Allora. La fotografia è arrivata ai giornali la vigilia di Natale, ma è del maggio scorso. Mostra il presidente Obama allegro al centro di un gruppo di bambine allegre. E accovacciato al loro livello, anzi, non si sa come ma è anche più basso, e come loro porta in testa una piccola tiara di pietre colorate e brillantini. L’occasione serissima è il White House Science Fair, l’evento che porta alla Casa Bianca giovani talenti in campo scientifico.
Un evento dedicato quest’anno proprio alle ragazze che hanno mostrato di eccellere nelle scienze. La foto è di Pete Souza, il fotografo ufficiale della Casa Bianca, e quindi non è frutto di scippo mediatico. La notizia sarebbe che Obama ha per un momento smesso la gravitas del suo ruolo e lo avrebbe fatto per una buona causa. Quale? Ed ecco la seconda notizia. Ci racconta che Obama durante una raccolta natalizia di giocattoli per bambini (ancora il Natale!), mentre insieme alla moglie Michelle selezionai pacchi dono spagina il tranquillo rituale che vuole giochi di costruzioni e guantoni da baseball nel cesto dei bambini e bambole, set per cucinare e trucchi in quello delle bambine e «per provare a infrangere questi stereotipi di genere», dice, mette un po’ di giochi “maschili” nello scatolone delle bambine.
Gli stereotipi di genere conoscono tutte le lingue e abitano tutte le latitudini. Qualche anno fa per la lotteria di beneficenza di fine anno di una scuola elementare del Trentino, preparata con esattezza asburgica dalle maestre, furono apparecchiati due scatoloni identici a quelli preparati per Obama. I doni delle bambine portavano il numero scritto su foglietti rosa a forma di cuoricino, quelli dei bambini su post-it quadrati di colore azzurro. In quell’occasione con un bel rovesciarsi di ruoli la lezione venne dalle bambine, più sagge di noi: specchietti a forma di fiore e pettinini rimasero sui banchi, “dimenticati». Ci fu una bella riflessione e un gruppo di maestre, insieme all’Iprase, l’unico istituto di ricerca e sperimentazione didattica ancora attivo in Italia, lavorò per due anni a una ricerca sperimentale (vuol dire che coinvolse direttamente i bambini) sugli stereotipi di genere trasmessi a scuola attraverso i libri di testo, i libri di lettura, le circolari scolastiche, i comportamenti del personale, il linguaggio formale e informale.
Un’impresa snidare lo stereotipo nel sottotesto, nel non detto, nel personaggio che manca. Sembra tutto acquisito e invece c’è un silenzioso precipitare anche dei diritti già scritti. Le donne che per prime nella crisi perdono il lavoro trovano ruoli subalterni mai davvero spariti già pronti ad accoglierle. E se diventare tristi lady like di provincia è uno dei pochi modi socialmente accettati per vedersi riconosciute, non ci si accorge nemmeno di scivolare.
Si può ricamare su tutto, e tirare le notizie dove si vuole per amore di ideologia o di polemica. Ma la foto di Obama con la coroncina fra le bambine e il video in cui mescola i giochi sono proprio solo azioni libere e irrituali contro gli stereotipi di genere e niente altro. E comunque il video ci mostra Obama che mette set di attrezzi e equipaggiamento dat-ball nel cestone delle bambine, ma nessuno di quei tremendi kit rosa confetto che si vedono impilati dietro di lui, finisce nel cesto dei bambini. Probabilmente perché nessun essere umano maschio o femmina merita in dono certi orrori e vien da pensare che un buon tema giornalistico da svolgere con periodica ostinazione è l’indagare perché non ci si opponga con tutte le argomentazioni e gli strumenti alla infame qualità dei regali, destinati alle bambine, che stanno sugli scaffali dei negozi in questi giorni. Giorni di Natale.
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