4 giorni fa il tribunale di Firenze ha rinviato alla Consulta la Legge 40 per la parte che vieta la fecondazione eterologa, giudicata incostituzionale perché lede il diritto alla salute e i diritti fondamentali dell’uomo sanciti dalla Carta. Lo rende noto Filomena Gallo, avvocato della coppia fiorentina che ha fatto ricorso dopo che un centro per la procreazione assistita ha negato loro la fecondazione eterologa perché espressamente vietata dall’articolo 4 della legge 40. È il secondo rinvio alla Consulta sulla legge 40, sempre del Tribunale di Firenze, che già due anni fa si rivolse ai giudici costituzionali i quali accolsero il rilievo eliminando l’obbligo di produzione di soli tre embrioni in ogni ciclo di fecondazione, l’obbligo del loro contemporaneo impianto, e annullando anche il divieto di congelamento degli embrioni in sovrannumero. In questo caso invece, per la prima volta, un giudice ordinario ritiene quindi costituzionalmente illegittimo il divieto di procreazione assistita di tipo eterologo, sospende il processo, e rimette gli atti alla Corte. La coppia, dopo essere stata in cura in Svizzera e in altri centri stranieri, senza alcun risultato, si è rivolta all’Associazione Luca Coscioni. Il loro obiettivo è quello di poter effettuare le cure in Italia.
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