Questo secondo il neo Governo è il numero che definisce la parità di genere in RAI. Nella giostra di nomi che si sono intercambiati nelle posizioni di Direttori le donne a cui è stato affidato un posto di prestigio sono 6. 6 su 21 posizioni. 6/21. Esterefatte, come al solito, ci domandiamo se non esistano professioniste “di altissimo profilo” (cit.), anche compiacenti l’attuale governo, in grado di ricoprire questi ruoli? Alcune voci si sono levate in difesa del pluralismo e delle pari opportunità ma poca cosa rispetto alle grida di giubilo della destra al governo che si compiace della prospettiva di crescita contrapposta all’immobilismo degli ultimi anni (sigh!). A noi non ci resta che constatare ancora una volta, come se davvero ce ne fosse bisogno, di quanto non ci si riesca a scollare dalle pesanti ingerenze maschiliste, di quanto i posti chiave siano destinati ad un uomo, di quanto non sia sufficiente avere una Presidente del Consiglio donna per cambiare la mentalità della società e della politica. Quando c’è da prender posti di prestigio e ben pagati noi donne finiamo in fondo alla lista, con buona pace dei nostri curricula. Dell’ingerenza dei Partiti, non della politica, nella RAI ne parliamo un’altra volta, dell’abbandono di importanti firme che ne hanno fatto la storia e dei loro sponsor anche. Intanto buon lavoro a tutt*, soprattutto alle eroine che dovranno difendere il loro posto con le unghie e con i denti, a prescindere dal lavoro che faranno!
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