E’ caos in Grecia, il voto di ieri ha dimostrato che il paese non vuole le misure di austerità che stanno strozzando i ceti medi per non parlare di quelli poplari. E dopo un voto attesissimo, non solo in Europa, il risultato è chiaro: i partiti pro rigore sono stati pesantemente bocciati. Mentre hanno conosciuto un successo enorme i due partiti ceh - da due punti di vista completamente diversi - lottano per una politica che metta a tacere i poteri forti, apartire dalla Banca centrale e dal Fondo monetario internazionale, vere "teste" della troika che impone alla Grecia il rigore massimo dei conti e presta soldi con tassi da usurai.
Gli ultimi dati, anche se lo spoglio non è ancora terminato, danno il partito di centrodestra Nuova Democrazia al 18,8% e il partito Socialista Psok addirittura al 13,19%. Insieme i due partiti del rigore - compreso il premio di maggioranza - otterbbero solo 149 seggi su 300, neanche quei 151 che speravano fino a ieri sera.
Il vero boom di voti lo ha ottenuto la coalizione Syriza guidata dal giovane Alexis Tsipras che avrebbe ottenuto ben 50 seggi, dventando il secondo partito in Grecia. il programma di Syriza, che ha messo insieme la sinistra radicale e non dogmatica, è stato molto semplice e sembra aver raccolto il vero sentimento del paese: la Grecia vuole rimanere nell’Europa, ma rimanere nell’Ue non deve essere necessario versare il sangue. "Da domani - ha dettp Tsipiras - per la Grecia sarà un nuovo giorno. Il risultato delle elezioni di oggi rappresenta una rivoluzione pacifica contro il memorandum della barbarie".
L’altro partito ad aver avuto un vero exploit è stato Alba dorata, il partito neonazista greco, che per la prima volta nella storia entra in parlamento e non con una piccola presenza, ma con 22 deputati grazie al 7% raggiunto alle elezioni. "Stiamo arrivando, lotteremo dentro e fuori il Parlamento", la promessa poco rassicurante di uno dei leader del partito, Nikos Michaloliakos. Che - tanto per dire del rischio caos nel paese ellenico - ha proposto a Syiriza di allearsi contro il Memorandum - il "patto di sangue" che la Grecia ha firmato per garantirsi i prestiti monetari e la permanenza nell’eurozona.
Di sicurio Syriza al momento è il partito più corteggiato, anche da Samars nonostante non lo abbia detto esplicitamente. Samars farà di tutto per scongiurare un ritorno alle urne che secondo lui - e anche secondo il Psok - rappresenterebbe un rischio troppo alto per la Grecia. Ieri Samars ha fatto appello a un "governo di salvezza nazionale" e in qualche modo ha strizzato l’occhio a Syriza dicendo: "E’ necessario modificare il Memorandum e avviare delle serie misure per la crescita".
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