IFE Italia

Comitato per l’applicazione della legge n.75/58 (detta Merlin)

giovedì 23 luglio 2015.

Riceviamo da UDI NAPOLI e volentieri pubblichiamo :

Ad oltre cinquant’anni dall’approvazione, la legge contro lo sfruttamento della prostituzione ancora attende la sua piena applicazione, soprattutto nelle sue parti qualificanti e nella sua filosofia di fondo: garantire e salvaguardare la libertà e l’affrancamento dalla schiavitù sessuale delle donne. La parte più vistosa e contestata, la chiusura del bordelli, fu la fine di una stagione oscura nella quale era lo stesso stato a reclutare le donne da rinchiudere “in appositi spazi”, criminalizzando le altre che al di fuori del controllo statale offrivano prestazioni sessuali. I bordelli erano e sono luoghi di schiavitù, deputati a garantire unicamente la sicurezza dei consumatori.

Nel 2015 ancora nessuna tutela per le donne che escono dalla rete dello sfruttamento, ancora nessun riconoscimento sociale per i danni sulla salute fisica e mentale, dell’immagine, procurati dalla tolleranza pubblica dello sfruttamento e dagli abusi sulle donne prostitute, anche ad opera di vere e proprie agenzie di compravendita di prestazioni sessuali, nonché della tratta.

Vigenti le norme della legge 75/58, e a oltre cinquant’anni dall’abolizione della schiavitù sessuale delle donne, sono gli stessi rappresentanti eletti nelle istituzioni che, oltre che a trasgredire con affermazioni apologetiche del reato di sfruttamento e di favoreggiamento, violano la legge istituendo luoghi appositi per lo svolgimento di attività sessuali a pagamento. Mentre il mondo civile si ravvede progressivamente sulla legalizzazione dello sfruttamento della prostituzione, in Italia dove questo salto di civiltà è già stato compiuto, gli eletti e gli uomini delle istituzioni compiono, al contrario, passi in aperta violazione delle norme vigenti. Inoltre diffondono attraverso i media le loro proposte (di pregiudizio per tutte le donne, per la loro immagine e la loro dignità) di reintroduzione dei bordelli, partendo dall’istituzione dei quartieri a luci rosse.

Sull’onda di tali pronunce, leggiamo sulla stampa radicale che il 16/7/2015 il Consiglio di Milano zona 2 ha approvato una mozione per la introduzione dello ’zoning’ spazio individuato dalla pubblica autorità per l’esercizio della prostituzione sul modello di Mestre. Tali iniziative, attuali e pregresse, in aperta violazione della legge Merlin, legge dello stato italiano, vanno immediatamente fermate.

Il comitato per l’applicazione della legge Merlin si riserva, dall’atto della sua formazione, di percorrere tutte le vie legali per il rispetto della legge stessa.

Stefania Cantatore per l’Udi di Napoli e Elvira Reale per l’Associazione Salute Donna[1]; Chiara Carpita per Resistenza Femminista; Esohe Aghatise per Iroko Onlus; Yaqui Hunt per Equality Now[


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