In tre quarti del lavoro familiare (76,2%) in casa è ancora a carico delle donne. Emerge dai dati Istat riferiti al 2008-2009, diffusi alla Conferenza nazionale della famiglia che oggi conclude i suoi lavori a Milano. Il dato è di poco più basso di quello registrato nel 2002-2003 che era 77,6%. Per l’Istituto centrale di statistica, «persiste dunque una forte disuguaglianza di genere nella divisione del carico di lavoro familiare tra i partner. L’asimmetria nella divisione del lavoro familiare è trasversale a tutto il Paese, anche se nel Nord raggiunge sempre livelli più bassi.
Entrando nel merito dei lavori domestici, 9 donne su 10 si adoperano in cucina, ma l’impegno di tutte le tipologie di donne analizzate spazia indifferentemente tra tutti i tipi di attività: dalla preparazione dei pasti alla pulizia della casa e della biancheria. Le donne, infatti, non possono esimersi dal cucinare: in un giorno medio tali attività sono svolte dal 90,5% delle occupate e dal 97,8% delle non occupate.
Anche le attività di pulizia della casa impegnano l’82,7% delle occupate, per arrivare a quote del 94,8% tra le non occupate. Le attività di apparecchiare e sparecchiare e lavare i piatti sono svolte dal 66,3% delle occupate e dal 76,5% delle non occupate. Il 35,7% delle occupate in un giorno medio lava o stira, quota che sale al 49,2% per le non occupate. Infine, rispettivamente il 44,4% delle occupate e il 66,2% delle non occupate acquista beni e servizi.
Gli uomini sono più selettivi nel tipo di contributo che forniscono: in un giorno medio della settimana tra i partner di donne occupate il 41,7% cucina , il 31,4% partecipa alle pulizie della casa, il 29,9% fa la spesa, il 26,6% apparecchia e riordina la cucina, mentre quasi nessuno lava e stira i panni.
Tra gli uomini che hanno una partner che non lavora, tutte le frequenze di partecipazione si dimezzano, ad eccezione degli acquisti (27,2%). Considerando l’indice di asimmetria, se la donna è occupata resta a suo carico il 77,0% del tempo destinato dalla coppia al lavoro domestico in senso stretto, percentuale che sale all’89,7% se non lavora. Lo squilibrio all’interno della coppia è maggiore per le attività del lavare e stirare che sono completamente sulle spalle delle donne (il 98,4% del tempo dedicato a queste attività è di genere femminile, con differenze minime tra occupate e non occupate).
Anche le attività di pulizia e riordino della casa e quelle riguardanti la preparazione dei pasti sono di competenza quasi esclusivamente femminile (con un indice di asimmetria costantemente al di sopra del 90% tra le non occupate e intorno all’80% tra le occupate). Nelle coppie in cui la donna lavora si raggiunge una distribuzione meno asimmetrica solo per le attività di acquisto di beni e servizi, con il 58,4% del tempo derivante dalle donne. Le differenze territoriali sono più marcate nelle coppie in cui lei non lavora. L’indice assume valori inferiori al 70% solo nelle coppie settentrionali in cui lei lavora e non ci sono figli, e nelle coppie in cui la donna è una lavoratrice laureata (67,6%).
L’uomo si dà più da fare nelle coppie in cui la moglie lavora e dove ci sono figli. Infatti, rispetto a sei anni prima, l’asimmetria rimane stabile nelle coppie in cui la donna non lavora (83,2%). Cala, invece, di due punti se la donna è occupata, passando dal 73,4% del 2002-2003 al 71,4% del 2008-2009. La cosa riguarda sostanzialmente le coppie con figli: in presenza di due o più figli l’indice passa, infatti, dal 75% al 72,2%. Per la donna quindi continua il contenimento del lavoro familiare: la durata del lavoro cala di 15 minuti.
Questo calo però non riguarda tutte le donne: si concentra sulle madri, ed in particolare sulle madri lavoratrici, per le quali il lavoro familiare scenda da 5 ore 23 minuti a 5 ore 9 minuti. Nello stesso periodo, per gli uomini il lavoro familiare è stabile (1 ora 43 minuti), mentre diminuisce il numero di quanti, in un giorno medio, svolgono almeno un’attività di lavoro familiare (dal 77,2% al 75,9%). Solo in presenza di figli e di una partner occupata si evidenzia un incremento di 9 minuti (da 1 ora 55 minuti a 2 ore 4 minuti).
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