IFE Italia

Carta dei principi e degli intenti

I principi da cui partire, gli intenti da realizzare
lunedì 2 agosto 2010

L’IFE Italia intende lavorare per costruire un’altra Europa fondata sui principi della libertà, della giusta sociale e della democrazia . Un’Europa differente da quella attuale. In accordo con IFE Europa ,IFE Italia considera fondanti per l’autodeterminazione delle donne i seguenti principi e si impegna a realizzare i seguenti intenti.

CARTA DEI PRINCIPI ....

L’IFE Italia intende lavorare per costruire un’altra Europa fondata sui principi della libertà, della giusta sociale e della democrazia . Un’Europa che si colloca in termini di rottura rispetto a quella attuale. In accordo con IFE Europa ,IFE Italia considera fondanti per l’autodeterminazione delle donne i seguenti principi che ritiene di dover esigere per la costruzione di un’alternativa di società:
- il diritto al lavoro con impieghi sicuri e salari uguali a quelli degli uomini
- un sistema pubblico di protezione sociale e sanitaria inteso come strumento per l’esigibilità dei diritti individuali e collettivi e per la conciliazione fra vita personale e professionale
- la difesa e la valorizzazione dell’ambiente , del territorio e del vivente non umano
- il rifiuto della guerra come soluzione dei conflitti
- l’autodeterminazione e libera scelta di orientamento sessuale
- l’assunzione della violenza contro le donne come un problema sociale
- la libera circolazione delle persone
- la laicità come valore universale per l’affermazione dell’autonomia decisionale rispetto a qualsiasi condizionamento ideologico, morale o religioso e laicità come trasformazione della relazione di potere fra donne e uomini attualmente condizionata dall’egemonia del genere maschile. In particolare IFE Italia sulla questione della laicità assume come riferimento della propria iniziativa i seguenti assunti:

A)costituiscono conquiste irrinunciabili della civiltà umana, nelle sue più alte espressioni: la cultura della tolleranza, la cultura del rispetto dell’autonomia, della libertà e della responsabilità individuali, la cultura della razionalità e della distinzione fra pubblico e privato. B)La dimensione e l’istituzione pubbliche implicano il riconoscimento di uno spazio comune che garantisca libertà e diritti per ciascuno e per tutti, entro il quale gli individui ed i gruppi sociali trovino possibilità di libere relazioni, senza interferenze reciproche lesive. La dimensione privata riguarda l’ambito di espressione delle persone e delle loro libere associazioni, comprese quelle religiose. C)Le diverse comunità di individui, liberamente costituite e garantite, entro i limiti costituzionali, possono rivestire ruolo pubblico, ma non devono assumere funzioni prevaricatrici sul patto di civile convivenza, garantito dalla legge, secondo il quale i diritti dell’individuo devono trovare adeguata tutela e protezione anche nell’ambito e nei confronti delle stesse comunità di appartenenza, siano esse familiari, etniche, linguistiche, religiose, ideologiche, o di qualsiasi altro tipo. D)La progressiva secolarizzazione culturale ed il processo di separazione fra religione e morale, fra religione e politica, , fra Stato e Chiese, hanno dato vita ai moderni concetti di laicità, di libertà di coscienza e di religione e di democrazia, nella distinta o congiunta declinazione dei principi di eguaglianza e libertà. E)La laicità non è un sistema di valori rigido, né una ideologia, in opposizione ad altri sistemi di valori o ideologie, bensì libero confronto fra idee e valori; essa è al tempo stesso un principio ed un metodo capace di delimitare uno spazio pubblico, neutro e comune a tutti i cittadini di ogni credo religioso o morale, che accoglie in sé, su un piano di uguaglianza, il libero estrinsecarsi di qualsiasi professione di fede e di qualsivoglia concezione del mondo, assicurando la libera, civile e pacifica convivenza a tutte le cittadine e a tutti i cittadini. La laicità va intesa come antitesi di qualsiasi dogmatismo e sempre rispettosa dei diritti umani. F) La laicità dello Stato tutela anche tutte le confessioni religiose, che trovano nello Stato laico, e solo in esso, le garanzie certe per l’esercizio della libertà religiosa; essa risulta pertanto incompatibile con l’esistenza del Concordato fra lo Stato Italiano e la Chiesa Cattolica, che privilegia una confessione religiosa a scapito delle altre e delle diverse concezioni del mondo.

.... E DEGLI INTENTI

• IFE Individua nell’affermazione del diritto di autodeterminazione delle donne uno dei punti chiave dei propri interventi e vede nell’iniziativa per la laicità dello Stato e delle sue espressioni la concreta realizzazione di tale diritto. Così come , sul piano culturale, contrasta la riesumazione di teorie biologistiche pseudoscientifiche il cui scopo è quello di ristabilire un ordine - definito “naturale” - che determina violenza contro le donne, omofobia e transfobia attraverso una universalizzazione della cosiddetta “natura”. • Nel registrare il grave, pesante e quotidiano attacco che le gerarchie ecclesiastiche compiono nei confronti dell’universo femminile e alla diversità per disciplinarli ad un ordine assoluto, IFE, in quanto associazione portatrice di libertà , democrazia e di uguale dignità delle diversità, ritiene primario sfidare l’ideologia patriarcale in tutti i campi e livelli. In questo l’Associazione fa propria l’espressione di “monocoltura” applicata da Vandana Shiva ad un tale mondo di pensare sessista che finisce con l’ergersi ad “ordine divino”: «La principale minaccia alla diversità deriva dall’abitudine a pensare in termini di monocolture, quelle che io chiamo “monocolture della mente”. Le monocolture della mente cancellano la percezione della diversità e insieme la diversità stessa […] Passare alla diversità come modo di pensare e come contesto di agire, libera una molteplicità di scelte.» • Allo stesso modo IFE ritiene che sia possibile lavorare per un mondo di pace, opporsi di fronte all’offensiva razzista nei confronti dei migranti , contrastare i cambiamenti climatici attraverso una riconversione ecologica dell’economia. Che sia altresì possibile reagire alla distruzione dei diritti collettivi (per il lavoro e un welfare pubblico universalistico e solidale) superando il modello di sistema economico e sociale fondato sulla cieca salvaguardia di interessi ristretti. Per questo IFE fa proprio uno slogan efficace e chiaro “Differenti si, diseguali no!” • IFE si pone in uno spazio tra la teoria e la pratica, tra l’iniziativa politica e il lavoro pratico di organizzazione per far sentire la voce delle donne, e ritiene di dover condurre la lotta per i diritti in tutte le sfere della società. L’obiettivo è quella della redistribuzione del potere tra uomini e donne nel convincimento che le pratiche di azione e di lotta femministe, nel loro porsi in modo democratico e rispettoso di tutte le identità, pur nei differenti contesti politici, geografici, sociali, economici e culturali, debbano occupare di nuovo lo spazio della politica, sottraendola alla miseria dell’oggi per intenderla nel senso più alto di partecipazione alla “polis” e di protagonismo collettivo. • IFE promuove incontri, raccolta firme, forme di lotta e di divulgazione dei saperi che permettano di far sentire la voce delle donne e rendano visibili i loro movimenti; ritiene di dover superare i confini nazionali e di collocarsi in una prospettiva europea per favorire le convergenze delle lotte per la libertà, la solidarietà, l’autodeterminazione. • IFE individua e denuncia tutte le forme di coercizione e di violenza sulle donne, sulle loro esistenze e sui loro corpi, promovendo campagne di sensibilizzazione per mostrare i nessi di tali azioni sulle donne in tempo di pace e di guerra e nelle diverse realtà sociali oltre che nelle e nei luoghi di lavoro. • IFE sollecita , in più forme , progetti e campagne per tutelare il rispetto dei diritti delle donne e chiedere il coinvolgimento delle donne nei progetti di legge che le riguardano direttamente. Al contempo ritiene di incoraggiare e sostenere l’organizzazione politica femminile e l’accesso delle donne agli spazi politici.


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