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L’alfabeto delle donne

13 febbraio 2010 a Como
mercoledì 16 febbraio 2011 di ifeitalia

A – Autodeterminazione – Rosangela Isella Difendiamo il diritto di scegliere e decidere del nostro corpo contro chi , in nome di un presunto "ordine naturale" decide di scegliere per noi, a prescindere da noi, ricacciandoci in una posizione di subalternità. Riprendiamoci pure il diritto di autodeterminazione delle nostre parole affinché nessun altro possa parlare in nostro nome.

B – Bellezza- Eleonora Dubini Armonia,freschezza, eleganza,grazia, formosità,leggiadria, decoro, proporzione. Dove sta la bellezza di una donna? Bello è il suo viso che sa distendersi in un sorriso di tenerezza Belli i suoi occhi che guardano trepidanti il figlio Belle le sue mani che sanno protendersi generose al bisogno dell’altro Belle le linee dolci di un corpo che può la vita Bella la forza d’animo con cui sa affrontare il quotidiano Bella la caparbietà con cui si oppone alle difficoltà per superarle Bella la capacità con cui conduce il suo lavoro Bello il saper vedere la luce anche nel buio Bella la voglia di lottare per affermare il proprio pensiero, Bello pretendere che siano riconosciute le proprie capacità, Bello il saper difendere il proprio diritto al lavoro Bella la cura del proprio corpo e delle proprie sembianze come specchio del proprio animo ed autocoscienza del proprio essere Bello il pretendere di essere riconosciuta e rispettata. Bella la fierezza di dire no al Potente Tutto il resto è solo belluria, non ci appartiene.

C - Cura – di Tonina Santi Cura. E’ una parola che ci appartiene. Siamo maestre nell’arte della cura della vita nel suo crescere. La cura è l’etica con cui ci rapportiamo nel mondo. Da secoli Oggi più che mai il nostro paese ha bisogno di cura. Oggi più che mai l’Italia ha bisogno delle donne. Per essere aiutata a ritrovare le vie della dignità, della civiltà, dell’orgoglio.

C – Carriera – Franca Anzani Da Marisa Belisario: “La carriera non è l’obiettivo primario. Non credere che l’azienda sia il confine del mondo. Non pensare di fare carriera soltanto grazie a padrini, spinte o raccomandazioni. Non guardare dall’alto chi fa politica o attività sindacali” Queste alcune frasi della prima donna manager italiana, in prima linea nel lavoro, ma non disposta a sacrificare il resto, cioè la famiglia e le sue radici, che rimanevano sempre il traguardo a cui tornare.

D – Dignità e Diritti – Maria Ambrosoli Il lungo cammino delle donne italiane sulla strada dei diritti sembra arrestato. Oggi siamo costrette a protestare per difendere la dignità. Atei devoti lanciano anatemi su chi chiede che il paese evolva e progredisca nel campo dei diritti civili, ma accusano di moralismo – quale spregevole inclinazione della capacità di giudizio – chi chiede un’etica pubblica rispettosa non solo della dignità della donna, ma di ogni cittadino. O pretendono che il “ciarpame” sotto i nostri occhi sia da attribuire alle libertà che le donne hanno ottenuto. Ma tra il burqa e il bunga bunga – diceva ieri un commentatore – ci può stare molto altro. E noi scegliamo la dignità della donna e l’onore dell’Italia.

E – Emancipazione - Licia Badesi Filastrocca dell’emancipazione per una bambina. Emancipazione, una lunga parola di lunga storia. Spiegarla è difficile con poche parole. Con la filastrocca te la spiegherò. E’ un rondinotto che lascia il suo nido che spicca il suo volo e sparisce nel cielo. E’ un’orsacchiotta che lascia la tana, è una farfalla, è un’ape regina,è una bambina che vuole sapere e questo e quello e tutti i perché. E legge nei libri: emancipazione è uscir dalle mani del padre padrone. Non c’è una parola ancora più bella? Ma certo, bambina: è liberazione!

F - FELICITA’ Serena Scionti F come felicità. Honoré de Balzac dice che "La felicità è la poesia della donna". Mi piace questa citazione perché, appuntandosi sull’etimologia del verbo greco "poieo", che significa costruire, creare, evoca la felicità come desiderata e realizzabile, di cui ciascuno può essere artefice anche in situazioni di per sé non felici. E le donne in questo sono maestre...

G – Gratuità – Maria Luisa Seveso C’è più gioia nel dare che nel ricevere, noi donne lo abbiamo saputo da sempre. Se così non fosse dove troveremmo le energie per prenderci cura di bimbi e nonni, dopo una giornata di lavoro fuori casa? Non siamo solo vestali del futuro del mondo,la società si regge sulla nostra disponibilità. Troppo! Il dono gratuito è uno stile di relazione, che non si paga col denaro e non si ferma con lo sciopero. Ma dare riconoscimento al nostro impegno gratuito per arrivare dove lo stato non arriva, è un atto di civiltà oltre che un dovere.

I – Istituzioni – Chiara Braga Perché mentre siamo qui a difendere e affermare la dignità delle donne, oggi difendiamo e affermiamo anche la dignità delle istituzioni. Per contrastare chi pensa che le Istituzioni possano essere ridotte ad un uso privato. Per respingere l’idea che ruoli nelle istituzioni possano diventare moneta di ricompensa ai favori sessuali riservati ai potenti di turno. Per riconoscere, al contrario, L’impegno, l’intelligenza e l’integrità delle tante donne, di ogni appartenenza, che operano nelle istituzioni, animate da spirito di servizio e senso di responsabilità. Donne che sono nelle istituzioni perché mettono a disposizione capacità, passione e sensibilità proprie del loro essere donne e non il proprio corpo di donne. Donne che vogliono essere riconosciute per i propri meriti ed il proprio valore, che sanno riconoscere la differenza tra lealtà e fedeltà nella politica, che per sentirsi apprezzate non hanno proprio bisogno di sentirsi apostrofare, come troppe volte ancora accade, “donne con le palle”! Perché il nostro paese ha bisogno di più donne nelle istituzioni per uscire dalla palude triste in cui si trova. Perché davvero le donne possano agire a pieno titolo nei “luoghi del potere” e possano concorrere a definire “le regole del gioco”; per cambiare dal di dentro e rendere migliori le istituzioni e la società italiana. Per provare a spazzare via, come oggi abbiamo iniziato a fare, quel fango che rischia di ricoprire tutto e tutti; per riappropriarci insieme, donne e uomini, di una concezione nobile e alta delle istituzioni della nostra Italia, mentre con orgoglio celebriamo il 150° della sua nascita

I Impegno – di Gisella Belgeri “Impegno, è una parola essenziale. Diciamocelo, e dichiariamolo a tutti; proprio l’impegno delle donne ha tenuto alto e dignitoso il nostro paese, in tutti i campi profuso. Non elenchiamoli, li conosciamo, ma riandiamo con la memoria ai tanti esempi, fulgidi o nascosti, che abbiamo tutti incontrato nella nostra vita, specie chi come me ha molti ricordi. Ne sono fiera. Sono storie che sento come mie e tutti devono averne rispetto e temerle, a partire da chi pretende di “governare il paese”. Attenti: non si governa senza l’impegno e la schiena dritta della donne. L’avevano capito bene sin dall’ antichità. E’ ora di rammentarlo, sempre e rimandare al mittente i tentativi di ridurre la grandezza delle donne a puri scopi personali e di fiancheggiamento. Non ci stiamo.”

L – Lavoro, libertà, laicità, legalità – Lucia Cassina Pillole di Costituzione per irrobustirci Lavoro Art. 1 – L’Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro Art. 36 – Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione alla quantità e alla qualità del suo lavoro Art. 37 – La donna lavoratrice ha gli stessi diritti e la stessa retribuzione del lavoratore Libertà Art. 13 – La libertà personale è inviolabile Art. 18 – I cittadini hanno diritto di associarsi liberamente Art. 21 – Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero Art. 41 – L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. Laicità Art. 7 – Lo Stato e la Chiesa sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani Legalità Art. 54 – Tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione e le leggi. I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore.

M - Madri Migranti – Ana Rosa Ruiz Una citazione da “Le tre ghinee” di Virginia Woolf (1938): “Io in quanto donna non ho patria. Come donna non voglio una patria. Come donna la mia patria è il mondo” Le persone che hanno cambiato di paese per una ragione o per un’altra e hanno vissuto in luoghi diversi da quelli di origine, hanno sperimentato un processo transculturale. Le nostre società, da tempo, non sono più monoculturali. Sappiamo che le donne hanno una maggiore capacità di adattamento, ma quelle che risiedono in paesi diversi da quello di origine sono spesso oggetto di una doppia discriminazione, per il fatto di essere donne e essere migranti. Eppure loro migrano, migriamo, per dare un futuro migliore ai nostri figli. In questo le donne, il cuore delle donne, il coraggio delle madri, è uguale in tutto il mondo. La parità e la dignità di tutti non si ottiene se non si parte dal rispetto delle diversità e dalla solidarietà che a volte solo le donne in quanto tali e in quanto madri sono in grado di capire e di avere. Solidarietà verso le donne migranti che arrivano nel nostro paese con le loro famiglie, con i loro figli, per garantire la dignità e il benessere di tutti gli uomini e di tutte le donne. Chiudo con una parola di affetto e con un abbraccio a quella mamma rom di Roma che nell’incendio della sua baracca ha perso nei giorni scorsi quattro dei suoi figli.

Lettera N – Carla Gaiani N come NOI, donne e uomini, oggi, ora in questa mattina di febbraio, qui a Como, come da tempo non capitava, in una manifestazione civile al femminile di impegno e di partecipazione NOI non come somma, sicuramente legittima di tanti IO, ma come plurale che abita in ogni famiglia, comunità, società. NOI come ricostruzione di quel senso delle relazioni quasi perduto in questi anni di privatizzazione dell’immaginario sociale. N come NASCITA con il nastro rosa o azzurro che nel fiocco simboleggia la nuova vita; perché la donna è colei dalla quale si viene al mondo; perché dal grembo di una donna si nasce tutti, maschi e femmine. N come NOBEL assegnato 38 volte a donne dal 1901 a oggi. Due le italiane insignite dal premio: 1926 Nobel per la letteratura a Grazia Deledda; 1986 Nobel per la medicina a Rita Levi Montalcini. N anche come NOVELLE, come le news e i pettegolezzi che ogni tanto ci facciamo raccontare e ci piace scambiare magari andando dalla parrucchiera o a prendere il pane. N come NON HO TEMPO, indaffarate come nessuno mai a preparare la colazione, a rifare i letti, accompagnare i figli a scuola, a fargli fare i compiti, ad andare al lavoro, a pulire la casa, a fare la spesa, ritirare il bucato, a preparare la cena, lavare, stirare, riassettare, spolverare, ripiegare, ordinare. E infine N come i NO che a volte con forza ci tocca dire: NO alla violenza, NO non ci sto, NOSSIGNORE non sono di tua proprietà come tu non sei di mia proprietà, NO, io non sono in vendita.

O - Ora – Rosaria Maietta Ora ogni limite è oltrepassato. Ora l’offesa ci opprime. Trattate come oggetti occupiamo oscene cronache di storie orgiastiche come odalische ossessionate da un opportunismo ottuso. Ci disonora l’ostentazione con cui omuncoli offendono il nostro orgoglio oltraggiandolo. Se non ora quando con il nostro operato oltrepasseremo l’ostacolo di un oceano di maschilismo oscurantista? L’operosità di ogni cittadino responsabile è annullata dall’operato di un’orda di operatori politici la cui mancanza di onestà occlude ogni opportunità di progresso.

P – Pace - Maria Teresa Lietti P come Pace, tematica sulla quale le donne sono da sempre molto Presenti, sia come Pratica che come elaborazione teorica. Non basta però un corpo di donna per essere vicina a questi argomenti; necessario aver assunto consapevolezza di cosa voglia dire essere donna e essere donna in una società Patriarcale come la nostra ancora è. E’ necessario aver riflettuto sui rapporti di Potere all’interno dei quali le nostre esistenze di donne sono inserite, sui rapporti di Potere nei quali sono inseriti i nostri corpi di donne (e i recenti avvenimenti sono assai significativi a questo proposito) E’ necessaria, in ultima analisi, una Presa di coscienza Politica di cosa significhi oggi essere donna. Politica, altra Parola scomoda, che sembra oggi quasi sconveniente per come è stata screditata. Politica che per me significa ancora occuparsi del bene comune e non solo dell’interesse Personale. E mi torna in mente un concetto che è stato fondamentale per la mia crescita Politica di donna e che veniva espresso con lo slogan “Il Personale è Politico”. Concetto che credo sia utile tornare a Proporre e sul quale sarebbe bene oggi riflettere. Pace quindi sulla quale vorrei ricordare le Parole della grande scrittrice Christa Wolf: “Tra uccidere e morire c’è una terza via, vivere”. Pratiche e Parole di donne che aprono Prospettive di speranza e di libertà nella convinzione che un altro mondo è davvero Possibile e che è nostro compito costruirlo insieme.

P - Politica – Piera Cipolla A noi donne interessa la politica, la bella politica. Noi vogliamo esserci, per esprimere i nostri valori, per affermare la nostra visione della società, per far progredire il nostro Paese. Ma non vogliamo esserci per concessione, per grazia ricevuta o per ricompensa. Vogliamo partecipare da protagoniste, con la nostra dignità, con le nostre qualità, con la nostra passione, con la nostra concretezza. Per un mondo migliore, a misura di donna e di uomo, prendiamo in mano il nostro futuro!

Q – Qualità – Rosangela Arrighi Studiamo più degli uomini, ci laureiamo prima e con voti migliori, leggiamo di più, ci relazioniamo meglio Insomma abbiamo mille talenti e facciamo battaglie per aumentare la qualità della vita di tutti. Siamo tenaci e con salti mortali coniughiamo qualità e quantità nelle cento cose che quotidianamente facciamo. Eppure ancora oggi nel terzo millennio le donne devono fare qualunque cosa due volte meglio degli uomini per essere giudicate brave la metà. Per fortuna non è difficile: ma è forse ora di dire basta!

R – Responsabilità – Cristina Barbaglia La responsabilità che noi donne ci assumiamo nella vita di tutti i giorni nell’essere figlie, madri, mogli, compagne, single, amanti, nonne, prostitute e mantenute. La responsabilità che ci siamo sempre assunte, nella società, nella cultura, nell’arte, nella scienza, nella cura degli altri. La responsabilità che ci hanno scaricato addosso quando la società, per adulterio, ci sbatteva in galera. La responsabilità che abbiamo assunto quando ci siamo battute nella Resistenza per liberare il Pese, l’Italia, dal nazifascismo. La responsabilità delle nostre battaglie, per conquistare il diritto di voto, per l’aborto, per il divorzio, per l’autodeterminazione, per il lavoro. La responsabilità delle nostre lotte, come oggi che siamo qui, in piazza, per dire basta ad un governo che esprime una cultura retriva, maschilista e machista. Il peso delle responsabilità che questa società, soprattutto oggi, in Italia, scarica sulle spalle di noi donne, che affrontiamo e combattiamo con la leggerezza della nostra coscienza

S – Scuola – Rosalba Benzoni Un tempo si diceva, con impudente ipocrisia, “le donne sono le regine della casa” per giustificarne la marginalità sociale. Oggi potremmo dire, con amara ironia, che sono le regine della scuola. Perché le ragazze a scuola fanno meglio e di più, ma non vedono riconosciuto il loro merito nella società e nel lavoro. Perché la scuola è un mondo in maggioranza di lavoratrici donne che combattono ogni giorno per poter fare bene il proprio lavoro, senza riconoscimenti né sostegni. Spesso ostacolate proprio da chi, di quell’istituzione, dovrebbe farsi carico. Perché la scuola in Italia ha addirittura un ministro donna, scelta perché di scuola non sa e non vuole sapere. Dunque le donne, la scuola, le donne della scuola, non hanno molti amici. Noi vorremmo invece che fossero riconosciute come il cuore pulsante del Paese, capaci di creare valore, di essere strumento di giustizia, opportunità, consapevolezza, cultura sociale. Un bene comune per il bene di tutti.

T – Tempo – Maria Paola Sozzani Penelope, risvegliati, non è più il tempo dell’attesa, il tempo di tessere e di disfare una tela intessuta di sogni e di rimpianti. L’Ulisse della tua giovinezza inconsapevole è partito per sempre, insegue le sue sirene, e forse non è mai esistito. Ora è giunto il momento di riprenderti il tempo, bene prezioso, ricchezza impalpabile, materia che scorre veloce e che non puoi fermare. Ritrova il tuo tempo personale, anche se è impegnativo perché, ricorda, il tempo che dedichi a te stessa, per crescere, studiare, amare e socializzare, è la sola possibilità di essere persona, e di ritrovare la tua capacità di desiderare, al di là dei desideri degli altri, e dei tuoi molti ruoli quotidiani: di moglie o di compagna, di figlia, di madre, di lavoratrice.

U – Uomo – Manuela Serrentino Utilizzatore finale senza umiltà né umorismo Ubriaco per l’uso di un uccello che non è certo un usignolo Che hai ucciso ciò che di umano esiste nell’utopia di quell’unione Nuova e diversa da quella sperimentata nell’utero della donna che ti ha generato Uxoricida un giorno su tre Ufficiale di fantasie di potenza senza fine né tempo Urla le tue contraddizioni Solo allora udiremo che i tuoi desideri di uomo Sono diventati inscindibili dalla libertà di tutte le donne

V – Violenza – Gabriella Pintacuda Ogni giorno assistiamo ad una vera e propria mattanza delle donne per mano dell’uomo e l’indignazione non basta più. La lotta contro la violenza sulle donne ha bisogno di una rivoluzione culturale. Solo quando la morte di una donna entra nella pagina di cronaca nera,allora segue, inesorabile, il balletto delle indignazioni formali dei politici, le proclamazioni di intenti dei legislatori e le dichiarazioni di solidarietà alla famiglia della vittima da parte del ministro preposto. I defilé degli psicologi, pronti a trattare l’argomento, affollano i programmi televisivi. Ma quali sono i messaggi sulla donna trasmessi televisivamente e sulla carta stampata? Il corpo della donna è solo un oggetto promozionale con espliciti fini di marketing , uno schieramento di donne mute indossano vestiti ridicoli per il diletto del pubblico maschile....... E il corpo delle bambine non è risparmiato da questo scempio !

W – Welfare – Gabriella Bonanomi Infanzia è femminile - cura è femminile - disabilità è femminile - casa è femminile - famiglia è femminile - vecchiaia è femminile. Tutto è ancora troppo sulle braccia e sulle menti delle donne: conciliazione dei tempi, nidi, scuole che funzionano a tempo pieno, centri ricreativi per giovani, strutture protette per disabili e anziani, formazione per badanti e baby sitter, albi per badanti baby sitter, centri diurni per anziani, consultori familiari che lavorano in sinergia con le scuole e con il mondo del lavoro, sostegno economico alle famiglie, considerare i bambini non solo un bene per le famiglie ma un bene sociale perché rappresentano il futuro Utopia…utopia è femminile. Ma solo un buon welfare potrà garantire alle donne di scegliere liberamente il proprio futuro. E a queste giovani donne diplomate, laureate , più capaci degli uomini, di non trascinarsi nel quotidiano, di non rinunciare, di non finire nella zona grigia di chi non ha più la forza di cercare un lavoro ma di poter lottare per liberamente scegliere di lavorare, di fare le casalinghe, di lavorare a par time perché ci si vuole realizzare in altro. Esercitare il diritto di scelta al femminile e non al maschile. Ad un nuovo governo non possiamo che chiedere di governare al femminile con la capacità che hanno le donne di analizzare , fare, dire...come fanno nel quotidiano

X – Xenofobia – Nicoletta Pirotta Lo xenofobo è colui che sente avversione nei confronti delle donne e degli uomini stranieri. E’ così tanta l’avversione che, lo xenofobo, con una legge trasforma la straniera e lo straniero in una clandestina e in un clandestino e con un’altra legge fa diventare la clandestinità un reato. E così le donne e gli uomini stranieri diventano delinquenti da espellere e lo xenofobo è contento. Io al contrario penso che dovremmo espellere da noi stesse e dal nostro paese qualsiasi forma di xenofobia. Nessuna e nessuno può essere considerata e considerato straniera e straniero perché siamo tutte e tutti cittadine e cittadini del mondo

Y – Yes, you can – Eva Allevi Yes, you can, vorrei dire alle bambine che in alcune parti del mondo non possono andare a scuola solo perché femmine. Yes, you can, alle donne obbligate a nascondersi nel burka, lasciatevi guardare e guardate il mondo libere Yes, you can, alle donne che vivono in Italia e che si stanno ribellando a questa politica machista, a questa società per niente paritaria. Insistiamo, resistiamo. Yes, you can, agli uomini: questa Italia così arretrata penalizza anche voi, non basta sentirsi coinvolti, bisogna cambiare i comportamenti. Yes, you can: non solo in Italia ma in tutto il mondo oggi ci sono manifestazioni come questa, per il rispetto della dignità della donna. Non dimentichiamoci di questa dimensione globale, che va oltre i confini, il colore della pelle, il credo religioso e politico. Yes, we can.

Z – Zelo – Nicoletta Pirotta Lo zelo è la fervida disposizione d’animo che si manifesta nel compiere prontamente ciò che si considera il proprio dovere. Io sento il dovere e il desiderio di non stare zitta per dire basta agli zuzzurelloni che ci governano, alle loro zizzanie inconcludenti, alle zuffe truffaldine, e alla solita zuppa. Sono solo zavorra. Mentre io ho bisogno di un lieve zefiro, di uno zampillo d’acqua fresca, di calzare gli zoccoli, impugnare una zappa ed aprire zolle per cominciare la semina di futuro.


In risposta a:

L’alfabeto delle donne

11 ottobre 202116:13, di lonixas272
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