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Il grido è già un coro: libera Milagro Sala

di David Lifodi
venerdì 19 febbraio 2016

Nonostante il nuovo presidente argentino Mauricio Macri e il governatore di Jujuy, Gerardo Morales, facciano di tutto per silenziare il caso di Milagro Sala, in carcere ormai da un mese, la detenzione della dirigente dell’associazione Tupac Amaru è divenuta una caso internazionale.

A sostegno della donna, in prigione con le surreali accuse di frode, estorsione e associazione illecita, si è mossa anche la Santa Sede tramite papa Francesco in persona. Una cosa è certa: Macri dovrà offrire spiegazioni particolarmente convincenti al Pontefice, che il 27 febbraio lo incontrerà in occasione del viaggio del presidente argentino in Italia. Bergoglio ha fatto recapitare un rosario a Milagro Sala tramite Enrique Palmeyro, uomo di sua fiducia che già aveva lavorato con lui quando il Papa era cardinale all’arcivescovado di Buenos Aires e gli aveva dato mandato di avvicinarsi alle cooperative dei cartoneros. Palmeyro ha parlato con gli acampados della Plaza de Mayo e con Alejandro Garfagnini, uno degli esponenti della Tupac Amaru, per esprimere la preoccupazione della Santa Sede alla Commissione Interamericana dei Diritti Umani. La stessa Cidh, tramite Eugenio Zaffaroni, ex giudice della Corte Suprema, ha definito la detenzione di Milagro Sala come “uno scandalo internazionale”.

A favore della liberazione della donna si sono espressi, oltre alle Madres e Abuelas de Plaza de Mayo, i sacerdoti appartenenti al gruppo Curas en Opción por los Pobres, che hanno chiesto a Bergoglio di non ricevere Macri se quest’ultimo non si adopererà per liberare Milagro Sala. Tuttavia, nonostante la forte pressione esercitata dai movimenti sociali e dalla Chiesa (il presidente della Pastorale Sociale argentina, Jorge Lozano, si era offerto di svolgere il ruolo di facilitatore nei negoziati in corso per restituire la libertà alla donna), Macri e Morales non solo fanno orecchie da mercante, ma provocano. Il presidente non ha fatto altro che ribadire tutto il suo sostegno al governatore di Jujuy e, mentre Macri rifiutava di ricevere Estela de Carlotto ed altri esponenti delle associazioni per i diritti umani che, tra le altre cose, intendevano sollecitare la liberazione di Milagro Sala, si faceva immortalare insieme allo stesso Gerardo Morales mentre ballavano per festeggiare il Carnevale.

Il fatto che la detenzione della dirigente della Tupac Amaru sia del tutto illegittima, in quanto Milagro Sala è parlamentare del Parlasur e quindi godrebbe dell’immunità, nemmeno sfiora la nuova coppia forte dell’Argentina, nonostante lo status della donna sia equiparabile, per legge, a quello di deputati e senatori. Le accuse piovute su Milagro Sala, tra cui quella, ancor più assurda, di avere legami con il narcotraffico, sono del tutto prive di fondamento e, anzi, denotano che la detenzione della leader della Tupac Amaru è di natura esclusivamente politica. Dal carcere, Milagro Sala non solo evidenzia che la Tupac Amaru si è adoperata anche per il recupero di giovani con problemi di dipendenze, oltre a gestire, scuole, centri sanitari ed aver costruito interi quartieri per le fasce più indigenti della popolazione grazie ai fondi che riceveva in epoca kirchnerista, ma ha aiutato ad uscire dalla tossicodipendenza anche un giornalista che adesso lavora per Gerardo Morales e critica senza alcuna vergogna l’associazione.

In occasione dell’attuale visita in Argentina del Presidente del Consiglio italiano Matteo Renzi, era stato indirizzato al premier un appello affinché sollevasse il caso di Milagro Sala di fronte a Macri sottolineando la preoccupazione per il ritorno di pratiche illegali e autoritarie che a Buenos Aires e in tutto il resto del paese sono state purtroppo sperimentate a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta. Per tutta risposta Renzi, che si è congratulato con Macri per la sua elezione alla Casa Rosada fin dal primo istante (senza sapere o, peggio, ignorando volutamente che razza di personaggio sia l’imprenditore di origine italiana, che in pochi mesi ha già dichiarato guerra alle Madres de la Plaza de Mayo e ha tra i suoi più stretti collaboratori persone che irridono il dramma dei desaparecidos), ha pensato bene di parlare al presidente argentino di un eventuale accordo di libero commercio tra Unione Europea e Mercosur, respinto significativamente solo da Bolivia e Venezuela.

Il quotidiano argentino Página/12 ha significativamente definito Milagro Sala “una prigioniera con la benedizione papale”: chissà che davvero non riesca al Papa sbloccare la situazione, mentre l’Argentina, sotto Mauricio Macri, dovrà ancora piangere molto.



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