In diversi Paesi europei, e anche negli Stati Uniti, una normativa sul testamento biologico e’ gia’ in vigore da diversi anni. Ecco la situazione paese per paese: - Francia. La legge del 22 aprile 2005 e’ frutto di un lungo dibattito parlamentare, iniziato nell’ottobre 2003. La norma autorizza il medico a prendere la decisione di limitare o anche interrompere il trattamento, nel caso in cui la persona malata non sia in grado di esprimere la propria volonta’. Si afferma che atti di prevenzione scientificamente riconosciuti come inutili possono essere sospesi o non iniziati affatto. C’e’ la possibilita’, per un soggetto maggiorenne, di esprimere anticipatamente il suo orientamento relativo alle limitazioni o cessazioni di trattamenti medici nel caso in cui il paziente non avesse piu’ le facolta’ per esprimersi. - Germania. Nell’ordinamento tedesco il testamento biologico non rientra ancora in una legge specifica, ma trova impiego nella pratica e conferma nella giurisprudenza. Nel 2003 la Corte suprema e’ intervenuta riconoscendo "l’atto di disposizione del paziente", cioe’ una specifica forma di dichiarazione di volonta’ personale. "La Corte riconosce il diritto di autodeterminazione dell’individuo", si legge nel testo. Nell’ipotesi di diversita’ di vedute tra il medico ed il paziente, nella sua espressione contingente o precedente al momento della malattia, la decisione finale spetta al giudice tutelare. - Olanda. I Paesi Bassi sono stati capofila in Europa con una norma del 2001 ("Legge per il controllo di interruzione della vita su richiesta e assistenza al suicidio"). La legge olandese prevede anche il livello di "assistenza al suicidio", che si compie assistendo il malato o fornendogli i mezzi. Sono previste, pero’, commissioni regionali di controllo. Anche per i minorenni di eta’ compresa tra i 12 e i 16 anni si ammette la richiesta a condizione che i genitori siano d’accordo. - Gran Bretagna. Fino all’adozione del "Mental Capacity Act" - in vigore dal 1 ottobre 2007 - il testamento biologico non era previsto dalla disciplina legislativa ma veniva riconosciuto da una consolidata giurisprudenza. Il "Mental Act" richiede che si spefichi quali tipi di trattamento s’intendano rifiutare compilando un modulo e puo’ essere assunto solo da un maggiorenne. Inoltre, un soggetto puo’ dare incarico ad un terzo di decidere per lui qualora ovviamente non fosse piu’ in grado di autodeterminarsi. Nel caso in cui il malato "incapace" non abbia comunicato anticipatamente le proprie volonta’ e non abbia relazioni familiari o sociali, si affida all’IMCA che "esprime le volonta’, i sentimenti, le convinzioni e i valori dell’incapace, e, se lo reputa necessario per difendere l’interesse di questi, puo’ opporsi alle decisioni dei medici". - Spagna. Con l’approvazione della legge del 14 novembre 2002, "recante disposizioni per la regolamentare i diritti del paziente e degli obblighi in materia di informazione e documentazione clinica", il Parlamento spagnolo ha profondamente modificato la disciplina del rapporto medico-paziente. La legge parla del "rispetto dell’autonomia del paziente" per cui egli puo’ sottoporsi o rifiutare alcuni trattamenti. Per i pazienti che non possono prestare il consenso per problemi fisici o psichici il consenso viene dato dal rappresentante o - se non e’ stato nominato - dai familiari. - Belgio. Con la legge del 2002 sui "Diritti del malato", le "direttive anticipate" riferibili al Testamento biologico, si sono intrecciate con quelle destinate ai malati terminali, prendendo il nome di "dichiarazioni anticipate di eutanasia". - Danimarca. Istituita una "Banca dati elettronica" che custodisce le direttive anticipate presentate dai cittadini. In caso di malattia incurabile o di grave incidente, i danesi che hanno depositato il "testamento medico" (che ogni sanitario e’ tenuto a rispettare), possono chiedere l’interruzione delle cure e dei trattamenti, e di non essere tenuti in vita artificialmente. Nel caso di sopravvenuta incapacita’, il diritto del malato puo’ essere esercitato dai famigliari. - Stati Uniti. In America il "caso Quinlan" preparo’ l’approvazione, in California, del "Natural Death Act" del 1976 che fu il primo provvedimento in questo senso al di la’ dell’oceano. Successivamente, molti altri stati si sono dotati di una legislazione in materia. Per trovare una scelta a livello federale bisogna arrivare al 1991, con l’istituzione del "Patient self determination Act". Sulla base di tale legge, vengono riconosciuti i diritti della persona di accettare o rifiutare i trattamenti medici e di formulare dichiarazioni anticipate di volonta’ ("living will") .
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