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"Ce livre est le confluent des voix libres, celles des militant. Es des deux rives de la Méditerranée qui ont voué leurs vies à défendre les droits des humains.(...)"
Chamseddoha Boraki, Gérante de la coopérative Zoom Nissae
Traduzione: "Questa raccolta rappresenta una confluenza fra voci libere, quelle di attiviste femministe che sulle due rive del mediterraneo hanno voluto dedicare le lorio vite alla difesa dei diritti umani"
Chamseddoha Boraki, responsabile della cooperativa Zoom Nissae
Come IFE Italia pensiamo che questa raccolta rappresenti un segno importante di convergenza fra femminismi e culture differenti. In questa dimensione sta il suo valore politico.
Immagine: dipinto di Rawan Anani, artista palestinese.
“L’economia femminista non è un’altra branca dell’economia politica, ma è un modo radicalmente diverso di intendere il mondo.”
Segnaliamo che è da poco uscito il libro "Economia femminista" edito da Alegre, curato e tradotto da Marcella Corsi.
"In questo articolo viene esposta una critica radicale alla dicotomia, data da molti per acquisita, abile versus disabile, che nasce dai processi capitalistici di definizione dei soggetti in quanto forza-lavoro e li alimenta. Si tratta di una messa in discussione potente della creazione stessa della “disabilità” in termini di disfunzionalità rispetto agli assetti in cui si definiscono il mondo di produzione e riproduzione."
"Si è svolta a Roma sabato 24 maggio l’assemblea nazionale di transform!Italia. “Europa chi?” è stato il tema affrontato dalla nostra associazione, nata per far crescere anche nel nostro paese la dimensione politica e sociale della UE. Dimensione peraltro non sviluppata secondo una prospettiva lineare di estensione di uguaglianza e diritti, nel tempo, e ora vieppiù pericolante. Sono stati affrontati i temi del contrasto al riarmo ed alla guerra, di sostegno alla Palestina, di ricerca di una identità europea democratica e sociale. Anche il femminismo intersezionale ha presentato due relazioni, tramite noi curatrici di questa rubrica. Abbiamo seguito una linea coerente con la nostra etica femminista, che è anche quella di sovvertire le linee teorico-politiche consuete, ed espresso due punti di vista politici articolati nel senso di un’analisi decoloniale e psicoanalitica. Presentiamo qui le nostre relazioni."
"Le differenze di classe, però, attraversano altresì il genere avendo ricadute differenti sulle condizioni materiali delle donne: sono del tutto evidenti le differenze di status far una donna manager e un’operaia tessile. “Per questo” scrive Eliana Como “l’intreccio tra le lotte femministe e le lotte sul lavoro è decisivo”."
Una testimonianza di Alessandra Mecozzi, profonda conoscitrice della Palestina, da poco rientrata dalla Valle del Giordano.
Immagine: dalla pagina FB di " Femmes Palestiniennes en résistance"
"Noi vorremmo ricordare il punto sul femminismo di matrice irigarayana, che ha conseguenze anche nei femminismi attuali e nei loro scontri: “L’ipotesi di una differenza di pensiero, credibile ma ancora difficile da dimostrare e soprattutto di cui è ancora più difficile capire le implicazioni, viene immediatamente proiettata nella polemica politica”.
"Se non si cambia il modo di lavorare e produrre, quindi di vivere, come il femminismo – in alcune sue declinazioni più che in altre – auspica da tempo con una chiara prospettiva ( la rivoluzione della cura versus la logica del profitto e dello sfruttamento), saremo costrette a ripetere ogni volta le stesse litanie. (...)"
Il link per leggere l’articolo.
"(...) Grazie alla Resistenza e alla lotta partigiana, l’umanità seppe vincere sulla barbarie. Questa è la consapevolezza che va sostenuta e diffusa in questo 25 aprile, ottant’anni dopo.
Partigian3, ora come allora. Ed oggi più che mai partigiane3 di pace per riaffermare i valori e gli ideali della Costituzione, come invitava a fare Lidia Menapace. (...)"
Sobriamente.
"Abbiamo pensato che possa essere utile dare qualche informazione sulle condizioni di vita nella Russia di Putin. E’ nostra convinzione che attraverso la conoscenza della realtà si possono evitare sia la tendenza a considerare la Russia un nemico sia quella che non vuole vedere la repressione di chi si oppone alla guerra e rivendica il diritto di esprimere liberamente le proprie opinioni in Russia. Per questo condividiamo il link di un articolo che Raffaella Chiodo Karpinsky, conoscitrice di questa realtà, ha scritto per il quotidiano “Avvenire”. L’articolo di oggi riguarda il coraggio delle donne che manifestano per la pace."
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