pensato di poter annoverare. (...)"
Immagine dalla rete.
"(...)Un femminismo veramente scomodo non è quello che evidenzia atteggiamenti concreti ma quello che comporta una minaccia ai pilastri su cui è costruita la disuguaglianza. Un femminismo scomodo parla della situazione di coloro che hanno più difficoltà e non quello che serve per migliorare la posizione di alcune donne della classe media. Un femminismo scomodo è quello che lotta contro la legge sull’immigrazione e le morti alla frontiera, che si oppone all’aumento delle spese militari, che si organizza nei posti di lavoro, che ferma gli sfratti, che collega le lotte, che non si disinteressa di come vive la gente. Forse però codificare il problema come una guerra tra i sessi è più facile ed è socialmente più remunerativo."
Immagine : dipinto di Jeanne Mammen.
"Lorena Hickok, New York 1932: «Vivevo in un piccolo appartamento con una minuscola finestra e il bagno in fondo al corridoio. […] I miei amici erano cronisti, le mie amiche erano spesso correttrici di bozze (molto acute, molto dolci), e io ero quel che chiamavano una newspaperwoman. Leggevano i miei pezzi e tutti sapevano che io di matrimoni non mi occupavo.» ( Amy Bloom, Due donne alla Casa Bianca, Fazi 2019, p. 39).(...)"
Un articolo da leggere.
Immagine dipinto di Lisandro Rota.
"La storia del diritto al voto per le donne e la sua lenta applicazione nelle diverse parti del mondo conferma, a mio avviso, quanto il diritto di voto sia uno dei diritti fondamentali per garantire l’emancipazione e la libertà delle donne. Un diritto che è stato frutto di lotte, conflitti e rivoluzioni."
" (...) Avere consapevolezza di quanto non solo il razzismo ma gli strascichi ancora esistenti di colonialismo agiscano concretamente per escludere e sottomettere donne- ed uomini- migranti, potrebbe divenire il punto di partenza per costruire nuove alleanze transnazionali. A questo proposito Françoise Vergès elabora la proposta di “femminismo decoloniale”, un femminismo indocile e di resistenza. Un femminismo capace di tenere insieme le lotte, iniziate da secoli, dalle donne ritenute "secondo sesso", con quelle degli indigeni autoctoni, degli schiavi, dalla comunità LGBTQI+ e da tutti gli altri emarginati dalla società patriarcale, borghese, capitalista. L’unità delle lotte per affermare il diritto ad esistere.(...)"
L’articolo è pubblicato nella Rubrica "Intersezioni femministe", curata da Paola Guazzo e Nicoletta Pirotta, di Transform!Italia.
"Cosa vuol dire essere un uomo? Come si (de)costruisce la propria mascolinità e quella altrui? Che rapporto c’è tra genere e violenza? Cosa si guadagna, e cosa si perde, a essere uomini diversamente? (...)"
Il link per leggere l’articolo.
“In un mondo dove esistiamo solo passate sotto silenzio, sia nella realtà sociale che nei libri, dobbiamo, che ci piaccia o no, costituire noi stesse come uscendo dal nulla, essere noi le nostre proprie leggende nella nostra stessa vita.” A questa necessità e a questa sfida Monique Wittig (1935-2003) ha indubbiamente dato una risposta forte, visibile in tutta la sua opera. Wittig ha messo al centro della riflessione e della scrittura il soggetto lesbico, operazione che per me è stata dirompente.La sua coerenza ha spezzato ogni riferimento imitativo per liberare anche gli aspetti ludici, come rivela il divertito ed eroico impianto del Dizionario delle amanti, la cui traduzione mi ha fortemente arricchito.(...) Dici che non ci sono parole per descrivere questo tempo, dici che non esiste. Ma ricordati. Fai uno sforzo per ricordare. E, se non ci riesci, inventa”.
"(...) Il potere coloniale, e quindi le strutture che lo concretizzavano – il potere militare, economico e culturale – sono state mantenute con l’obiettivo di costruire inferiorità, sottomissione, subordinazione. Maria C. Lugones ha teorizzato varie forme di resistenza contro le molteplici oppressioni principalmente quelle legate all’intersezione tra le categorie di razza, genere e colonialità in America Latina. Di lei vanno particolarmente ricordati la teoria dei “sé multipli”, il lavoro sul femminismo decoloniale e lo sviluppo del concetto di “colonialità di genere”, che teorizza il genere come un’imposizione coloniale.(...)"
Immagine: dipinto di Lisandro Rota
it MATERIALI DI APPROFONDIMENTO 7.1 Genere,classe,razza,potere,democrazia,laicità ?
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