IFE Italia

Burquini ed autodeterminazione

di Imma Barbarossa
domenica 21 agosto 2016

Pubblichiamo con il consenso dell’autrice la lettera da lei scritta al quotidiano "Il Manifesto".

L’elegante costume,nero o colorato,con cui le donne islamiche entrano nelle acque marine occidentali è oggetto delle prime notizie dei telegiornali,nominato con un termine (burqini) che sa di colonizzazione semantica occidentale,dal nome di un atollo dell’Oceano pacifico (bikini) con cui un uomo definì il “due pezzi” così diffuso,in varie fogge e in varie dimensioni,sulle spiagge dell’Occidente.

Considero folle e scriteriata la posizione delle varie autorità francesi,dai sindaci al primo ministro,che,facendo seguito alla tanto discussa legge contro il velo,nominano quel costume come segno di violenza e prevaricazione contro le donne che indossandolo sarebbero tutte schiave del domino maschile. Credo che il divieto sia profondamente sbagliato: non per prudenza (“potrebbe essere interpretato come una provocazione nei con- fronti dei musulmani”),né “perché le donne islamiche non sono tutte ‘terroriste’”,e nemmeno semplicemente per rispetto della libertà religiosa (Cirinnà).

Possibile che a nessuno venga in mente che almeno qualche ridottissimo costume occidentale sia indossato per compiacere i maschi o per passiva subalternità alla moda? Possibile che a nessuno venga in mente che qualche costume da bagno islamico possa essere indossato per libera scelta delle donne,come avviene da alcuni anni con il velo da parte di donne islamiche di terza e quarta generazione per rifiuto delle mode occidentali?

O Valls pensa che dobbiamo ancora fare guerre per liberare le donne islamiche da burqa e burqini? Penso che noi femministe, come abbiamo criticato ogni laicismo imposto per legge,così dovremmo criticare ogni fondamentalismo,a cominciare dai “nostri” tentativi di colonizzazione e omologazione,messi in atto per “integrare” le “altre” nei “nostri” valori.

Ma quali valori? Quelli del patriarcato che domina e uccide per amore? Per un giorno manifestiamo noi indossando quei tanto malfamati costumi in solidarietà con le donne islamiche. Ma certo solo per un giorno: siamo contro ogni fondamentalismo religioso e patriarcale. Poi…fa troppo caldo.


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