"Il Giorno" 5 febbraio 2011 di LAURA DE BENEDETTI «FIDATI, te la do gratis», «Fatti la cubana», «Montami» con una donna seminuda china su un pannello solare, o «Vera pella conciata » con l’immagine di un pube femminile: sono alcune delle pubblicità sessiste trovate, per lo più in internet, dalle studentesse della V A dell’istituto Maffeo Vegio e che, elaborate in un video più generale sul tema del corpo, verranno portate all’esame di maturità. «Si tratta di un progetto partito l’anno scorso — spiega la docente Danila Baldo che sta lavorando su questi argomenti con le colleghe Laura Coci e Maragrazia Borra —. Abbiamo parlato di corpi violati, per le violenze sessuali ma anche per le mutilazioni genitali, di corpi strumentalizzati dall’economia o dalla religione, di corpi plastificati resi tutti uguali dalla chirurgia estetica. Siamo approdati anche alle pubblicità in cui la donna viene identificata solo col proprio corpo e mercificata. È come se in 50 anni di femminismo non avessimo ottenuto niente. Ma è comunque importante che se ne parli. In una scuola prevalentemente femminile come questa abbiamo affrontato l’argomento, fatto sapere alle ragazze che possono far sentire la propria voce, aprirsi alla società civile, rivolgendosi al Garante della Pubblicità o partecipando, se vogliono, alle raccolte firme come quella contro la pubblicità di Oliviero Toscani sulla “vera pella conciata” che alcune di noi insegnanti abbiamo individualmente sostenuto. Le ragazze hanno effettuato una ricerca su internet e trovato pubblicià sessiste davvero sconcertanti che le hanno fatte riflettere». «SI PARLA di Pari Opportunità ma poi nelle pubblicità si vedono immagini di donne sottomesse e mercificate—commenta Arianna Chiesa, 18 anni, studentessa —. In effetti i miei coetanei hanno uno sguardo maschilista, ed è preoccupante. Se si cercano i loro link condivisi su Facebook si trovano richiami a pagine dove si guarda all’aspetto esteriore delle donne, mai alla loro intelligenza. La parità dei sessi è importante, le donne sono più forti e sensibili, anche sul lavoro, ma devono avere le opportunità. Credo però che il cambiamento, oggi, sia improbabile: i politici, chi ha più potere, non fa nulla». «Già prima mi chiedevo perché per presentare un telefonino dovesse esserci una donna in costume— aggiunge Gessica Giussani, 19 anni, anche lei di V A —; ma, dopo che in classe abbiamo parlato di pubblicità sessiste, mi sono accorta che in giro c’è di peggio, come quella con scritto “montami”. Tra i miei coetanei prevale il modello velina proposto dalla tv: andare in televisione è l’aspirazione dei più».
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