Partiamo dalla fine. Ipazia fu barbaramente uccisa ad Alessandria d’Egitto l’otto marzo del 415 dopo Cristo. "Venne fatta a pezzi dal clero di Alessandria per compiacere l’orgoglio, l’emulazione e la crudeltà del loro Vescovo"[1] Cirillo, successivamente proclamato santo. "L’invidia si armò contro di lei. Alcuni, dall’animo surriscaldato, guidati da un lettore di nome Pietro, si misero d’accordo e si appostarono per sorprendere la donna mentre faceva ritorno casa. Tiratala giù dal carro, la trascinarono fino alla chiesa che prendeva il nome da Cesario: qui, strappatale la veste, la uccisero colpendola con i cocci. Dopo che l’ebbero fatta a pezzi membro a membro, trasportati questi pezzi al cosiddetto Cinerone, cancellarono ogni traccia di lei nel fuoco"[2].
Ipazia fu uccisa per la sua autorevolezza. Fu assassinata, brutalmente, per invidia e gelosia e, sicuramente, il suo essere donna fu un aggravante per la sua posizione di persona di libero pensiero. Ipazia è considerata una vittima del fanatismo religioso, dei giochi di potere e una martire del pensiero scientifico.
Ma chi era veramente Ipazia d’Alessandria?
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