Presenti: Alda Colombera, Silvia Dradi, Emanuela Garibaldi, Nicoletta Pirotta, Laura Tonoli, Manuela Vago, Mariacristina Zanchi.
Hanno giustificato l’assenza: Luisa Carminati, Danila Baldo, Anita Giuriato, Mapi Trevisani, Imma Barbarossa.
Abbiamo tentato un collegamento Skype con Ylenia Da Valle e Nicoletta Gini che però non è riuscito.
Nell’incontro abbiamo cercato di ribadire il senso e la finalità di IFE Italia, un’associazione che prova a tenere insieme la scelta femminista con il desiderio/volontà di superare il modello di società capitalista, perché il femminismo che vorremmo rappresentare vuole avere una pratica politica/culturale (inteso come messa in discussione dei sistemi di potere dominanti, formazione ed educazione permanenti , costruzione di prassi coerenti) in dimensione almeno europea ed un anelito “rivoluzionario” (la trasformazione del modello di società e di relazioni sociali, a partire da noi stesse).
Aspirazioni così ambiziose “costringono” tutte ad un’assunzione di responsabilità per dare vita ad un lavoro politico/culturale davvero collettivo e non delegato, come spesso avviene, a poche (pochissime?) compagne.
Per questo abbiamo convenuto di incontrarci ogni due mesi (come massimo). Vista la disponibilità di Anita a mettere a disposizioni spazi pubblici, si conviene che le “lombarde” potranno incontrarsi a Carnate, luogo sufficientemente baricentrico. Per le non lombarde saranno garantiti collegamenti via Skype.
Negli incontri bimensili potremmo aggiornarci sulle attività in campo, deciderne altre, controllare gli aspetti burocratici (adesioni, risorse economiche, ecc) e condividere le esperienze individuali (ciascuna di noi è infatti impegnata in altri contesti: volontariato, movimenti, sindacati, partiti, ..) per consolidare anche così la nostra relazione politica e personale.
Abbiamo convenuto di considerare come nostra attività precipua quella della costruzione collettiva del seminario annuale per approfondire/discutere/analizzare/riflettere sui temi di fondo della nostra “soggettività” collettiva. Dovremmo però cercare un modo che ci consente una miglior trasmissione al di fuori di noi dei nostri elaborati. Da questo punto di vista abbiamo deciso di rivedere il nostro “manifesto femminista” (anche alla luce degli incontri con alcune compagne di strada) pensando ad una introduzione politica che ne spieghi meglio contenuti e senso.
Nel prossimo incontro ( 10 settembre 2016) dovremmo cominciare a definire i temi che vorremmo affrontare nel seminario 2017.
Abbiamo quindi riconfermato l’importanza della nostra partecipazione al gruppo di lavoro su “libertà delle donne e fondamentalismi” (il cui terzo incontro è stato proficuo, si veda in allegato il verbale) per la realizzazione di un seminario internazionale su un tema come quello dei fondamentalismi (religiosi, ideologici, economici, scientifici…) particolarmente delicato e dannatamente attuale.
Abbiamo altresì ribadito la nostra internità alla rete femminista “No muri, no recinti” anche se dovremmo cercare di rendere più fattivo il nostro contributo, anche a livello locale.
Per quanto riguarda la nostra piccola rete europea (FAE, Feminists for Another Europe) consideriamo interessante la prospettiva di dare vita a livello europeo ad un percorso di formazione/auto-formazione (una “scuola” femminista di politica fuori dagli schemi – hors de cadre - come è stato detto) anche se vi è la necessità di capirne meglio il senso, la finalità e l’articolazione. A questo proposito ai primi di novembre si terrà un primo incontro del coordinamento FAE a Parigi per cominciare a ragionarci sopra. Successivamente si pensava ad un incontro più allargato (gennaio 2017) da tenersi in Italia che potrebbe provare a tracciare un possibile identikit di questa “scuola”.
Bergamo, luglio 2017
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