La delibera 1713, che prevedeva l’inserimento dell’ associazione “Parrocchia per la vita” nei consultori e negli ospedali di competenza dell’ASL 1 di Napoli, è stata ritirata: l’Istituzione ha riconosciuto l’illegittimità del provvedimento. Le donne, tante, che hanno partecipato direttamente o anche solo incoraggiandoci nel sostenere le giuste ragioni, hanno salvaguardato se stesse da un affronto insopportabile. Attaccare l’esigibilità dei diritti è una strategia tesa a stringere d’assedio il femminismo, per costringerci a conservare le poche concessioni fatte al genere femminile di questo paese, nella speranza di annichilirci. Noi invece rilanciamo sempre e lo facciamo da ora. Consideriamo un risultato l’espressione libera delle donne che nelle Istituzioni hanno sentito e pronunciato come proprie le nostre ragioni. La 194 in Italia è disapplicata, anche questa è una strategia. Qualcuno nel governo, dopo averla continuamente contesa e presa in ostaggio, ha trovato sempre il femminismo sul suo cammino. Perché le donne sanno che la legge 194 è sede di un diritto, ma anche e soprattutto uno strumento politico di avanzamento e comunicazione tra donne. Ci capiamo subito quando parliamo di libera scelta nella maternità, ci capiamo con le donne che arrivano da lontano e che spesso vengono disinformate su quanto la legge garantisce loro sempre e comunque, dato che nessuna è clandestina per la 194. Per queste e mille altre ragioni non possiamo fermarci qui.
Ringraziamo per caloroso e ravvicinato interessamento Pina Tommasielli, Elena Coccia, Gabriella Ferrari Bravo, Loredana Raia
Udi di Napoli, Associazione Salute Donna, Comitato 194, Arcidonna Napoli, Collettivo 105
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