La mobilitazione nazionale delle donne consiste di due giornate: il 26 nvembre è prevista una manifestazione nazionale contro il piano antiviolenza del governo Renzi e il 27 novembre ci sarà un’assemblea generale divisa in tavoli tematici per continuare a elaborare le proposte di sviluppo del movimento delle donne.
Confermo come è scritto anche sul report che è stata un’assemblea davvero molto partecipata (per me è stato molto emozionante!), sono intervenute realtà di movimento (sia collettivi "autonomi" femministi che collettivi femministi di area "disobbediente"), è intervenuta una sindacalista del sindacato di base Usb, alcune esponenti di coordinamenti nati per combattere la riforma della "BuonaScuola", alcuni esponenti anche di coordinamenti che si sono espressi contrari alla riforma costituzionale del governo Renzi, coordinamenti di lavoratori e lavoratrici precari ad esempio dell’Istat e poi esponenti di organizzazioni femministe e di centri antiviolenza.
Già il semplice fatto che molte donne si fossero mobilitate da tutta Italia - anche dalla Sicilia! - per partecipare e portare la voce e l’esperienza delle proprie realtà locali mi pare un segno davvero molto positivo, indice della consapevolezza da un lato del fatto che viviamo in una fase storico sociale terribile e dall’altro di un desiderio di uscire dai propri confini locali e trovare una risposta collettiva più ampia. Ho trovato anche i vari interventi molto interessanti e consapevoli, che hanno mostrato le molteplici sfaccettature del maschilismo e della violenza alle donne. Inoltre ho apprezzato l’intelligenza con cui alcuni coordinamenti (mi riferisco in particolari a quelli contro la riforma della "Buona scuola" hanno saputo declinare la prospettiva femminista nella battaglia per la democratizzazione della scuola, dell’educazione e delle istituzioni e del mondo del lavoro in generale).
Devo dire però che non ho molto apprezzato la piattaforma che è stata lanciata dalle organizzatrici (UDI e Rete Io decido) che si limita a contestare il Piano antiviolenza del governo Renzi. Inoltre, è da sottolineare lo scarso interesse da parte delle organizzatrici a trattare il tema del lavoro, che più volte è stato tirato in ballo durante l’assemblea. Nella sintesi finale che è stata redatta dalle organizzatrici il tema del lavoro è stato inserito ma all’interno del tavolo "lavoro e accesso al welfare" (il lavoro è concepito come assistenzialismo?).
Ad ogni modo sono convinta che il 26 e il 27 novembre siano giornate molto importanti su cui investire per cercare di aprire una nuova fase di mobilitazione delle donne.
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