IFE Italia

Aborto e antifascismo

di Nicoletta Pirotta
domenica 5 maggio 2024

"Recentemente il governo ha approvato un emendamento al PNNR che consente alle associazioni antiabortiste l’ingresso ai Consultori pubblici (quei pochi rimasti!). Al contempo il ministro dell’Istruzione ha firmato un protocollo d’intesa con le associazioni combattentistiche e partigiane per consentire il loro ingresso nelle scuole specificando che l’intesa non riguarda solo l’ANPI perché quest’ultima non può avere il monopolio sul tema della resistenza e della lotta di Liberazione. (...)"

Fonte: https://transform-italia.it/aborto-...

Recentemente il governo ha approvato un emendamento al PNNR che consente alle associazioni antiabortiste l’ingresso ai Consultori pubblici (quei pochi rimasti!). Al contempo il ministro dell’Istruzione ha firmato un protocollo d’intesa con le associazioni combattentistiche e partigiane per consentire il loro ingresso nelle scuole specificando che l’intesa non riguarda solo l’ANPI perché quest’ultima non può avere il monopolio sul tema della resistenza e della lotta di Liberazione. Sembrano due provvedimenti slegati fra loro, vista la diversità dei contenuti che li contraddistinguono, ed invece io credo che essi testimoniano, se ancora ce ne fosse bisogno, uno degli aspetti più preoccupanti della destra che sta al governo del Paese: la volontà di promuovere una restaurazione conservatrice che faccia dell’arbitrio la misura della propria pratica di potere. Non un arbitrio assoluto ovviamente, almeno per ora, ma una precisa movenza che indichi in modo incontrovertibile quali sono gli attuali rapporti di forza, economici, sociali, politici.

In questa prospettiva, la 194/78 la legge che più di tutte è divenuta simbolo della facoltà delle donne di decidere sul proprio corpo non può che venire ulteriormente penalizzata per rendere ancora più difficile l’esigibilità del diritto all’abortire che essa prevede. Così come va riscritta la storia della Resistenza e della lotta di liberazione dal fascismo da cui è nata la nostra Repubblica, e la Costituzione che ne è fondamento ideale, togliendo riconoscimento e parola a chi questa storia l’ha vissuta o la testimonia fondandosi su documenti e testi storici che ne comprovano la veridicità.

Ovviamente entrambi i provvedimenti sono costruiti in modo ideologicamente astuto. Partiamo da quello che riguarda la legge sull’aborto. L’articolo 2 della legge 194/78 consente che i consultori " sulla base di appositi regolamenti o convenzioni possono avvalersi, per i fini previsti dalla legge, della collaborazione volontaria di idonee formazioni sociali di base e di associazioni del volontariato" Il testo recentemente approvato fa riferimento a questo articolo e pur non imponendo, ovviamente, il coinvolgimento, apre la strada all’ingresso di associazione, in particolare quelle anti abortiste. Lo fa senza che vengano definiti ambiti e programmi di intervento. Le associazione potranno essere coinvolte attraverso modalità definite di volta in volta dall’ente regionale insieme alle singole associazioni, una pratica che consente amplissimi margini di discrezionalità. L’aspetto poi più strumentale, che rivela le intenzioni reali della destra al governo che ha proposto e poi approvato l’emendamento, sta nel fatto che fino ad ora l’ingresso ai consultori delle associazioni anti- abortiste avveniva a livello locale e a discrezione delle amministrazioni regionali (come ha fatto per esempio la regione Piemonte ). Con l’approvazione dell’emendamento si offre a questa pratica una base normativa a livello nazionale legittimando in tutto il Paese l’ingresso delle associazioni antiabortiste nei consultori. Mi concedo un breve inciso. C’è chi, anche all’interno del mondo femminista, sostiene che ormai la 194 vada superata visto che i livelli insopportabili dell’obiezione di coscienza (frutto di scelte politiche non solo riferibili al centro destra, purtroppo) ed ora l’ingresso delle associazioni antiabortiste, renderebbero ancor più fragile l’esigibilità del diritto all’abortire. Mi pare una posizione assai pericolosa. Senza la 194 l’aborto torna ad essere reato, e non mi pare questo il momento storico nel quale si possa sperare di ottenere una legge migliore.

Sul protocollo d’intesa con le associazioni combattentistiche e partigiane l’accordo del Ministero dell’istruzione, di durata triennale, si pone come obiettivo di promuovere, all’interno delle scuole del primo e del secondo ciclo, la conoscenza degli eventi che hanno portato alla liberazione dal fascismo e alla formazione della Repubblica. Per la prima volta il protocollo di intesa non è stato sottoscritto con la sola ANPI, cioè l’associazione che più di ogni altra è testimone della lotta di Resistenza e di Liberazione dal fascismo e dei valori costitutivi della Costituzione Repubblicana. Il ministro, infatti, ha voluto sottolineare che "la Resistenza non è monopolio dell’ANPI" (sic) e che " riconoscere, dunque, a una sola di esse la rappresentanza della lotta partigiana sarebbe storicamente ingiusto e controproducente rispetto alla necessità di una plurale condivisione dei valori della Resistenza da parte di tutti gli italiani" Peccato che i valori della resistenza non sono condivisi da tutti gli italiani in particolare da molti esponenti dell’attuale governo come testimonia la pesante eredità fascista di cui sono espressione. Con il protocollo sottoscritto potranno entrare nelle scuole associazioni di combattenti e reduci il cui approccio e la cui mentalità sono di natura militari più che storiche. Un altro duro colpo alla conoscenza e alla cultura. Conoscenza e cultura che sono, al contrario, componenti essenziale dell’educazione alla democrazia e antidoti potenti al diffondersi di autoritarismi di varia natura. Non è un caso che siano avversati da chi è oggi al governo del Paese. "Quando il contesto si fa così meschino da suggerirti per quieto vivere di tacere è proprio allora che bisogna parlare" è stato scritto. Aggiungerei però che oggi è tempo di parole chiare (anche basta con il politicamente corretto!), di posizionamenti coerenti e radicali, di lotte, che già ci sono, nelle piazze e nelle università ma anche e sperabilmente nelle aule parlamentari. Non mi interessa sapere se la "giorgiadenoantri" si dichiari o no antifascista (ma come può farlo scusate?) mi interessa che chi antifascista lo è, per storia


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